ALCUNE DEFINIZIONI E SPUNTI CHE MI RIGUARDANO (da non prendere troppo sul serio) A sentire Adriano
Spatola le mie poesie visive sono opera di un
falsario. L'appellativo è bello e mi piace.
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Su "il Venerdì de la Repubblica" del 15 maggio 1992, Giampaolo Dossena mi ha definito, coniando un neologismo, un "sillografo", da sillo, che nell'antica poesia greca era un componimento satirico e parodistico. ***
Per Stefano Bartezzaghi sarei - meglio usare il dubitativo - "uno dei più tenaci frequentatori italiani dell'area dove la letteratura incontra il nonsenso e il gioco". Lo scrive su "Il Venerdì di Repubblica" del 30 luglio 2010. "Paolo Albani = Balla o opina" è un anagramma di Bartezzaghi. Qui sotto un altro anagramma, che mi riguarda, in una dedica posta su un libro di Bartezzaghi del 1995: *** ***
Nel 2010 Giuseppe Chiari (1926-2007), compositore e poeta visivo, mi dedica un acrostico: *** ***
Antonio Castronuovo, in un suo testo intitolato Tredici epigrammi letteroidi (FUOCOfuochino, Viadana, 2013), ha avuto la bontà di dedicarmi questo epigramma: Tra mattoidi, scienze anomale e libri inesistenti ci ha indotto a pensare lo scrittore Paolo Albani ch'esiste una letteratura che vive di altrimenti e tutto il resto, forse, è calligrafia da scalzacani. ***
In una Bustina di Minerva ("L'Espresso", 16, 25 aprile 2013, p. 162), sui Libri che parlano di libri, Umberto Eco mi definisce un "raccoglitore di teratologie varie" (il termine teratologia è sinonimo di mostruosità, e a me fa venire in mente un libro bellissimo di Juan Rodolfo Wilcock: Il libro dei mostri). ***
Stefano Salis sulla "Domenica de Il Sole 24 Ore" (8 dicembre 2013, p. 28) mi annovera - la cosa mi piace molto - fra i lunatici: ***
In una recensione al mio libro di racconti Fenomeni curiosi (Quodlibet 2014), apparsa su "pagina99" del 16 maggio 2014, Marco Filoni mi definisce "un geniale mattacchione":
Per leggere tutto l'articolo di Filoni cliccate qui. *** In un pezzo intitolato Spam & Ufo,
uscito su "il Sole 24 ore" del 27 febbraio 2015, Carlo Mazza Galanti,
parlando di scrittori umoristici, mi definisce un "incatalogabile
patafisico":
*** Una bellissima
poesia di Matteo Pelliti che parla della nostra amicizia, scritta ai
primi di marzo 2018, in seguito a una nostra conversazione amicale in trattoria a Pistoia:
Non serve un metagramma che ci porti da carte a carne, basta un cambio di consonante a colmare lo scarto tra pagine e abbracci di questo ritrovarci nostro periodico intorno ai libri scritti e a quelli potenziali, ai progettati inciampi lessicali di noi umoristi più che involontari, cacciatori di mattoidi o lingue immaginarie, catalogatori dell'inutile danzanti intorno al nulla con perizia in questo gioco complicato dal nome semplice: amicizia. ***
Due bravi e
onesti recensori sulla rivista "Charta" mi nullificano a tutto tondo,
quasi all'unisono. Massimo Gatta mi chiama "di certo il maggiore esperto
al mondo di irrealtà e di nulla" ("Charta", 158, 2018, p. 38, leggi qui),
mentre Michelle Delattes dice che incarno "forse il maggiore
specialista al mondo di studioso 'del nulla'" ("Charta", 161, 2019, p. 69, leggi qui).
Nulla da obiettare, se lo dicono loro sarà vero, chissà... ***
Stefano Salis sulla "Domenica de il Sole 24 ore" del 28 ottobre 2018 dice che, come maestro eccelso di "libri bizzarri", vado protetto come i panda e vezzeggiato come le rockstar della bibliofilia, capito?
*** Ma poi, alla fine, senza fare il finto modesto, preferisco la definizione sobria contenuta in un noto Dizionario dei Sinonimi e Contrari, che mi inquadra in un modo del tutto consono.Andrea Cortellessa, su "TuttoLibri" di sabato 11 gennaio 2020, in un articolo intitolato Del XXI secolo il canone è questo, mi ha canonizzato (sic), nel senso che mi ha inserito fra gli autori del nuovo millennio, in riferimento al mio I mattoidi italiani (Quodlibet 2012); per leggere l'articolo di Cortellessa basta cliccare qui.
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