Paolo Albani
CHE BURLONE
QUELLO SCIENZIATO!

 

Se c’è una scienza che va presa sul serio, e non sottovalutata, questa è la «Scherzologia», il cui oggetto di studio sono gli scherzi. In un’ipotetica Facoltà di Irrilevanza comparata, come quella concepita da Umberto Eco, troviamo fra i testi per gli esami del corso di «Scherzologia» Et ab hic et ab hoc di Americo Scarlatti (13 volumi pubblicati fra il 1900 e il 1934), un’enciclopedia di «varia e amena erudizione» il cui primo volume sulle Amenità letterarie, ristampato nel 1988, a cura di Guido Almansi, è sottotitolato Stranezze, bizzarrie, scherzi e bisticci letterari, e l’Encyclopédie des farces et attrapes et des mystifications di François Caradec e Noël Arnaud (1964).

    In questi giorni è uscito una specie di manualetto, una dispensa che tornerebbe utile agli studenti del corso di «Scherzologia», dato che tratta degli scherzi effettuati dagli scienziati. L’ha scritta Vito Tartamella, caporedattore del mensile «Focus» e docente di giornalismo scientifico in vari Master universitari. Il titolo del libro, Il pollo di Marconi e altri 110 scherzi scientifici, prende spunto da un episodio veramente accaduto nella villa Griffone di «cal mat ed Marconi», l’inventore del telegrafo senza fili, premio Nobel per la Fisica nel 1909: una domestica lascia un pollo spennato in cucina, il giovane Marconi lo vede e collega dei fili elettrici alle zampe del pollo, poi si nasconde nel corridoio e non appena la donna rientra in cucina, azionando un trasformatore capace di generare impulsi a alta tensione, fa sobbalzare il pollo sul tavolo; la donna si mette a urlare, fugge credendo che il pollo sia resuscitato; a niente valgono le rassicurazioni del giovane Marconi che, inseguendola, le dice: «È uno scherzo, il pollo è morto, non preoccuparti!».


      


  Gli scherzi sono dei «test di intelligenza», scrive Tartamella, se uno ci casca vuol dire che non è abbastanza sveglio. Gli scherzi in campo scientifico sono importanti perché servono a svelare il lato giocoso, fantasioso, provocatorio, spiritoso e umano degli scienziati, spesso visti in modo distorto come pazzi pericolosi.

  Riprendendo la classificazione avanzata dall’attivista statunitense Abbie Hoffman, un esperto in questo campo, Tartamella classifica gli scherzi in tre grandi tipologie: 1) gli scherzi neutrali, azioni fisiche inaspettate, dispetti che mettono in difficoltà o in ridicolo un’altra persona; 2) gli scherzi satirici (i più numerosi), che colpiscono, con ironia, determinate paure o fallimenti di una vittima; e infine 3) gli scherzi vendicativi (pochi) che, senza scrupolo e in modo pesante, vogliono umiliare il bersaglio prescelto.

  Gran parte degli scherzi raccontati da Tartamella si inseriscono nella tradizione legata ai cosiddetti «pesci d’aprile», la cui origine è controversa, e alla pratica storico-culturale della goliardia che non è solo edonismo superficiale, ma nasce da un sano spirito che esalta la libertà di critica.

    L’altro aspetto interessante della ricerca di Tartamella è che molti degli scherzi recensiti appaiono in riviste scientifiche accreditate, serissime, come «Science» e «Nature», a volte all’insaputa delle redazioni – è il caso di un famoso articolo co-firmato da un (finto) ricercatore di nome Stronzo Bestiale di un (finto) Istituto di studi avanzati di Palermo –, altre volte con la complicità delle stesse redazioni delle riviste scientifiche, a riprova di quanto sia salutare, anche in ambito scientifico, non prendersi troppo sul serio.

  In certi casi gli scherzi si presentano in forma di “supercazzole”; c’è un capitolo nominato con questa espressione nel libro di Tartamella, là dove si parla del turboencabulatore, una misteriosa macchina che il suo progettista spiega con una sfilza di parole prive di senso. Segue un capitolo dedicato alle invenzioni fasulle, tipo quella attribuita a Thomas Edison, un apparecchio capace di produrre cibo semplicemente mescolando «aria, acqua e terra», o il dispositivo chiamato “Orecchio” capace di inviare e-mail telepatiche, cioè con la sola forza della mente, o il PC alimentato da patate, o ancora il servizio TiSP (Toilet Internet Service Provider), un sistema per portare la banda larga gratis in casa basato su un collegamento con la tazza del water.

In un altro capitolo si parla di «uno dei più clamorosi scherzi televisivi di tutti i tempi» propinato in Svezia: trasformare un televisore in bianco e nero in un apparecchio a colori semplicemente mettendo sopra lo schermo una calza di nylon.

    Dal capitolo sulla satira scientifica, segnalo un saggio di Horace Miner, noto antropologo statunitense, uscito nel 1956 sull’«American Anthropologist», che descrive con dovizie di particolari i riti di una popolazione indigena poco conosciuta, i Nacirema, stanziatasi nel Nord America, nel territorio tra i Cree del Canada, gli Yaqui e i Tarahumare del Messico e i Carib e Arawak delle Antille (provate a leggere al contrario la parola “Nacirema” e scoprirete di chi sta parlando Miner).

     Sapevate che il cambiamento climatico è stato provocato dal brusco calo di pecore in Nuova Zelanda, poiché il bianco vello delle pecore, riflettendo la luce del sole, mitiga il riscaldamento del pianeta? O che la Microsoft ha lanciato un’offerta per acquistare la Chiesa cattolica?

No? Per verificare come stanno davvero le cose leggetevi il libro di Tartamella, scoprirete che gli scherzi degli scienziati (ne ha fatti anche il Nobel Enrico Fermi) ci aiutano a guardare la scienza con occhi diversi.

 

 

Il pollo di Marconi e altri 110
scherzi scientifici


Vito Tartamella

Edizioni Dedalo, pagg. 286, € 18







 Domenica - Il Sole 24 Ore, N. 158, 17 luglio 2022, p. IX.

______________________________________________


Per andare o ritornare al menu delle mie collaborazioni
alla Domenica de Il Sole 24 Ore cliccate qui.
_________________________________________

HOME PAGE   TèCHNE  RACCONTI  POESIA VISIVA

ENCICLOPEDIE BIZZARRE  ESERCIZI RICREATIVI  NEWS