L'ENCICLOPEDIA PIÙ PAZZA DEL MONDO Passeggiando nei meandri dei
saperi, può capitare (spesso accade)
di imbattersi in strani vicoli ciechi, in costruzioni pompose e
dimenticate,
in bizzarre teorie che a volte celano una sorta di lucidità
paranoica,
altre volte un sincero, umile tentativo di portare alla luce un lavoro
trascurato del reale: dalla Atlantidelogia, le ricostruzioni
cioè
della straordinaria civiltà di un continente misteriosamente
scomparso
in un cataclisma planetario, di cui primo (temporalmente) responsabile
fu il Platone del Timeo, alla teoria dell'"uomo
biurgico", una scienza che consentirebbe a ogni essere umano di
"autosostenersi"
ricavando ogni risorsa necessaria dal suo stesso organismo; dalla
"frenologia",
ossia la identificazione delle caratteristiche cerebrali dell'individuo
dallo studio delle bozze del suo cranio, alla teoria dei brevilinei,
cui
fa cenno Amintore Fanfani in un lavoro giovanile, che collega le
dimensioni
degli uomini di potere ai cicli economici di benessere o di recessione.
Nel corso dei secoli ipotesi bizzarre, teorie deliranti, "scoperte"
assurde
si accompagnano all'esplorazione
scientifica del mondo, spesso mutuandone linguaggi espositivi, mimesi
delle
procedure, altre volte persino portando alla luce intuizioni che solo
successivamente
si sono scoperte utili e forse produttive. Nel tentativo di fornire un
quadro quanto più esaustivo possibile di questo variegato
panorama
che pullula ai margini della scienza "ortodossa", due audaci
ricercatori,
Paolo Albani e Paolo della Bella, con la collaborazione del fondatore
dell'Istituto
di Anomalistica e della Singolarità Berlinghiero Buonarroti
(forse
l'ultimo surrealista), hanno dato vita a una "Enciclopedia delle
scienze
anomale", intitolata
Forse Queneau, edito dalla serissima casa editrice
Zanichelli (pagg. 480, lire 58.000) e con introduzione di uno dei
maggiori
storici della scienza europei, Paolo Rossi. Gli autori la definiscono
una
"enciclopedia ricreativa". E si riallacciano a una idea e a un
tentativo
non compiuto di Raymond Queneau, la Enciclopedia delle scienze
inesatte,
nella quale il grande scrittore surrealista francese si era proposto di
raccogliere il meglio del "fou littéraire", il delirio solitario
dell'inventore di sistemi, dello scopritore di percorsi bizzarri, di
scienze
immaginarie o fallite. Queneau non riuscì a pubblicare la sua
ironica
enciclopedia; i due autori italiani vanno però oltre il
tentativo
letterario dello scrittore francese, per fornire una sorta di moderna
"wunderkammer",
di museo delle meraviglie e delle bizzarrie, che agli albori della
scienza
moderna andavano di moda in Europa, raccolte di "mostri" e prodigi di
natura
(e di cultura), curiose raccolte ove accanto alle "pietre figurate" (in
realtà fossili), si trovava il "corno cresciuto sulla testa di
una
donna inglese", animali strani o esotici, feti abnormi, ma anche
illustrazioni
di strampalate teorie sull'origine della Terra o del Cosmo. Luoghi
diretti
a eccitare la curiosità e lo stupore, di cui un esemplare
è
ancora presente negli Stati Uniti (e forse anche altrove), illustrato
in
un recente libro di Lawrence Weschler (Il gabinetto delle meraviglie
di mr. Wilson, edito in Italia da Adelphi). In questa Enciclopedia
Zanichelli trovano quindi posto, accanto alle teorie bizzarre e
chiaramente
folli, anche le cosiddette scienze "alternative" (come l'omeopatia),
quelle
occulte, dalla parapsicologia alla magia, le scienze dimenticate, che
pure
nei secoli scorsi erano assurte a dignità accademica, quelle
dichiaratamente
ironiche e caricaturali, la fantascienza e le costruzioni utopiche, con
un ampio spazio dedicato alla patafisica e alle sue derivazioni,
"scienza
delle soluzioni immaginarie, del particolare e delle leggi che
governano
le eccezioni", straordinaria invenzione di Alfred Jarry, codificata per
la prima volta nel Faustroll nel 1911, una "scienza" che va al di
là
della metafisica, che ha costituito il terreno di prova dell'invenzione
letteraria ironica, caricaturale, iconoclasta di scrittori, poeti,
pittori
e persino di allegri scienziati. Di cui è emblema la stessa
serissima
conclusione del Faustroll, dedicata a complessi calcoli matematici
della
"superficie di Dio", definito "punto tangente di zero e infinito". Una
raccolta, insomma, ove accanto al delirio vero e proprio si incontrano
proposte, discipline, filoni di ricerca che aspirano tutte al classico
marchio di "scientificità", mutuandone dalla scienza "ortodossa"
linguaggio, ponderosità di dimostrazioni, ma anche a volte lampi
che potrebbero gettare luce su ambiti del sapere forse ingiustamente
trascurati
o vilipesi. Un panorama, affermano gli autori, del "meraviglioso
scientifico",
che va dagli innumerevoli solutori della "quadratura del cerchio" agli
inventori dell'elisir della vita eterna. Del resto, nota Rossi
nell'introduzione,
la stessa crescita della scienza moderna - che ha segnato con
l'Illuminismo
la divaricazione tra sapere scientifico fondatamente provato e miti,
superstizioni,
convenzioni - è stata accompagnata da vistose deviazioni e
persino
"teorie deliranti": un fenomeno ancora attuale, se si considerano le
costruzioni
imbastite, anche da scienziati con marchio accademico e pubblicazioni
ufficiali,
sui cosiddetti paradossi della meccanica quantistica, o le
interpretazioni
lombrosiane (il celebre antropologo padre della criminologia, autore
della
teoria oggi affossata della "predisposizione innata" al genio o alla
criminalità)
delle ricerche sui geni. Se la scienza è una esplorazione del
mondo,
una mappa delle possibili (o impossibili) ricostruzioni del reale,
questa
enciclopedia getta una luce inquietante sui processi che accompagnano
in
ogni epoca (compresa la nostra) la ricerca, sul significato delle
"devianze"
intellettuali, aprendo interrogativi anche sul significato di
"ortodossia"
scientifica e sulla difficoltà a sceverare in anticipo il
delirio
paranoide, la fantasticheria rivestita di linguaggio dotto, l'errore
metodologico
o la falsificazione dei dati, dal lavoro di ricerca, spesso oscuro e
che
solo raramente consente la proclamazione di risultati innovativi e
sicuri.
Così, per far luce nel marasma della ribollente attività
di "creazione" di teorie, ipotesi, dottrine, i compilatori sono
costretti
a ricorrere a "voci" classificanti le scienze "anomale" che elencano:
dalle
teorie eterodosse di scienziati mattoidi, alle invenzioni letterarie,
le
parodie scientifiche, la fantascienza dichiarata, le scienze
alternative,
quelle dimenticate o abortite, quelle che cominciano a profilarsi come
possibili seri terreni di indagine, le bizzarrie teoriche di scienziati
eminenti e riconosciuti, il ricorso alle scienze occulte o al
paranormale
nel tentativo di spiegare fenomeni reali o presunti. In ultima analisi,
un panorama dell'impetuoso proliferare, sotto mantelli conclamati
scientifici,
della fantasia e della follia umane. "la Repubblica", domenica 13
ottobre 1999, p. 31 HOME PAGE TèCHNE RACCONTI POESIA VISIVA |