Paolo Albani
PASTO & TESTO
Diciotto
oggetti verbo-visivi
dedicati al tema del
cibo
Libro con pagine a litro-latte.
Omaggio a Tullio d'Albisola, 2004
ZONA 15
Piazza Brunelleschi 53/55
Firenze
info: tel. 055211678
21 ottobre - 21 novembre 2004
Gli oggetti verbo-visivi esposti,
tridimensionali,
su un supporto di legno incorniciato,
40x40 cm, sono:
1
Poesia irrisoria
2
Sfruttamento
3
Il piatto piange
4
Meglio tarli che mais
5
Rebus delle cinque del pomeriggio
6
Burri alla maniera di Burri
7
Bottiglie-Poltiglie
Elogio del transitorio
8
La cucina di Marcel Proust (particolare)
9
Menu di parole
10
Lettere dell'Alfabeto Morse
11
Saffismo a tavola
12
Simbolismo perdente
Omaggio ad Alfred Jarry
13
Libro con pagine a litro-latte
Omaggio a Tullio d'Albisola
14
Uccidiamo il chiaro d’uovo!
(Ripensando Marinetti)
15
Il piacere del testo
16
Reperti di opere aperte
17
Un pastis à la Matisse
18
Collage/Potage di collage
Per la recensione di Fabio Norcini alla
mostra cliccate
qui.
La mostra, con qualche piccola variante,
è stata
replicata da
BZF
UNO SPAZIO PER
L'ARTE
LA CULTURA LA
COMUNICAZIONE
Via Panicale 61/r Firenze - tel. 055 2381624
dal 3 al 29 aprile 2006.
I testi visivi (parole + oggetti) di
questa mostra
hanno come filo conduttore il cibo, un tema che da sempre
intriga
artisti e scrittori per i risvolti di festosa corporalità e
sensualità
che il cibo mette in gioco.
Di una «gastronomia
immaginaria» si
parla in questa mostra, di un'arte culinaria che si rivolge in primo
luogo
al palato della mente, un po' come se il discorso ruotasse intorno alla
bontà dei gaffellaggi e degli smuccipendoli di
Rabelais,
o delle pietanze futuriste, gustosi plastici ideati per tentare la
fantasia
ancor prima delle labbra, o del blu dipinto sopra la baguette di Man
Ray.
Di una gastronomia potenziale si parla
in questa
mostra, di sapori metalinguistici, di menu citazionisti, di specie di
spezie
speciali, di dadi dadaisti e di parole flambé affrancate dal
senso
comune.
Forse la vera (ingenua) aspirazione di
questa mostra,
con il suo piccolo armamentario di tattili ricette, è
d'invogliare
il visitatore a bersi un autentico pastis alla Matisse, magari
nel
caffè di un boulevard parigino, a gustarsi un potage di
collage
in
un ristorante segnalato da una rinomata guida turistica, a vincere
l'uggiosa
melanconia della disappetenza con una sana poesia irrisoria.
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Per i miei contributi di vario tipo
sulla gastronomia cliccate qui.
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