SUL ROVESCIAMENTO PICCOLO OMAGGIO AL BENDAZZI PALINDROMISTA Breve schema della mia relazione esposta con Power Point
Il Sac. Dott. Anacleto Bendazzi è stato un grande palindromista. E non poteva essere altrimenti, per uno morto a 99 anni, il 28.2.82, e il cui libro Bizzarrie Letterarie porta l’indicazione: “Finito di stampare in Milano il 15-1-51”. Bendazzi è autore di Adenoidi, un testo composto di 220 versi palindromi “per capire i quali bisogna avere acume e cacume!” Adenoidi Dio ne dà.
Bendazzi è autore anche di palindromi un po’ licenziosi per un prete, come questi: Ella va nuda ad una valle. E trepida da dì per te. E sozze veneri, sirene vezzose,
Era fottuta, a tutto fare. Ha fatto anche un palindromo sui postriboli: Irene vedrai là, Maria, Zaira,
Dopo aver chiarito cos’è un palindromo, riferendosi alla classificazione del Dossena che distingue: palindromo di primo tipo (onorarono), palindromo di secondo tipo o bifronte (anelina) e palindromo di terzo tipo (ellob), la mia relazione prende in esame i record nei palindromi, cioè i palindromi più lunghi (Perec, Varaldo), e poi s’inoltra nell’illustrazione di alcuni tipi particolari di palindromi, e cioè: PALINDROMI PARLATI Presso alcuni popoli, modificazioni artificiali del linguaggio normale,
si basano sul gioco del palindromo, che può consistere nel rovesciamento
di una parola o di una frase non solo lettera per lettera, ma anche sillaba
per sillaba, tutto ciò al fine di non essere capiti dai curiosi
e soprattutto dagli stranieri.
I PALINDROMI DEGLI SCRITTORI Qui mi soffermo su alcuni esempi di palindromi inventati da scrittori
come Nicolas-Edme Restif de la Bretonne, Velimir V. Chlébnikov,
Primo Levi (autore fra l’altro di palindromo interlinguistico: in arts
it is repose to life: è filo teso per siti strani), Guido Baldassarri,
Gualtiero Schiaffino con il suo Piccolo Vocabolario italiano-onailati.
PALINDROMI VISIVI Esempi tratti dai dipinti di Giuseppe Arcimboldi, come L'ortolano
o Capriccio con ortaggi, conservato nel Museo di Cremona, che raffigura
delle verdure in una bacinella; capovolgendo il quadro appare la faccia
paffuta di un signore con un elmo in testa. Le sculture dell'artista svizzero
Markus Raetz (1941) sono scritte tridimensionali che si modificano (generalmente
si rovesciano nel loro contrario: oui-non, tout-rien, yes-no) a seconda
della posizione di chi guarda. In matematica esistono numeri palindromi,
come il 2002, anno palindromo del terzo millennio; sommando, come ha fatto
l'artista francese Guy de Cointet (1934-1983), il numero palindromo 1011101
a se stesso abbiamo un altro numero palindromo oppure moltiplicando 12345679
x 9 otteniamo ancora un numero palindromo. L'artista Carlo Battisti (1945),
usando la grafica dei numeri luminosi che appaiono sui display, ha elaborato
delle composizioni numeriche che, capovolte, offrono la lettura di un testo
narrativo, dando vita a ciò che potrebbe definirsi palindromo alfanumerico.
PALINDROMI VISIVI ILLUSORI Si pensi ai disegni che mostrano contemporaneamente una donna giovane
e una vecchia.
PALINDROMI OGGETTUALI Gli oggetti introvabili di Jacques Carelman.
PALINDROMI NUMERICI Quadrato magico numerico. 16 3 2 13
La somma dei numeri è sempre uguale. In questo caso, il quadrato
magico numerico è di ordine quattro, ci sono 16 caselle in cui sono
inseriti i numeri da 1 a 16.
PALINDROMI MUSICALI Esempi tratti da Arrigo Boito (1842-1918). C’è poi la Musica antonimica dove si parte da brani musicali preesistenti e si trasformano in senso “antonimico”, ovvero si riscrive il testo usando parole che sono il contrario di quelle di partenza (La gatta di Gino Paoli diventa La cagna) e si capovolge anche la struttura musicale. Il concerto di Vejo è il titolo di un compact disc della
Fonit Cetra, comprendente nove bravi proposti nella doppia versione “normale”
e “antonimica”, realizzato da TEAnO, acronimo di Telematica, Elettronica
e Analisi nell'Opificio, «braccio armato informatico» dell'OpLePo
(Opificio di Letteratura Potenziale).
ROVESCIAMENTO NARRATIVO Nel testo intitolato Nonita, una parodia nabokoviana, in Diario Minimo di Umberto Eco, si racconta la storia di un adolescente innamorato di una vecchietta. Nel racconto di Gianni Celati, "Idee d’un narratore sul lieto fine", contenuto nei Narratori delle pianure, il figlio di un farmacista, non tollerando le conclusioni tragiche, melanconiche o deprimenti d’una storia, riscrive il finale d'un centinaio di libri in tutte le lingue, trasformandoli (rovesciandoli) sempre in un lieto fine, per cui ad esempio Madame Bovary non muore, ma guarisce e si riconcilia con il marito. Nel febbraio del 1973, ai membri dell'Oulipo, Italo Calvino comunica
l'intenzione di riscrivere un Amleto, Hamlet en palindrome, in cui
l'ordine degli avvenimenti sia rigorosamente capovolto, ma poi non realizza
il progetto.
ROVESCIAMENTO CACOPEDICO La Cacopedia, scrive Eco, è summa negativa del sapere
ovvero summa del sapere negativo. Opponendo a una educazione circolare
e armonica una educazione perversa e deforme, come si evince dall’etimologia
stessa della parola, la Cacopedia si prefigge come funzione conoscitiva
quella di condurre una recensione totale dell’antisapere. La Cacopedia
parte da una premessa rovesciata per dedurne con assoluta acribia un sistema
coerente.
(i) partire da un titolo che rappresenti un rovesciamento possibilmente
simmetrico di una voce dell’enciclopedia normale;
Fra i lavori cacopedici si ricordano: - il pensiero di Swami Brachamutanda (1818-1919), fondatore della scuola tautologica i cui principi fondamentali, delineati nell’opera Dico quello che dico, sono: “L’Essere è l’Essere, La Vita è la Vita, l’Amore è l’Amore, Quello che piace piace, Chi la fa la fa e Il Nulla Nulleggia”. Com’è noto al pensiero di Brachamutanda si contrappone la scuola eterologica i cui principi sono invece: l’Essere è il Nulla, il Divenire sta, lo Spirito è Materia, la Materia è Spirito, la Coscienza è Inconscia, il Movimento è Immobile; - lo studio del linguista Tullio De Mauro sull’anaurica o inotica,
scienza dei sistemi che servono solo a non essere intesi, prospettando
una nuova teoria dei monemi, nel senso triveneto del termine.
ROVESCIAMENTO RETORICO Immaginiamo che un oratore inizi così il suo discorso: "Non so se valga la pena di dire quello che dirò perché ho la chiara coscienza di rivolgermi a una massa di idioti con il cervello andato in acqua e sono sicuro che non capirete nulla". Siamo di fronte a un classico esempio di captatio malevolentiae,
rovesciamento di quella benevolentiae, una figura retorica, la prima,
inesistente che mira a inimicarsi l'uditorio e a mal disporlo verso il
parlante.
CONCLUSIONI Il rovesciamento delle parole, nelle forme qui solo tratteggiate, è uno dei tanti acrobatismi, delle giravolte di cui il linguaggio è capace, un'ulteriore segno delle sue potenzialità creative, un gioco pervaso di quello spirito dissacratorio che accompagna, in certi contesti (carnevale, teatro dell'assurdo, filastrocche, canzoni popolari, ecc.), le rappresentazioni di un mondo alla rovescia, illogico, senza capo né coda, controfigura buffonesca del mondo reale di cui si mettono alla berlina in primis i tratti di vuotaggine, stoltezza e replicante monotonia. * * * Relazione tenuta in occasione del 2° Bendazzi day al Mama's Club di Ravenna il 14 marzo 2008. HOME PAGE TèCHNE RACCONTI POESIA VISIVA |