performance di Paolo Albani e Dario Longo Auditorium Centro per l'Arte Contemporanea L. Pecci di Prato 30 marzo 2011 Testo di presentazione della performance L’uomo è il
linguaggio che parla, anche se qualche volta si ha l’impressione che
siamo noi a essere parlati dal linguaggio, ovvero che siamo
prigionieri, succubi inconsci del linguaggio.
La comunicazione umana si basa sul linguaggio, ogni nostro gesto, azione, sentimento, pensiero viene espresso e interpretato tramite il linguaggio. Le parole sono come dei mattoni con cui costruiamo le frasi che ci servono a comunicare. Mattone dopo mattone, pezzo dopo pezzo, parola dopo parola ognuno di noi si costruisce la propria Torre di Babele, simbolo non solo di una deleteria confusione delle lingue, ma anche in positivo di una fruttifera diversità e creatività del linguaggio. In quanto segni arbitrari le parole soggiacciono a un codice, a un insieme di regole ben precise. Una delle caratteristiche più sorprendenti del linguaggio, forse il suo lato più affascinante, risiede nel fatto che le regole che presiedono al suo funzionamento possono essere cambiate, sovvertite, distrutte al fine di essere rinnovate, così come cercano di fare gli artisti con la loro sperimentazione.
Per i miei libri-oggetto, cliccate qui. Per le mie poesie sonore, cliccate qui. Per le video-poesie, cliccate qui. Per le mie performance, cliccate qui. |