Mario Verdone
FORSE QUENEAU?
Questo titolo è un giuoco.
"Forse che sì, forse che no?"
Infatti l'Enciclopedia delle scienze anomale espone allo stesso
tempo tante cose vere e tante cose che della verità hanno
soltanto
l'apparenza. "Che no" è anche Queneau, lo scrittore francese da
cui parte il giuoco. Queneau è lo studioso dei pazzi
intellettuali,
degli eccentrici, dei grotteschi letterari, l'ideatore di una non
realizzata
Enciclopedia delle scienze inesatte, di quelle scienze, cioè,
che
sono anomale perché hanno qualcosa di vero e qualcosa di
fasullo.
Non si possono ignorare. Esistono. Possono essere contrapposte alle
scienze
ufficiali, con il pregio di non essere chiuse e conservatrici. Infatti,
quante dimostrazioni di scienze ritenute esatte si sono rivelate
inesatte?
Non a caso viene citato nell'introduzione
dell'Enciclopedia anche Galileo Galilei, come combattente contro la
sicurezza
scientifica. Non era il pensatore toscano colui che diceva
ostinatamente:
«Eppur si muove»?
Ovviamente gli autori Paolo Albani e Paolo della Bella non sono
programmaticamente
ostili alla scienza. Però ci aiutano in maniera salutare a
essere
più scettici, meno sicuri. E in questo momento, in cui
l'ambiente
in cui viviamo è cosi aperto a tutte le stranezze, anche della
natura,
a tutti i pericoli, a tutti i giuochi (penso anche al giuoco delle
elezioni,
in Usa come in Italia), di questi salutari scetticismi abbiamo bisogno.
Siamo stati abituati a vivere di troppe certezze. Albani e della Bella
ci consigliano, con il loro lavoro extra-ordinario, di fare uso del
dubbio.
Vicino alle analisi di molti dei nostri giuristi, scienziati, curatori
dei nostri mali, forse è solo il dubbio che ci può
aiutare
a capire e a salvarci. Abbiamo bisogno di una Società degli
Apoti,
cioè di coloro a cui non si dà a bere.
Ho letto da tempo, non da ora, il Manifesto della Scienza futurista,
che l'Enciclopedia mette opportunamente in evidenza: la scienza
futurista
è audacemente esploratrice, dichiaratamente con-traddittoria,
felice
di scoprire oggi una verità che distrugga la verità di
ieri,
amante dell'ignoto, capricciosa, agile, ignotofila, sicurezzofoba,
allegra,
nemica della pedanteria. Ne furono assertori, nel 1916, Arnaldo Ginanni
Corradini, alias Arnaldo Ginna, e suo fratello Bruno Ginanni Corradini,
alias Bruno Corra, insieme ad altri loro amici.
Non posso analizzare dettagliatamente questo straricco corpus di
notazioni
e di voci che va verso le cinquecento pagine fitte. Sono però
sicuro
dell'interesse che può suscitare un tomo così denso, ma
non
noioso, anzi fantasioso, insolito, creativo, divertente, che parla
seriamente
delle leggi fondamentali della stupidità, forza oscura che
impedisce
la crescita del benessere e della felicità umana; della
fisiologia
del matrimonio inteso da Honoré de Balzac come
«combattimento
ad oltranza»; della difettologia, disciplina che studia i
difetti;
della fisiognomica, chirofisonomia e grafologia; della nimbologia o
classificazione
delle nuvole, di Fosco Maraini. Se volete indicazioni sulla scienza
dell'abbigliamenco,
che, come dice Polonio nell'Amleto, ha come sua qualità
eminente
l'espressività, cercare alle voci: elegantologia e
caratteriologia
dei pantaloni. È quasi un "dimmi che pantaloni porti e ti
dirò
chi sei".
Non manca, naturalmente, la patafìsica di Alfred Jarry, o
scienza
delle anormalità, delle soluzioni immaginarie, delle leggi che
governano
le eccezioni, tentando di arrivare alla verità, senza
raggiungerla.
Questa Enciclopedia riesce, insieme, a essere di sicura ricreazione
e un invito a pensare. Va a caccia di curiosità ma ci avvicina
al
dubbio, di cui addita l'importanza in un momento in cui, in tutti i
campi,
viviamo accanto a tanti chiassosi "rivenditori" dell'oratoria, della
clonazione,
del rimedio sicuro e riabilita il pensiero sfumato, riconosce
l'aleatorio
e l'anormale, è attenta alle eccezioni e non vede soltanto il
bianco
e il nero, ma, saviamente, anche l'indeterminato e il chiaroscuro.
Testo della motivazione al Premio "Orient Express" per la saggistica
2000
pubblicato su Il Ponte, 2, febbraio 2001, pp. 154-156.
Il Premio "Orient Express", nato a Roma nel 1989, in un ristorante
dall'omonimo nome in Trastevere e arredato come l'omonimo treno, per
iniziativa di Ornella Palumbo e Francesco Castronuovo, ha una
periodicità annuale e comprende le sezioni "Poesia o narrativa",
"Saggistica", "Opera prima".
La giuria è composta da Walter Pedullà (presidente), Ornella Palumbo
(coordinamento e segreteria), Beatrice Alfonzetti, Maria Pia Ammirati,
Silvana Cirillo, Paolo Guzzi, Mario Lunetta, Renato Minore, Giuliana
Morandini, Giuseppe Neri, Lamberto Pignotti, Claudio Rendina, Mario
Verdone.
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