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PAROLE IN VISTA
Momenti della scrittura visiva
e del libro d'artista in Italia

a cura di Franco Spena
 


Paolo Albani
Ex libro (1987)
cm 45x55, libro tagliato



PAROLE IN VISTA
di 
Franco Spena

Il bisogno di ricercare forme di relazione tra la scrittura e la sua immagine ha origini antiche. Scrivere infatti è sostanzialmente dare forma alla parola della quale viene realizzata una traduzione iconica. Dice Erlich: «La supremazia della forema sul contenuto fu il grido di battaglia del primo futurismo russo. Il segno verbale era concepito come un'entità autonoma che organizza il materiale dei sentimenti e dei pensieri, più che dar loro forma». In particolare, aggiunge di «dar significato alle sue caratteristiche grafiche e fonetiche». Dalla mano che traccia e incide, alla mano che scrive, alla scelta del carattere e della sua immagine nella stampa, al rapporto col colore e alla sua posizione nella pagina, intercorrono una serie di relazioni tra enunciato ed enunciazione, ma anche tra tutto quanto nel passaggio, rimane inespresso e inesprimibile. Quel misterioso registro segnico che passa anche dall'emozione e dal sentimento e che, in particolare, apre il campo alla diversa forma di espressione che può essere quella dell'arte e della poesia. Nel tempo la ricerca poetica ha cercato dì comprendere come il significato e la sua parte visibile potessero interagire, sia per rafforzare il senso, come per esplorare altre estensioni dei significati e quindi nuovi e diversificati sensi. La forma, il colore, il segno, la materia, mentre connotano di maggiori elementi emozionali l'espressione, finiscono non tanto per contaminare la scrittura quanto per provocare degli sbordamenti, degli sconfinamenti verso i! terreno dell'immagine. Da Simmia da Rodi e i Carmina figurata greci e latini, alle miniature medievali, a Rabelais, a Schwitters, ai futuristi, a Mallarmé, ad Apollinaire, a Lewis Carrol, ad Ezra Paund, a molte esperienze del novecento, alla poesia visiva, alla nuova scrittura, può tracciarsi, come è stato fatto, la storia di questo «desiderio» di questo «liason» che conduce, per altre vie, anche a molte sollecitazioni singlossiche che il linguaggio pubblicitario porge ogni giorno ai nostri occhi.
È la storia di una scrittura che non solo cerca una immagine di se stessa, ma dialoga con altre immagini attraverso sempre più sofisticate relazioni di senso. Relazioni che conducono verso un'arte dello scrivere o di uno scrivere ad arte che può divenire anche poesia.
È appunto il campo della scrittura visiva che propone il suo linguaggio eterodosso come forma d'arte, come forma di espressione che si rivela - al di là della specificità dei linguaggi, caricandosi di senso oltre la cultura e l'esperienza nella quale nasce - vera e propria forma d'arte.
Così, mentre si rompono o rimangono sempre meno definiti i confini tra letteratura ed arte, tra scrittura e immagine, viviamo proprio in un tempo-transito nel quale l'immagine della scrittura ha un peso fondamentale nell'utilizzo delle tecniche di informazione dei mezzi di comunicazione di massa per alimentare forme di seduzione, di persuasione, come di desiderio.
«Parole in vista» offre la possibilità di cogliere alcune linee all'interno di una scrittura liberata, che esprime un utilizzo della parola che si fa altro da sé sbordando a volte verso l'arte o di una pittura che si sposta verso la letteratura e la poesia, o una parola che si organizza come oggetto, o diviene segno o ancora immagine o concetto che dialoga con altre estensioni del pensiero o diviene geometria, ritmo, composizione, o si dissolve e scompare procedendo per allusioni, per brevi apparizioni. In ogni caso, che subisce una contaminazione che la trasforma e che la fa divenire accessibile attraverso altri parametri, come in questo caso, quelli del vedere [...].

Dal catalogo della mostra: Franco Spena, a cura di, PAROLE IN VISTA. Momenti della scrittura visiva e del libro d'artista, Palermo, Regione Siciliana, Assessorato Regionale dei Beni Culturali e Ambientali e della Pubblica Istruzione, 2001, p. 28.

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