IL VENTRE GONFIO Di certo Leda Venturini, ricamatrice
da più di vent'anni in una ditta di abbigliamento di Cascina, vicino a Pisa,
non immaginava che il suo gesto avrebbe avuto conseguenze così tragiche. Non appena si accertò che
il marito respirava, che la sua pancia enorme, dilatata e tesa a dismisura,
tanto d'avergli strappato i bottoni della camicia, si muoveva ancora oscillando
su e giù, segno evidente che l'uomo era sempre vivo, Leda si precipitò nel
ripostiglio dietro la cucina, aprì una cesta di vimini e sfilò da un gomitolo
di lana un ferro da calza, di quelli di metallo color azzurrino; poi ritornò di
corsa in salotto urtando sbadatamente una sedia che cadde a terra, e con il
ferro da calza, senz'alcuna esitazione, bucò la pancia del marito in un punto a
caso, vicino all'ombelico che, attorcigliato come la coda di un maialino,
pareva sul punto di cedere sotto la pressione dei gas intestinali.
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