Paolo Albani
CATALOGHI
DI LIBRI IMMAGINARI
La storia che si racconta
in queste pagine è realmente
accaduta. È una storia di fantasmi di libri e di un particolare
genere di letteratura, accomunabile a quella cosiddetta
paradossografica,
che ha per oggetto le biblioteche immaginarie o pseudobiblia o, per
dirla
con Max Beerbohm, abiblia, raccolta di libri mai scritti, inesistenti,
inventati dalla fantasia di scrittori o bibliofili burloni.
Tutto ha inizio nel lontano 1590 a Strasburgo quando Johann Fischart
(1546 o 1547-1590), soprannominato Mentzer, uno dei poeti più
originali
nel panorama letterario del tardo Cinquecento tedesco, grande
manipolatore
di parole e creatore di giochi linguistici, fa stampare dal cognato
Bernhard
Jobin, che ha sposato la sorella di Fischart, Anna, nel 1567, un
volumetto
in 8° di 33 pagine non numerate, intitolato Catalogus
Catalogorum
perpetuo durabilis, cui segue, in un tedesco
«pressoché
intraducibile», come ammonisce Gustave Brunet (1851, p. 100),
questo
lungo sottotitolo: Das ist. Ein Ewigwerende / Gordianischer /
Pergamenischer
vnd Tirroninonischer Bibliothecken gleichwichtige vnd richtige
verzeichnuss
vnt registratur / Aller Fürnemer aussbündiger /
fürtrefflicher
nützlicher / ergetzlicher schöner nicht jederman gemeiner /
getruckter
vnd vngetruckter Bücher vnd Schrifften / Operum, Tomorum,
Tractatuum,
Voluminum, Partium viler mancher Herrlicher Auctorn vnd Scribenten.
Allen
Lustgirigen rhum vnd klugheit nachstellenden Gesellen zu Dollen
Polemischer
Tractätlin / vngetreümter vnerrahtener Namentäuffung /
vnd
Tittulzierung / dienstlich / nutzlich / hilflich vnd entwürfflich.
Vormals nie ausskommen / sondern vor den Sinnarmen vnd
Buchschreibreichen
/ an starcke Retten bissher verwart gelegen / Newlich aber durch
Artwisum
von Fischmentzweiler / erditricht / abgelöst / vnd an Tag
gebracht.
[...] Getruckt zu Nienendorff / bei Nirgendesheim / im Mentzergrund.
M.D.XC.
(Trattasi di ciò. Un indice ed un archivio sempiterno,
importante
e preciso della biblioteca gordianica, pergamenica e tirronianica [da
Marco
Tullio Tirone, liberto di Cicerone e inventore di una scrittura
abbreviata?],
per tutti gli utenti, un indice di libri e scritti, stampati e non
stampati,
esemplari, eccellenti, utili, piacevoli, belli, non comuni a tutti, di
opere, tomi, trattati, volumina, parti di molti autori e scrittori fra
cui alcuni magnifici. Un indice per tutti gli ingordi di piacere, per i
garzoni in cerca di gloria e saggezza, un indice di servizio,
vantaggioso,
utile ed ideato per nomenclature e titolature mai sognate ed irrisolte
di incredibili, brevi trattati polemici. Un indice mai pubblicato prima
ed anzi sinora in mano a custodi valenti per sfuggire ai poveri di
spirito
ed ai ricchi scrittori di libri. Di recente tuttavia è stato
scovato,
riscattato e portato alla luce da parte di Artwisum di
Fischmentzweiler.
[...] Stampato a Nienendorff [paese mai nominato] presso Nirgendsheim
[abitato
che non esiste in nessun luogo] nel Mentzergrund [podere di Mentzer]).
Il volumetto è un catalogo di libri fittizi (anche le note di
stampa sono immaginarie) i cui titoli, in latino e tedesco, fanno
spesso
il verso ai titoli di pubblicazioni reali, in primo luogo di
letteratura
giuridica e teologica, parodiandone lo stile pedante e sussiegoso.
Fischart
ha imparato l’arte dello sbeffeggiamento librario curando una
traduzione,
ampliata, del Gargantua e Pantagruele di François Rabelais,
«l’Homère
bouffon». È in quel testo rabelaisiano che compare il
lungo
e spassoso elenco di libri appartenenti alla biblioteca dell’abbazia di
San Vittore, minuziosamente analizzato da Paul Lacroix, «le
bibliophile
Jacob», nel suo insuperabile Catalogue de la
Bibliothèque
de Saint-Victor au sezième siècle rédigé
par
François Rabelais, Paris, J. Techener, 1862.
Molti dei libri citati da Fischart sono ripresi letteralmente dal
catalogo
rabelaisiano o ne sono una traduzione in lingua tedesca, come ad
esempio Das
klingel der Theologi (Le Peloton de théologie - Il bandolo
teologale), Der
Bischoff Hännenbane (Les Hanebanes des evesques - Le fave
porcine
per vescovi). La traduzione italiana è quella di Augusto
Frassineti.
Nella prefazione al Catalogus Catalogorum, indirizzata ai
cultori
delle biblioteche, ai bibliofili, ai lettori, ai tipografi e ai
torcolieri,
Fischart si diffonde in considerazioni che, fra il serio ed il
bislacco,
coinvolgono talvolta anche illustri personaggi come il naturalista
svizzero
Conrad Gesner (1516-1565), il letterato italiano Ortensio Lando
(1508/1512ca-1553ca),
Georg Willer (?-1593 o 1594) e Johann Georg Portenbach, entrambi autori
di cataloghi di libri, ed i membri dell’influente famiglia Fugger,
mercanti
e banchieri di Augusta. Fra le altre cose Fischart propone che, per
ogni
libro pubblicato e presentato alle Nundinae (fiere)
francofortensi,
si allestisca una scheda da affiggere, per un’informazione più
ampia,
sulle porte delle chiese. Nello explicit, che occupa l’intera
ultima
pagina, egli precisa che alcuni dei libri riportati nel catalogo sono
stati
effettivamente impressi e pubblicati, ma che la maggioranza tuttavia
è
ancora in attesa di venire stampata.
La pubblicazione di Fischart è dunque una delle prime edizioni
autonome, a stampa, dedicate ad un catalogo di libri inesistenti.
Questo
genere letterario, inizialmente sviluppatosi con intenti derisori verso
la saccenteria antiquaria e la pedanteria erudita, conta molti esempi
rintracciabili
negli studi sulle «biblioteche immaginarie». Ormai classici
sono quello di Gustave Brunet (1851), che muove dalle ricerche uscite
nel
1848 e nel 1849 sul Journal de l’amateur de livres dovute a
Édouard
Fournier (1819-1880), letterato francese, e a Pierre Jannet
(1820-1870),
che firma con il nome di Haensel, libraio editore francese, curatore di
un’edizione delle Œuvres de Rabelais (1858-1872) e autore
della Bibliothèque
elzévirienne (1853); quello di Giuseppe Fumagalli (1892),
condensato
in una plaquette dedicata alla moglie il giorno delle loro nozze, di
cui
esiste una ristampa anastatica del 1963 a cura della figlia Lina, e che
da Brunet riprende molte notizie, e più di recente quelli di
John
Webster Spargo (1952), Walter Hart Blumenthal (1966) e Alfredo Serrai
(1993).
Fra i più antichi cataloghi di libri inesistenti stampati in
singole edizioni, tipologia su cui si concentra la nostra attenzione,
c’è
un opuscoletto anonimo in 8° di 15 pagine numerate intitolato BIBLIOTHEQVE
IMAGINAIRE DE LIVRES, LETTRES ET discours imaginaires, uscito a
Parigi
nel 1615, contenente un centinaio di titoli anonimi, con accenti
burleschi,
ironici o polemici, riferiti più o meno velatamente a personaggi
della nobiltà francese. Ecco alcuni titoli di queste operette,
elencate
senza alcun ordine e senza indicazioni di note tipografiche:
Trois gros volumes escript
à la main touchant la preud’hommie
imaginaire des deux chefs principaux de la Iustice en ce Royaume,
dediez
à Mr le Preuost des Marchands (p. 7);
Bataille imaginaire du
Vendredy 10. Octobre, entre les deux armees
au passage de Mery sans combat, & sans effusion de sang: le nom de
l’autheur est en blanc (p. 8);
Liure de la magie naturelle en
Hebrieu, dediee à la Marquise
par son medecin, traduitte en mauuais François par vn Florentin
(p. 14);
Morie ou remede pour ceux qui
n’ont assez de ceruelle, dedié
à monsieur le Cardinal de Sourdis (p. 15).
Nel 1623 esce a Bologna l’INDICE
UNIVERSALE DELLA LIBRARIA O STVDIO
DEL CELEBRATISS. Arcidottore GRATIAN Furbson Da Fraculin, scritto
da
Giulio Cesare Croce (1550-1609), poeta e cantastorie ferocemente
comico,
autore dei celebri libretti di Bertoldo e Bertoldino, «Opera
curiosa,
per i Professori delle Sie. Matematiche, e studiosi dell’opere bizzarre
e capricciose Rac. per M. Aquedoto dalle Sanguetole riformatore
dell’Hosteria
del Chiu». Si tratta di un fascicoletto in 4° piccolo, di
rozza
e scorrettissima stampa su carta di cattiva qualità, di otto
pagine
non numerate, stampato «presso l’erede del Cochi, Con Licenza de
Superioi., e Prii».
Il libretto contiene 47 opere dai titoli di sapore burchiellesco,
fantastici
o deformati su quelli di libri e di autori effettivamente esistenti.
Ecco
una piccola silloge tratta dalla Libraria di Croce (Bala le oche,
Bustachina
e Minchiona sono canzonette del tempo):
Bala le Oche, in-4°, Tomi 5,
legati alla Francese, con due Madrigali
sopra le Frittate rognose composti in lingua Mantoana, e venuti in luce
l'anno, che fu il Sole in Leone, ad instantia di M. Carchioffolo
Acardato
delle Papozze;
L'historia di Mastro Grillo,
tradotta di Lombardo in lingua Milanese,
con un discorso di Garandella Fachina sopra gli stivali di vacchetta,
stampati
a Zampolino, e ristampati a Pianoro nel carattere del testo a hore 16 e
un quarto;
Il Gioco di Primiera, volumi 9
con una giunta sopra l'ortografia, tirata
a quattro cantoni, dall'egregio Poeta Mastro Squizzon de' Liquidi in
verso
Anfibologico;
La Bustachina, libri 15 comentati
da diversi con una giunta sopra la
Bosecca Milanese, in sdrucciolo, composti da un nobilissimo spirito il
cui nome per buon rispetto si tace;
L'Historia di Lionbruno,
capitolata dal Sig. Cacamuschio Puzzardo, Conseglier
maggiore del Colleggio degli Affreddati, e da lui posta all'aria co'l
privilegio
autentico della Comunità di Castelfranco, per anni dieci in
circa.
Naspo Bizzarro sulla consulta delle Rane, in quarto, tratta de natura
Copponum,
& c.: con una parte dell'etimologia de' Babuini, registrata di
novo,
& una lettione sopra la fava lessa cavata dal commentario di
Cesare,
a carte non mi ricordo, & un vocabolario in ultimo della lingua
Romagnola
con la sua ricetta da far morire i Topi;
La Minchiona, in stil Bergamasco,
con due tavole, una di noce, l'altra
di sorbo, intersiate di fumo di Macaroni da M. Borthol Ciavatin, con i
suoi epitafi da capo, fodrati d'asse d'abeto, con la giunta de gli
epitetti,
che si dànno ai Balordi, stampata a Malalbergo.
Qualche anno dopo, nel 1642,
Isaak Vollmar (1582-1662), Consigliere
segreto e Cancelliere dell’imperatore Ferdinando II, pubblica,
verosimilmente
a Ingolstadt, un libello in 4° di 23 pagine numerate, intitolato: BIBLIOTHECA
GALLO-SVECICA. SIVE SYLLABUS OPERVM SELECTORVM. QVIBVS GALLORVM
SVECORVMQVE
Hac tempestate. BELLI proferendi, PACIS euertendae, STUDIA: Publico
exhibentur.
ERASMVS IRENICVS collegit. Accessit Prologus. AD CONCORDIAM GERMANICAM
Adhoratio. VTOPIAE. Apud VDONEM NEMINEM. VICO VBIQVE Ad insigne
VERITATIS.
HOC ANNO. L’opuscolo, edito in due riprese, indirizzato contro le
manovre
diplomatiche e gli intrighi bellici di Francia e Svezia, contiene 40
titoli,
secondo l’ordine alfabetico stabilito dalla loro prima parola, in
genere
molto lunghi e corredati da note tipografiche bizzarre. Ecco qualche
voce
della Biblitheca Gallo-Svecica:
Irenopoli, vrbe utrâque, in
Officina Franco-Gothica. Ad insigne
Leonis
et vulpis (p. 6);
Omnia simul edita Germanopoli.
Apud Martios Riuales: Sub imagine, Latronum
de preda disceptantium (p. 9);
Augustae Impiorum, in officina
Degenerum. Ad insigne Liliorum marcescentium.
cum inscriptione, Fuimus Troes (p. 12);
Editur in Officina Alexicaca: cui
inscriptum, A malo Gallorum libera
nos Domine (p. 15).
All’occhio attento di Brunet sono
sfuggite due autentiche perle del
genere «biblioteche immaginarie»: il Catalogus librorum
aulicorum incomparabilium et non vendibilium, elaborato negli anni
1603-1611 dal poeta e predicatore inglese John Donne (1572-1631) e
pubblicato
postumo a Londra nel 1650 da John Marriot (nel 1930 Evelyn Mary Simpson
ha curato un’edizione di questo catalogo, con traduzione dei titoli
latini,
in The Courtier’s Library, or Catalogus librorum aulicorum
incomparabilium
et non vendibilium, Nonesuch press, London) e il Musaeum
clausum,
or Bibliotheca abscondita containing some remarkable Books,
Antiquities,
Pictures and Rarities of several Kinds, scarce or never seen by any Man
now Living dello scrittore inglese Thomas Browne (1605-1682),
uscito
nel 1683 a Londra presso l’editore Charles Mearn (ora in The Works
of
Sir Thomas Browne, a cura di S. Keynes, Faber & Faber, London,
1928, III, pp. 109 e 111).
Il primo testo è un’«immaginaria biblioteca per
cortigiani»,
ricca di 34 titoli inventati attribuiti ad autori veri, una satira di
libri
politici, religiosi e letterari. Il titolo n° 8, The
Judaeo-Christian
Pythagoras di John Picus, alias Pico della Mirandola, riguarda la
dimostrazione
che i numeri 99 e 66 sono uguali se si tiene rovesciato il foglio; il
n°
13, On shortening the Lord's Prayer, ovvero Sull’abbreviazione
del Paternostro, è attribuito a Martin Lutero, mentre il
n°
18, assegnato da Donne a san Bonaventura, è il De Particula
‘Non’
a decalogo adimenda, et symbolo Apostolorum adjicenda, un libro
dove
s’invita a sopprimere il «non» dai Comandamenti.
Nel secondo catalogo Browne elenca 20 titoli in tutto: ad esempio il
n° 1 è un poema di Ovidio Nasone, Ab pudet & scripsi
Getico sermone Libellum, scritto in lingua getica durante il suo
esilio
a Tomi; il n° 9 un erbario sottomarino, A Sub Marine Herbal,
dove sono descritte molte piante trovate nelle rocce, colline, valli,
prati
sul fondo del mare; il n° 14 l’Oneirocritica del re
Mitridate.
Nella terza sezione, dedicata alle «Antiquities and Rarities of
several
sorts», Browne registra una serie di curiosa naturalia e
artificiala,
tipici dei gabinetti di curiosità, come la miniutarizzazione
della
battaglia di Alcazar incisa su un uovo di struzzo o quella della
Batracomyomachia
raffigurata sulla mascella di un luccio.
A dire il vero, entrambi i cataloghi in questione non furono pubblicati
in edizioni autonome: quello di Donne apparve in una raccolta dei suoi Poems,
mentre quello di Browne in un volume intitolato Certain miscellany
tracts.
Dunque, a rigore, essi non rientrano nella tipologia di cataloghi su
cui
è focalizzata la nostra analisi. Se li abbiamo citati è
solo
per rendere conto del giudizio di Gian Carlo Ruscioni (1985, p. 72) che
li considera fra gli esempi migliori di cataloghi fantastici.
Ancora nel XVII secolo, esattamente nel 1689, vede la luce un CATALOGUS
LIBRORUM, Ab AUTORIBUS ILLUSTRIBUS, Sub finem A. 1688. et initio A.
1689.
editorum, libretto anonimo e privo di note, in 4°, di quattro
pagine
non numerate, con titoli immaginari ripartiti per classi disciplinari
(Libri
Theologici, Philosophici, Medici, Juridici, Musici) che si riferiscono
a fatti storici ben precisi, in particolare all’atteggiamento
filo-turco
assunto da Luigi XIV in quel tempo.
Fra i libri di argomento
teologico vi sono: Ludovici XIV Commentarius
in Alcoranum cum Figuris aeneis; Eiusdem Catechesis Turcica Gallice
versa;
Eiusdem Mecha Sacra. i. e. Enarratio Miracolorum sepulchri Mahometis,
&
de sancto hoc rite colendo.
Fra i libri filosofici: Lavardini
Roma subterranea; Ludovici XIV. Consolationes
ad Ecclesiam Mahometis pressam.
Fra i libri di medicina: Leopoldi
I. Cura Morbi Gallici per remedia
violenta; Decisio Medicorum Daniae, circa quaestionem, an ex Gallorum
&
Caponum carne podagra generetur?
Il catalogo si chiude con un
breve componimento poetico nel quale viene
profetizzato alla Francia, per l’anno 1689, un destino di lutti e di
stragi.
Gli ultimi volumetti esaminati fanno pensare ad una svolta nel genere
letterario dei cataloghi fantastici a stampa, che si politicizzano
rivolgendo
sempre più i loro dileggi contro gli intrighi e le malefatte del
mondo politico.
Per trovare un altro capolavoro
di «queste facete invenzioni bibliografiche»,
come le chiama Fumagalli, bisogna arrivare al 1720 quando un libraio ed
antiquario di Norimberga, J. Wohlrab (alcuni scrivono Wolrab), pubblica
un Catalogus von den raresten Büchern und Manuscriptis, welche
bishero in der Historia Litteraria noch nicht zum Vorschein nommen: nun
aber nebst einem ziemplichen Vorrath, von allerhand fürtrefflichen
Machinen und andern unvergleichlichen Kunst-Sachen, and die
meist-bietende
verlaufft werden sollen (Catalogo di libri molto rari e di
manoscritti
che non sono mai stati menzionati ancora nella storia letteraria; di
tavole,
medaglie, statue, antichità, macchine e oggetti d’arte di ogni
genere,
che saranno aggiudicati al migliore offerente), un libro in 8° di
102
pagine, stampato a Francoforte e Lipsia, di cui si hanno tre edizioni,
una seconda nel 1726, esattamente conforme alla prima, ed una terza,
senza
data, con alcuni tagli (notizie su questo catalogo si hanno, oltre che
in Fumagalli, in un articolo di Julius Petzholdt su Neuer Anzeiger
für
Bibliographie und Bibliothekwissenschaft, 763, 1862, p. 832, e
nelle Fantaisies
bibliografiques di Gustave Brunet, Paris, chez Jules Gay, 1864, pp.
5-10).
Il catalogo di Wohlrab, contenente i titoli di circa 200 volumi, 50
manoscritti, e quasi 200 oggetti d’arte, antichità, ecc., fu
proibito
e soppresso con gran cura dalle autorità per le satire violente
e soprattutto per le battute libertine in esso contenute.
Ecco alcuni titoli, in traduzione italiana, relativi agli
«Stampati»:
Memorie di un anonimo su tutte le
arti e le scienze che non sono state
ancora inventate, con un indice copioso di tutti gli autori, che
avrebbero
scritto su di esse se le avessero conosciute. Atene in Grecia, l'Anno
1902,
in 3 volumi, metà in-fol. e metà in 12°;
Abbecedario degli asini balordi,
di Maestro Cristoforo, stampato su
carta da lettere, senza pagine né parole. Biledulgerid, Anno
9762
dalla Creazione del Mondo. 2 vol. in-fol., il primo dorato a fuoco, e
l'altro
diabolicamente miniato con torli d'uovo e grasso da carri;
Leberwurst Erhard: Trattato dei
salami affumicati. Con una memoria sul
modo di cacciare le cimici da una casa, dove non ce n'è alcuna.
Metzelbach, Anno 1932, in-4°;
L'arte affatto perduta del
celebre arabo Ahalceni di arrotare gli occhiali
con i quali si può vedere tossire le pulci e sentire spuntare
l'erba.
Tripoli, 1572, in-4°.
La profonda spiegazione delle
misteriose figure geroglifiche, che si
vedono di frequente in fondo alla camicia dei bambini e delle vecchie:
di Ernesto Biscotto, con un atlante di figure originali su una pelle di
porco, principio né fine. Xotingen, l'anno 1333, in-12°.
Specchio magico spulito inventato
da Blendlatern col quale chiunque
può rendersi invisibile nella maniera più naturale
chiudendosi
notte tempo in una cassa ermeticamente serrata. Hexenberg, Anno 1311,
in-4°.
mentre nella sezione
«Manoscritti» sono riportati
titoli come:
Pelle leonina dorata di
scoiattoli, sulla quale in lettere intrecciate
sono distinte le spese di costruzione della Torre di Babele;
Manoscritto groenlandese sulla
febbre quartana delle balene, l'autore
del quale è stato già sprangato a Gerusalemme; vi
è
inoltre esposto un nuovo trovato per fucilare queste bestie, invece che
con un rampone, con un bidente carico. Oppure in mancanza di polvere,
per
acchiapparle con la tagliuola come i passerotti;
Traduzione fatta dall'Evangelista
Abacuc del sesto libro del Pentateuco
di Mosé, il quale finora non si è trovato in nessuna
Bibbia,
né vi si troverà mai finché mondo sarà
mondo.
Non può lodarsi abbastanza la diligenza del traduttore, il quale
scrisse così sottilmente l'opera sua sul pulviscolo del sole,
che
qualunque persona diventerebbe cieca prima di leggerne una sola parola;
Minuta originale del trattato di
un Rabbino di Westfalia, sul rinnovamento
della cattività di Babilonia; seguita da una dissertazione
medica
sul modo di cacciare senza fatica né dolore i denti in gola ai
saltimbanchi
per mezzo di un piccolo mazzuolo da mugnani; come pure il metodo
d'insegnare
il greco alle marmotte, perché imparino a tradurre in tedesco
gli
scritti d'Ippocrate. È un rotolo membranaceo di tela d'ortica
color
giallo-carminio, quale usano i barrocciai per coprire i loro carri.
Nel luglio 1840 i
principali bibliografi e bibliofili e le maggiori
librerie del Belgio e della Francia ricevono uno strano libello in
8°
di 12 pagine intitolato Catologue d’une très-riche mais peu
nombreuse
collection de livres provenant de la bibliothèque de feu M.r le
Comte J.-N.-A. de Fortsas, dont la vente se fera à Binche, le 10
août 1840, à onze heures du matin en l’étude et par
le ministère de M.e Mourlon, Notaire, rue de l’Église
n.°
9, tirato in 60 copie nell’operosa cittadina di Mons presso lo
stampatore-librario
Emmanuel Henri Hoyois, rue de Mimy, al prezzo di 50 centesimi. L'asta,
si precisa nel libretto, si farà in contanti, con un aumento del
10% in aggiunta al prezzo d'aggiudicazione; si potrà vedere e
collazionare
i libri il giorno prima dell'asta, dalle tre alle sei, mentre dopo
l'aggiudicazione
i libri non saranno resi per nessuna ragione. Presso Hoyois, informa
una
nota conclusiva, si trova anche, al prezzo di 1 franco, il Catalogo dei
quadri, medaglie e oggetti diversi antichi e curiosi, abbandonati dal
conte
di Fortsas, la cui vendita avrà luogo il 15 settembre 1840.
Con l'eccezione di 3 titoli, su 52, tutti gli unica, numerati
da 3 a 215, contenuti nel Catologo dei libri del conte di Fortsas
sono immaginari, come lo è del resto lo stesso conte di Fortsas,
provvisto tuttavia di una credibile e onorevole nota biografica. Si
legge
infatti nel catalogo: «Jean-Népomucène-Auguste
Pichauld,
conte di Fortsas, nato il 24 ottobre 1770 nel suo castello di Fortsas,
vicino a Binche nell'Hainaut, è deceduto, il 1º settembre
1839,
nello stesso luogo della sua nascita e nella stanza dove aveva compiuto
69 anni il giorno prima. Insieme ai suoi libri, aveva visto (o
piuttosto
non aveva visto) passare trenta anni di rivoluzioni e di guerre senza
muoversi
un istante dalla sua occupazione preferita, senza uscire in qualche
modo
dal suo santuario. È per lui che avremmo dovuto creare il motto:
Vitam
impendere libris».
«Il conte di Fortsas», precisa ancora l’anonimo
curatore
del catalogo, «non accettava sui suoi ripiani che opere
sconosciute
a tutti i bibliografi e cataloghisti. Era la sua regola invariabile,
regola
dalla quale non si è mai allontanato. Con un sistema simile, si
riesce a capire come la sua collezione, benché egli le avesse
consacrato
somme considerevoli durante quarant’anni, non potesse essere molto
numerosa.
Ma ciò che stentiamo a credere, è che egli lasciasse
impietosamente
fuori dai suoi scaffali dei volumi pagati a peso d'oro, dei volumi che
erano stati l'orgoglio dei collezionisti più esigenti, non
appena
veniva a conoscenza che un'opera, fino ad allora sconosciuta, era stata
segnalata in qualche catalogo. Questa triste scoperta era riportata nel
suo inventario manoscritto, in una colonna destinata a ciò, con
queste parole: Si trova menzionato in questa o quell'opera, etc.; poi:
venduto, donato, o (cosa incredibile se non si sapesse fino a che punto
può spingersi la passione dei collezionisti esclusivi)
distrutto».
Com’è noto l’autore di questa beffa esilarante fu
Renier-Hubert-Ghislain
Chalon (1802-1889), maggiore dell’esercito in pensione, presidente
della
«Società dei Bibliofili belgi» e autore di saggi
sulla
numismatica. I retroscena di questa burla, da Chalon definita
«une
pure espiéglerie d’écolier [una birichinata da
scolaro]»,
furono svelati nel libro di Hoyois, Documents et
particularités
historiques sur le catalogue du comte de Fortsas, ouvrage
dédié
aux bibliophiles de tous les pays, Mons, Hoyois, 1857.
Il catalogo ebbe diverse ristampe: fra le altre una a Bruxelles nel
1856 presso la tipografia di Sacré, a Lione nel 1863 presso
Perrin
e poi di nuovo a Bruxelles, sempre nel 1863, un’altra, in 200 esemplari
numerati presso P.-J. Leemans e nel 1894 (?) presso G.A. Van Trigt.
Secondo
Fumagalli, la paternità del catalogo Fortsas nell’edizione 1863
fu attribuita, burla nella burla, al «defunto Henri [Florent]
Delmotte
[1798-1836], notaio e conservatore della biblioteca pubblica di Mons,
fondatore
e presidente della Società dei Bibliofili, creatore del Circolo
Pétotico-Maronico-Huîtrique», che nel 1835 aveva
firmato
un libro insieme a Chalon.
La riproduzione integrale del catalogo di Fortsas si trova nel Journal
de l’amateur de livres (1850, pp. 141-152) a cura di Jannet, nell’Essai
sur le bibliothèques imaginaires (1851) di Brunet e
più
di recente nel libro di Walter Klinefelter The Fortsas bibliohoax
(Newark, N.J., The Carteret book club, 1941) e in The Fortsas Hoax
(London, Arborfield, 1961) curato da James Moran. Notizie interessanti
sono anche nel Dictionnaire des ouvrages anonymes et pseudonymes
composées
(1822-1827) di Antoine-Alexandre Barbier e nelle Supercheries
littéraires
dévoilées (1847-1853) di Joseph-Marie
Quérard.
Raccontano François Caradec e Noël Arnaud che «al
di fuori dell'erudito Polain [Pierre-Alphonse (1813-1877), scrittore e
libraio di Liegi, n.d.r.], che finì per fiutare la frode, tutti
i destinatari presero comunque seriamente l'affare, e Chalon fu il
primo
a stupirsene. Il mondo dell'alta bibliofilia era in subbuglio. Si vide
uno di loro [il Presidente de Gerlache, affermano Quérard e
Fumagalli,
forse alludendo al barone Étienne-Constantin de Gerlache
(1785-1871)
che fu Presidente del Consiglio, per poco tempo, del Congresso
Nazionale
e per 35 anni della Corte di Cassazione belga, n.d.r.] assicurare che
il
conte di Fortsas peccava di furfanteria, possedendo egli stesso una
buona
metà delle opere cosiddette uniche. La famiglia dei principi di
Ligne, toccata dall'annuncio di un’opera licenziosa del
principe-scrittore
[si tratta del titolo n. 48 che recita così: «Le mie
campagne
nei Paesi Bassi, con l'elenco, giorno per giorno, delle fortezze che ho
vinto all'arma bianca. Stampato da me solo, per me solo in un solo
esemplare,
e per evidenti ragioni (...). Catalogo più che curioso dei
successi
del Principe di Ligne. Il maresciallo Richelieu gli aveva senza dubbio
dato l'idea di questo singolare inventario», n.d.r.], fece di
tutto
per assicurarsi il possesso e la messa fuori circuito del racconto
"delle
scappatelle di questo sporcaccione di nonno". Techener [Jacques-Joseph
(1802-1873), libraio editore e bibliofilo francese, n.d.r.], da Parigi,
mandò le sue commissioni. Gabriel Peignot [(1767-1849),
bibliografo
e libraio francese, n.d.r.] non nascondeva, lui stesso, la propria
incertezza.
Il conservatore della Biblioteca Reale di Bruxelles [il barone di
Reiffenberg,
Frédéric Auguste Ferdinand Thomas (1795-1850), n.d.r.]
sollecita
con insistenza [in una lettera del 17 luglio 1840 indirizzata al
ministro
dei lavori pubblici del regno di Belgio, indicato da Brunet con il nome
di “Gerlache”, n.d.r] perché conceda un credito eccezionale [di
1.785 franchi, n.d.r.] per l'acquisizione di certi numeri, 34 per
l'esattezza.
Ottiene finalmente soddisfazione, salvo che per 7 numeri [12, 35, 48,
55,
83, 109, 167, n.d.r.] giudicati dal ministro troppo osceni per una
biblioteca
pubblica. A Binche si viene a sapere che delle alte personalità
hanno l'intenzione di trasferirsi, per contendersi tali tesori con
rialzi
di offerta. Chalon e qualche suo raro confidente in questa avventura
decideranno
prudentemente di mettervi fine. Venne pubblicato un avviso e inviato ai
destinatari del catalogo, segnalando che l'asta non avrebbe avuto
luogo,
poiché la città di Binche aveva deciso d'acquistare in
blocco
tutta questa mirifica biblioteca. Ma già numerosi collezionisti
erano sul posto. "Ci furono degli stizzosi che si offesero e
annunciarono
la loro intenzione di ricorrere alla giustizia"» (François
Caradec e Noël Arnaud, «Le catalogue de la
Bibliothèque
du Comte de Fortsas», in Encyclopédie des farces et
attrapes
et des mystifications, Paris, Jean-Jacques Pauvert, 1964, pp.
234-237).
Fra i titoli censurati dal ministro figurano:
35. Poesie di quaresima (del
Sig. Poisson). Alla Trappa, presso
Lafriture. (Mons, Henri Bottin), 1779, in-12 di 264 pp.; volume
incompiuto,
rilegatura in mezza pelle, dosso e angoli di marocchino bleu.
Di Francois Auguste Poisson, detto il poeta, nato a Mons nel
1725 e morto nella stessa città nel 1788. Il genere preferito da
questo poeta monsese era la satira e l'epigramma di cui, troppo
sovente,
la cattiveria era il solo condimento. Non contento d'avere propagato e
letto da ogni parte il suo manoscritto, Poisson, così come ogni
altro, volle vedersi stampato da vivo. Sfortunatamente per la sua
gloria,
il Consiglio fu informato di questa edizione clandestina; e
poiché
qualche parrucca di questo rispettabile corpo veniva assai maltrattata
nelle sue rime, il libro fu fatto sequestrare prima ancora che uscisse.
Il mio esemplare, solo è scampato al fuoco, proviene dagli eredi
dell'autore. Poisson è stato celebre sia per i suoi calembour
che
per i suoi versi; e per finire degnamente, come aveva vissuto, volle
chiudere
con una battuta. Mentre riceveva l'estrema unzione: «Povero
Poisson,
esclamò, tu sei f...., ti cucinano all’olio».
109. Avventure galanti
del capitano Blainville, durante il
suo soggiorno a B *** (Bruxelles). Senza indicazione di luogo,
1746,
piccolo in-12, 369 pp., marocchino bleu, dorato sul taglio.
Piccanti rivelazioni (vere o false) sull'alta società
di Bruxelles di quei tempi, del genere degli Amusements di Chevrier
[riferimento
a Les Amusements des dames de Bruxelles, s.d., 2a ed. 1762, di
François-Antoine
Chevrier (1721-1762), n.d.r.], ma più forte.
167. I sette contadini
d'Anderlue, tragedia in 7 atti e
in versi, di Bidet. Mons, Monjot, tipografo-libraio, rue de la Clef,
1807,
in-8º.
A questo punto lasciamo
Mons e spostiamoci a Londra dove nel 1862
esce anonimo, per timore di azioni legali, un Catalogue of the
extensive
library of Dr. Rainbeau. F.R.S., F.S.A., A.S.S., which Messrs. Topsy,
Turvy,
& co. will put up for public competion [sic] on Saturday,
October,
1862, 10 pagine in 8°. Il suo autore, R. Lonsdale, cui si deve un
«melodramma
burlesco» in un atto intitolato The King’s bounty or The
Deserter
(1874), si prende gioco della biblioteca di Edward Francis Rimbault
(1816-1876),
musicografo inglese di origine francese. Il catalogo contiene palesi
allusioni
a falsi musicali e a plagi di cui Rimbault fu sospettato. Notizie sul Rainbeau
catalog, di cui esiste un’edizione facsimile di quella del 1862,
con
un’introduzione firmata J. B. Coover, edita da Distant Press nel 1962,
si trovano in Martin Breslauer (1941).
All’inizio del secolo XX
sono molto attivi nella creazione di
cataloghi fantastici a stampa i librai e i bibliofili tedeschi. Walter
Blumenthal (1966, p. 17) segnala che fra il 1910 e il 1912 il libraio
berlinese
Martin Breslauer prepara tre cataloghi immaginari.
In quel periodo, sempre in Germania, escono almeno altri due gustosi
libretti. Il primo, intitolato Die unsichtbare Bibliothek (La
biblioteca
invisibile), 87 pagine numerate, stampato nel 1910 a Monaco e Lipsia,
presso
l’editore G. Müller, in 1000 esemplari, è opera di
Franz-Joseph-Wilhelm
von Scholz (1874-1922), letterato e drammaturgo tedesco. Anche in
questo
caso occorre sottolineare che la biblioteca invisibile di Scholz non
è
una pubblicazione autonoma, ma appare insieme ad altri testi divertenti
e licenziosi che l’autore compone per lo più in forma di
recensione.
Il secondo libretto, di sole quindici pagine, curato da Anton
Kippenberg
(1874-1950), scrittore e presidente della
«Goethe-Gesellschaft»,
esce a Norimberga nel 1925, presentato come il «Katalog No.
517»
dei libri in vendita dell’antiquario Fürböter. Il titolo
esatto
è: Katalog / des noch vorhandenen Teiles / der Sammlumgen /
des
zu Stallüpönen verstorbenen Herrn / Emil Meyer /
Président
d’honneur de la Société Internationale / des trois
Bibliophiles,
/ Welche die / gesamte Weltliteratur / einst umfassten. / Dabei die
grössten
Seltenheiten: / Die allererste Ausgabe der Räuber, / Brentanos
Godwi,
No. 311 des Wirbelnden Wagens / von Gottlieb Schulze, Bücher mit
handschriftlichen
/ Widmungen, die verloren geglaubte Liedersammlung / Karls der Grossen,
das Corpus Lichtenbergense / usw. usw. / ... Fürböter’s
Antiquariat
/ Nürnberg, Leipziger Strasse 44. / Katalog No. 517. / 1925
(Catalogo
della parte ancora esistente delle raccolte del signor Emil Meyer,
deceduto
a Stallüpönen, Presidente onorario della Società
internazionale
dei Tre Bibliofili, catalogo che un tempo comprendeva l’intera
letteratura
mondiale, ivi incluse le più grandi rarità: come la
primissima
edizione dei Masnadieri, l’opera Godwi di Brentano, No 311 de Il Carro
Roteante di Gottlieb Schulze, libri con dediche manoscritte, la
raccolta
delle canzoni di Carlo Magno, finora ritenuta perduta, il Corpus
Lichtenbergese,
ecc. ecc.). Come si deduce dal titolo, si tratta di libri (39)
estremamente
rari provenienti dalle raccolte di Emil Meyer, presidente di una
stravagante
società bibliofila, personaggio cui è dedicato nel
catalogo
un pezzo commemorativo. Quanto alla voce n° 22, il libro delle
canzoni
di Carlo Magno, stampato su carta, da sempre ritenuto smarrito, il
compilatore
del catalogo avanza dei dubbi, dato che la carta entra in uso soltanto
3-4 secoli dopo la morte di Carlo Magno; per questa ragione, si
precisa,
il libro è sospeso dalla vendita in attesa di ulteriori
accertamenti.
Facciamo un passo indietro. Nel 1910 Edmond Cuénoud,
amministratore
d’immobili a Montparnasse e bibliofilo fornito di humour, fa stampare
un CATALOGUE
DES LIVRES DE LA BIBLIOTHÈQUE DE M. ED. C., qui seront
vendus
le 1er avril prochain à la Salle des Bons-Enfants,
illustrato
da Carlègle, pseudonimo di Charles Émile Egli
(1877-1937).
Ogni titolo è accompagnato dalle «indicazioni strettamente
necessarie», del tipo: Abelardo, scompleto, tagliato (riferimento
al fatto che Pietro Abelardo fu evirato per aver sposato in segreto
l’allieva
Eloisa); F. Cooper, L’ultimo dei Mohicani, pelle rossa; A.
Dumas
figlio, L’Ami des femmes, completamente esaurito; Witowski, I
seni, due affascinanti volumi (cfr. Hans Tuzzi, Collezionare
libri
antichi, rari, di pregio, Milano, Edizioni Sylvestre Bonnard, 2000,
pp. 106-107; nel 1994, dichiara Tuzzi, pseudonimo con il quale uno
scrittore
e bibliofilo firma i suoi scritti sul collezionismo librario, il
catalogo
di Cuénoud è in vendita al prezzo di 5500 franchi
francesi).
Di seguito si riportano i titoli del catalogo di Cuénoud citati
nel racconto Le flaneur des deux rives (1918) di Guillaume
Apollinaire
(Paris, Éditions de la Sirène, 1918, pp. 84-86):
Abeilard. Incomplet,
coupé.
Alexis (P.), Celles qu'on n'épouse pas. Nombr. taches.
Allais (A.), Le Parapluie de l’Escouade. Percale rouge.
Ange Bénigne, Perdi, le couturier de ces dames. Av. notes.
Aristophane, Les Grenouilles. Papier du Marais.
Auriac, Théâtre de la foire. Papier pot.
Balzac (H. de), La peau de chagrin. Rel. id.
Beaumont (A.), Le beau Colonel. Parf. état de conserv.
Boisgobey (F. de), Décapitée. En 2 part., tête
rog., tr. r.
Borel (Pétrus), Madame Putiphar. Se vend sous le manteau.
Carlègle et Cuénoud, L'Automobile 217-UU. Beau whatman.
Claretie, La Cigarette. Papier de riz.
Coulon, La mort de ma femme. Demi-chagrin.
Courteline, Un client sérieux. Rare, recherché.
Dubut de Laforêt, Le Gaga. Très défraîchi.
Dufferin (lord), Lettres écrites dans les régions
polaires.
Papier glacé.
Dumas (A.), Napoléon. Un grand tome.
Dumas fils (A.), L'Ami des femmes. Complètement
épuisé.
Dumas fils (A.), Monsieur Alphonse. Dos vert.
Fleuriot (Z.), Un fruit sec. Couronné par l'Acad. franç.
Gaignet, Bossuet. Pap. grand-aigle.
Gazier, Port-Royal des champs. Rel. janséniste.
Grandmougin, Le Coffre-fort. Ouvr. à clef.
Grave (Th. de), Le Rastaquouère. Av. son faux titre.
Guimbail, Les Morphinomanes. Nombr. piq.
Hauptmann, Les Tisserands. Toile pleine.
Havard (H.), Amsterdam et Venise. Petites capitales.
Hervilly (E. d'), Mal aux cheveux. Une jolie fig.
Karr (A.), Les Guêpes. Piq.
Kock (P. de), Histoire des cocus célèbres. Nombr. cornes.
La Fontaine, L’anneau d'Hans Carvel. Mis à l'index.
La Fontaine, Les deux pigeons. Format colombier.
Livre d'heures. In-18 Jésus.
Mæterlinck, La Vie des abeilles. Qques bourdons.
Maindron, Les Armes. Grav. sur acier.
Mattey, Le billet de mille. Très rare.
Maury (L.), Abd-el-Aziz. Maroq. écrasé.
Montbart (G.), Le Melon. Tr. coupées.
Rémusat (P. de), Monsieur Thiers. Un petit tome.
Thierry (G.-A.), Le Capitaine sans façon. Basane.
Vigny, Cinq Mars. Tête coupée.
Vilmorin, Les oignons. Pap. pelure.
Voltaire, Le Siècle de Louis XIV. Magnif. ill. en tous genres,
etc., etc.
Nel 1928 Henry Gordon Ward cura
un pamphlet di 16 pagine in 8°,
pubblicato a Londra da Kegan Paul, Trench, Trubner & Co.,
intitolato A
Seventeenth-Century German Moch Catalogue (Catalogus etlicher sehr
alten
Bücher welche neulich in Irrland auff einem alten eroberten
Schlosse
in einer Bibliothec gefunden worden [Catalogo di alcuni libri
antichi
trovati recentemente in Irlanda nella biblioteca di un vecchio castello
conquistato], Anno 1650), dove sono riportati 100 titoli ironici di
libri,
suddivisi per soggetto: teologia, legge, medicina, musica, geografia,
politica,
storia e varie. Nel 1650 – questa la tesi su cui è costruito il
catalogo - un anonimo autore tedesco avrebbe trovato quest’elenco nella
biblioteca di un antico castello irlandese. Il n° 5 del catalogo
riporta
questo titolo: «Nimrod’s Tractätlein von der Jägerey
(Trattatello
sulla caccia di Nimrod [nipote di Cam, uno dei tre figli di Noè,
primo re di Babilonia e promotore della costruzione della torre di
Babele])»,
mentre al n° 9 troviamo: «Joh. Fausts Magia Naturalis,
Fledermäuse
zu machen (La magia naturale di Johann Faust su come fare
pipistrelli).»
Ancora nel 1928, a Praga, Miloslav Novotný (1894-?) pubblica Svízele
bibliografovy: povídka bibliofily (Le difficoltà del
bibliografo: racconto bibliografico), un libretto di 22 pagine con il
titolo
in rosso e nero, contenente una bibliografia di libri immaginari
accompagnata
da illustrazioni e dalla riproduzione di esempi di finte pagine.
Nell’aprile 1946 Francis Peloubet Farquhar (1897-?) pubblica a San
Francisco presso la Grabhorn Press A catalogue of rare books &
manuscripts,
including general literature-Americana and a superb selection of fine
press
books, recently acquired from the library of a well-know collector,
offered
for sale by the Caveat Book Shop. Apr. 1, 1946. Catalog n° 1,
un
opuscolo di 15 pagine con illustrazioni, in 250 copie. All’interno sono
riprodotti alcuni frontespizi come quello del libro (titolo n° 25)
di Aurelia Henry Reinhardt, To Hell with Dante, edito
dall’Ashendene
Press a Londra nel 1894, in quarto, copia sgualcita con copertina in
marocchino
e le estremità dorate, messo in vendita a $ 125. Secondo quanto
dice Edwin H. Carpenter (1947), qualcuno scrisse al falso indirizzo
riportato
nel catalogo per averne una copia. Il libretto di Farquhar è
stato
poi ristampato in William Targ, Carrousel for bibliophiles, a
treasury
of tales, narratives, songs, epigrams and sundry curious studies
relating
to a noble theme, New York, P.C. Duschnes, 1947.
Il bibliofilo e collezionista Herman Warwell Liebert (1911-1994),
autore
di numerosi lavori sullo scrittore inglese Samuel Johnson (1709-1784) e
Primo Bibliotecario alla «Beinecke Rare Book and Manuscript
Library»
di New Haven (Connecticut, Usa), pubblica nel febbraio 1955 nella
stessa
città statunitense un Catalogue. No. 1, per i tipi della
St. Ronan Bookshoppe. Si tratta di 8 pagine spillate che mettono in
vendita
una serie di rarità librarie. Fra queste una collezione di 210
lettere
di un corrispondente che si firma «S. J.» o
«Popsy»
ad un giovane amico «che sembra sia stato un avvocato, forse
scozzese»
e il più grande manoscritto conosciuto, La Morte de Guenivere
(1290ca), che misura 7 x 9½ piedi (un piede è 30,48 cm).
La nostra esplorazione nell’avvincente mondo dei cataloghi a stampa
di libri immaginari si conclude, in attesa di ulteriori scoperte, con
la
segnalazione della Bibliotheca Chimaerica, un libretto in
offset
di 12 pagine, corredato di un’introduzione, che il bibliografo William
Alexander Jackson (1905-?) stampa in 250 copie nel 1962 a Cambridge
(Massachusettes,
Usa) presso la Houghton Library di Harvard.
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http://invislib.blogspot.com,
The Invisible Library.
http://www.lib.udel.edu/ud/spec/exhibits/forgery/index.htm,
Frank
Trover’s
Collection.
Fonte:
L'oggetto libro 2001,
Edizioni Sylvestre Bonnard, Milano, 2002, pp. 200-215.
__________________________________________________________
Su L'oggetto libro 2001 e in
particolare su questo mio saggio la
recensione di Stefano Salis su
"Domenica",
supplemento culturale de Il Sole-24 ore di domenica 6 ottobre
2002.
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