RECENSIONI A
Paolo Albani
Dizionario degli Istituti anomali
nel mondo
Quodlibet Compagnia Extra 2009
Paolo Albani ha censito in un
dizionario
istituti, club e gruppi assurdi
SE GLI INOPEROSI
DIVENTANO UN PARTITO
di
Stefano Bartezzaghi
Negli anni Sessanta suonava
provocatorio inventare titoli come
«Fenomenologia
di Mike Bongiorno», «Sistema della Moda»,
«Grammatica
della Fantasia», abbinando una promessa di rigore scientifico a
un
oggetto di studio poco serio, perché effimero o volatile. Ma,
come
fanno certe profezie, anche gli scherzi sono capaci di avverarsi da
soli.
Lo stesso Umberto Eco, con la complicità di Ezio Raimondi, ha
inventato
un’intera Facoltà di Irrilevanza Comparata, con dipartimenti e
insegnamenti
come «Urbanistica tzigana», «Anatomia delle tigri
africane»
o «Storia delle tradizioni innovative»; ma poi ha dovuto
smettere
il gioco, perché si è accorto che il sapere ufficiale
intanto
secerneva campi di studio non meno paradossali, come il marxismo
neoliberista.
Tempi duri, insomma per chi intenda scherzare con il sapere. Qualche
anno fa, un convegno sullo stato dell’università, organizzato
dall'ateneo
salernitano, censiva insegnamenti realmente dedicati a materie come
«Scienze
sociali per lo Sviluppo e la pace», «Benessere del cane e
del
gatto» e «Scienze del fitness» (coming out: chi
scrive
ha insegnato per tre anni «Semiologia dei linguaggi
creativi»
nella serissima Università di Bergamo). Già tanti anni
fa,
quando Ugo Volli ricopriva al Dams l’insegnamento di «Strutture
della
figurazione», proprio Umberto Eco, come direttore dell'istituto,
richiese al ministero di poter intitolare in modo meno fantomatico la
cattedra.
La risposta fu positiva, ma a patto che la materia d'insegnamento non
cambiasse.
La realtà, insomma, tiene sotto scacco la fantasia, quando si
tratta di immaginare accademie e relative materie di studio. Proprio
tra
fantasia e realtà si muove l'ultimo libro di Paolo Albani, Dizionario
degli istituti anomali nel mondo (Quodlibet, pagg. 286, € 14,50),
un esilarante e in effetti anche molto utile censimento di discipline e
società intellettuali bizzarre e altre fumisterie che tendono al
delirio. Club di gaffeur, di idioti, di inoperosi, di suicidi, di
parenticidi;
società per la resurrezione dei morti e scuole elementari per
diventare
malati di mente; il Partito conservatore e comunista in Italia, fondato
dallo scrittore Antonio Delfini, e il Partito del progresso moderato
nei
limiti della legge, immaginato dal ceco Jaroslav Hašek.
Il progetto di Paolo Albani non è meno bizzarro dei suoi oggetti
di studio e si fonda su un'ontologia altrettanto peculiare. Albani
infatti
non distingue preliminarmente fra istituti realmente esistenti (come
l'Istituto
Orgone di Wilhelm Reich) e istituti esistenti all'interno di narrazioni
(come l'Accademia di Lagado che Lemuel Gulliver visita nel terzo dei
suoi
viaggi narrati da Jonathan Swift). Il suo libro censisce anche, e
soprattutto,
esemplari intermedi, istituti esistenti in un limbo sospeso fra la
Terra
e la Luna, come quell'Accademia degli Informi, che raccolse Delfini,
Gaio
Fratini,
Giambattista Vicari, Mario Tobino sotto il motto «O si fa sul
serio
o si muore». In realtà distinguere tra realtà e
fantasia
non è un affare da poco: le comunità intellettuali sono
sempre
entità abbondantemente mentali, anche quando la loro importanza
storica (come per il Collège de Sociologie di Georges
Bataille,
Roger Caillois e Michel Leiris, ma anche per la Stoà di Zenone o
per l'Accademia della Crusca) tenderebbe a farli ritenere compiutamente
e solidamente reali. Al loro fondo c'è certamente quello spirito
associativo che porta già i bambini a inventare club fantastici,
con tutto il fascino dei nomi (spesso, degli pseudonimi), dei
regolamenti,
dei timbri e delle carte intestate: un gioco a trasformare la propria
identità
attraverso una collettività.
Non esiste istituto, insomma, che non sia anomalo se visto da vicino:
quelli elencati da Albani sono anomali solo perché la loro
materia
o la loro ragione sociale non è stata mai aggregata
all'ufficialità
del sapere. Nel momento in cui lo stesso Albani se ne elegge
enciclopedista
già li rende meno anomali, perché la registrazione (fra
l’altro
scrupolosa: elenchi di soci, sintesi di attività e regolamenti,
bibliografia) è il primo passo per la loro regolarizzazione.
Albani non è nuovo a questo tipo di imprese: assieme a diversi
complici ha già compilato repertori di lingue inventate, di
scienze
anomale, di libri immaginari e la sua rivista Tèchne
riprende
e tramanda lo spirito del gioco letterario e di ogni altro paradosso
della
scrittura che ha animato tutto il Novecento del surrealismo, della
patafisica,
dell’Oulipo di Raymond Queneau e soci, del Caffè di
Giambattista
Vicari. Tutto ciò, senza mai badare troppo alle differenze fra
il
reale, il letterario e l'immaginario. Il pensiero precede queste
distinzioni,
come ogni altra classificazione accademica, ed è a quello che
punta,
sia pure con aria svagata, il lavoro di Albani: a quella regione ancora
indeterminata in cui la forma del pensiero non ha ancora preso in
considerazione
l'essere possibile o impossibile, plausibile o implausibile, utile o
inutile.
Nello scorso aprile è uscito negli Stati Uniti un libro postumo
di David Foster Wallace, con il titolo di This is water
(l'edizione
italiana di Einaudi uscirà a settembre). Si tratta di una
prolusione,
bellissima, che Foster Wallace fu invitato a tenere per inaugurare
l'anno
scolastico 2005-2006 al Kenyon College, nell'Ohio. Preoccupato che gli
studenti che lo ascoltavano potessero interpretare il suo discorso (e
il
fatto stesso di frequentare una scuola) come una fastidiosa indicazione
su «come pensare», Foster Wallace precisò subito un
punto importante: «Quello che si suppone sia possibile ottenere
in
un posto come questo, in termini di significativa educazione al
pensiero,
in realtà non riguarda la capacità di pensare ma
piuttosto
la scelta di ciò a cui pensare».
Alla fine è tutto lì; scegliere a cosa pensare,
ripercorrere
il consueto o pensare all'anomalo, che spesso è poi solo una
dimensione
(segreta eppure pienamente evidente) del consueto. La sua istituzione
arriverà
con il tempo e Paolo Albani sarà ancora lì a registrarlo.
la Repubblica, 18 giugno
2009, p. 49.
Ex Libris
W IL CLUB DEGLI
STRUGATORI!
di
Stefano Salis
Ci sono quelli che di mestiere
fanno gli sgualcitori di libri,
per far
credere agli ospiti di passaggio che siano stati letti. Servizio molto
apprezzato nelle nobili famiglie. C'è il club dei gaffeur,
fondato
in Inghilterra nel 1976. Per farne parte bisogna dimostrare di essere
molto
scadenti in qualcosa. Alla cena di inaugurazione del sodalizio,
«in
uno dei ristoranti più mediocri di Londra, il presidente riprese
la cameriera che aveva lasciato cadere una zuppiera, e fu radiato sul
campo».
La ditta Lalande fabbrica romanzi su scala industriale: del resto,
secondo il fondatore-editore «anche Balzac, Alexandre Dumas,
Malraux,
chissà quanti impiegati avevano...». L'Istituto di Demenza
Volontaria persegue l'amore per la pazzia e lo favorisce, il Partito
Comunista
e Conservatore per molti non è più così
paradossale
come voleva l’iniziatore. Dal canto suo, il Partito del Progresso
Moderato
nei limiti della legge, nato a Praga nel 1911, vuole più
«severità
verso il popolo povero».
Alle cronache letterarie non manca mai di far capolino il Club dei
Nemici del Sabato (ideato da Malerba), «Società del tutto
irresponsabile presieduta da una anziana signora e da altre vipere
villane
che annovera fra i suoi membri gli “strugatori". Lo strugatore (da strugare,
cioè darsi da fare nel mondo delle lettere) è
l’arrampicatore
(o l'arrampicatrice) letterario italiano, velleitario perché da
noi non ci sono montagne letterarie su cui arrampicarsi, ma soltanto
modeste
colline. Lo strugatore o la strugatrice incominciano la carriera
entrando
a far pane del Club. Gli strugatori più fortunati vengono
promossi
simbolo pubblicitario di un liquore dolciastro (Lo Struga), appiccicoso
e nauseante come gli scrittori scelti per le sue campagne
promozionali».
Questi e molti altri deliziosi club, associazioni, enti, leghe e
partiti
sono raccolti dal sempre ottimo Paolo Albani nella sua ultima fatica Dizionario
degli istituti anomali nel mondo (Quodlibet, Macerata, pagg. 288, €
14.50). Certo molti altri ancora ne mancano, come testimonia la foto a
corredo di questo articolo: rara documentazione (del 1911) di un grande
club sportivo. Mi permetto di farlo notare in quanto presidente
onorario
della Congrega Anonima dei Rilevatori delle Irrilevanti Mancanze nei
libri
Altrui, per altro non censita. Protesterò.
Domenica – Il Sole 24 ore,
21 giugno 2009, p. 31.
Per vedere l'intera pagina della Domenica in pdf, cliccate qui.
Fantasia?
ISTITUTI DA RIDERE
di
L.D.F.
[Luca Del Fra]
Tra l'Ente Autonomo degli
Sfaccendati, con la sua propaggine
degli Animali
Sfaccendati, e il Centro Studi Malattie Inapparenti, ecco un catalogo
di
esilaranti e bizzarri istituti, che Albani non inventa ma trae da
infinite
fonti letterarie. Merita, visto che è stagione, rammentare il
Club
dell'Altroieri, con i suoi nemici del Sabato, addetti a selezionare gli
«Strugatori». Si tratta dei fortunati concorrenti del
premio
Struga «dato all'arrampicatore letterario più appiccicoso
e nauseante, come il liquore che sostiene il concorso». Insomma
tutta
roba di fantasia. O no?
l'Unità, 21 giugno
2009, p. 37.
Un saggio dedicato ai gruppi organizzati
più
inutili degli ultimi due secoli.
Dagli Sfaccendati agli Idioti
I CIRCOLI DEI PERDIGIORNO
STASERA CI VEDIAMO
AL CLUB DEGLI ONIRONAUTI
di
Luigi Mascheroni
C’è l’Agenzia Generale del
Suicidio, società di
pubblica
utilità attiva a Parigi agli inizi del Novecento, con succursali
in mezza Europa, che forniva ai suoi clienti una «morte
assicurata
e immediata», a prezzi sostanzialmente modici: folgorazione 200
franchi,
colpo di revolver 100 franchi, annegamento 50 franchi. La aprì,
letterariamente, lo scrittore dadaista Jacques Rigaut, morto suicida
nel
1929, all’età di trent’anni: si sparò al cuore, prendendo
le misure con un righello per essere sicuro della traiettoria della
pallottola.
C’è la Società per la Difesa del Pedone - della quale
nel 1971 redasse un celebre Manifesto lo scrittore Ennio Flaiano - nata
con il proposito di eliminare le autovetture dalle nostre città,
con qualsiasi mezzo, anche terroristico: dall’uso di anelli a punta
retrattile
per rigare le carrozzerie delle auto in sosta fino alle bombe al
plastico
a calamita sparse nei parcheggi.
Poi ci sono la Ditta Lalande, la prima azienda produttrice di romanzi
su scala industriale della storia che tra il 1927 e il 1942, anno della
chiusura, pubblicò oltre 600 romanzi, di cui 84 portati con
esiti
alterni sul grande schermo, come raccontò negli anni ’70 il
poeta
argentino Juan Rodolfo Wilcock; e l’Opificio del Romanzo, di cui si
trova
traccia ne Il Libro nero (1951) di Giovanni Papini, sorto sulle
rive del lago Eire negli Stati Uniti e finalizzato alla produzione di
grandi
quantità di romanzi in forma standard: toccò una
produzione
media di 200 titoli al mese, con tirature di parecchi milioni di copie
e oltre cinquecento impiegati, per la massima parte giovani laureati,
letterati
falliti e vecchi giornalisti...
E poi, ancora, ci sono l’Agenzia Preoccupazioni&affini, i cui
funzionari,
come le prefiche pagate per piangere ai funerali nell’antichità
classica, hanno il compito di impensierirsi per le faccende e le
disgrazie
altrui (secondo Achille Campanile, che ne fu socio fondatore nel 1927,
mentre i membri dell’agenzia si incupiscono mormorando fra sé
frasi
come «Accidenti, che pasticcio!» oppure «Come
finirà
questa storia?» e via dicendo, il cliente vive tranquillo
sollevato
da ogni peso); il Club dell’Altroieri - ideato nel 1981 dallo scrittore
Luigi Malerba - promotore del celebre «Premio Struga»,
assegnato
all’arrampicatore letterario italiano considerato dalla giuria
abbastanza
appiccicoso e nauseante come il liquore sponsor dell’iniziativa, il
famoso
Liquore Struga; e poi l’Ente Autonomo Sfaccendati&sfaccendate,
benemerita
istituzione immaginiamo non del tutto gradita al ministro Renato
Brunetta;
il Centro per la Diffusione delle cognizioni inutili, la Lega per i
diritti
dei Vegetali, il Museo degli Avanzi, l’Accademia della
stupidità,
l’Università dell’Omicidio... Una lista infinita, al cui ultimo
posto - in ordine di tempo - si può trovare il Centro Studi
Patologie
Inapparenti, aperto nel 2006 da Matteo Prati e Patrizia Barchi a
Bardalone,
provincia di Pistoia, la cui missione consiste nel favorire
l’espansione
della malattia mentale, sia con la formazione di personale qualificato
adatto a insegnarla, sia con la creazione ex novo di bizzarre patologie
mentali da aggiungere a quelle già esistenti. Finora l’Istituto
è riuscito nell’impresa di formulare almeno una trentina di
nuove
patologie, come il Disturbo di accrescimento normale, la Sindrome da
Sonnolenza
notturna e il Disturbo da disoccupazione mentale.
Le persone, è noto, danno il meglio di sé, e anche il
peggio, quando agiscono in gruppo. Soprattutto se lo scopo
dell’aggregazione
ha a che fare con i campi in cui la specie umana eccelle:
l’inutilità
e la stupidità. Lo dimostrano gli esempi censiti da un
puntiglioso
detective del bizzarro come Paolo Albani nel suo nuovo Dizionario
degli
istituti anomali nel mondo (Quodlibet), ossia associazioni, club,
scuole,
leghe, circoli, enti e società varie che «operano»,
nella loro inutile follia, ai margini del sapere accademico. Albani,
intellettuale
«anomalo» dalle vaste e varie letture, specialista di
lingue
immaginarie e libri introvabili, ha pescato nelle opere letterarie
italiane
e straniere degli ultimi due secoli (da Ambrose Bierce ad Antonio
Delfini,
da Giorgio Manganelli a Robert Louis Stevenson) e ha scandagliato la
storia
scientifica e filosofica più recente (dall’Istituto dell’Orgone
fondato nel 1948 dallo psicanalista Wilhelm Reich alla Fondazione di
Medicina
Elettronica creata nel 1922 dal medico di San Francisco Albert Abrams)
per redigere una preziosa enciclopedia delle conoscenze eretiche, e
delle
istituzioni che le hanno incarnate.
Alcune tragicamente vere, altre curiosamente false. Tra le prime,
l’Istituto
per lo Sviluppo Armonico dell’Uomo fondato nel 1919 dal mistico e
maestro
di danze armeno Georges Ivanovich Gurdjieff (1872-1949) per favorire il
superamento degli automatismi psicologici ed esistenziali che
condizionano
l’essere umano; o le Società Fortiane sorte in vari paesi del
mondo
per proseguire il lavoro del leggendario Charles Hoy Fort (1874-1932),
instancabile archivista di fatti strani, insoliti e inspiegabili che
mettono
a dura prova la scienza ufficiale; piuttosto che, tra provocazione
politica
e avanguardia artistica, il Partito Groucho-marxista d’Italia lanciato
nel 1987 a Livorno da Pablo Echaurren. Tra le seconde, il Club degli
Idioti
partorito dal genio del narratore praghese Jaroslav Hašek (1883-1923);
la Facoltà di Scienze Inutili nata a Barcellona negli anni
Ottanta
da una conversazione tra Rafael Leòn e Joseph Albaigés,
dove
si insegna tra l’altro «Complimentologia», «Araldica
non nobiliare» e «Poesia delirante»; o l’Associazione
degli antintellettuali rivoluzionari costituitasi nel 1937 attorno allo
scrittore francese - e autorevole membro del Collegio di Patafisica -
Raymond
Queneau. E in mezzo, tra realtà e fantasia, un vasto campionario
di istituti e associazioni borderline, in bilico fra
immaginarie
psicopatologie intellettuali e concreti incubi accademici. Reali, per
quanto
bizzarri.
Provando ad allungare l’elenco di per sé già abbastanza
curioso di Albani, si potrebbero aggiungere alcuni dei numerosi,
improponibili
e inutilmente costosi corsi di laurea proliferati negli ultimi anni
dentro
le università italiane, come Scienze per la pace piuttosto che
Tecniche
di allevamento del cane di razza, Fisiologia del fitness piuttosto che
l’insegnamento di Trofeistica (cioè lo studio dei trofei di
caccia,
attivato a Scienze faunistiche dell’Università di Firenze).
Oppure
il celeberrimo Magistero dei Bruscitti da Busti Grandi, un’associazione
fondata nel 1975 per diffondere la conoscenza della cucina rustica
bustocca,
o l’esclusivo Aldus Club, il cenacolo internazionale di bibliofili
presieduto
da Umberto Eco e voluto nel 1990 dal giornalista-libraio Mario
Scognamiglio
per soddisfare le voglie libridinose dei vari collezionisti di mirabiblia.
O l’iper-elitario (e anacronistico) Clubino, il circolo più
esclusivo
di Milano, sede nel palazzo degli Omenoni, 105 anni di storia e
più
di 500 soci (tutti uomini, le donne sono ammesse solo come ospiti) di
altissimo status
sociale e/o professionale, sul modello dei similari Boodle’s di Londra,
Knickerbocker di New York, Nouveau Cercle di Parigi, Turf di Lisbona...
A cosa serve? A nulla, se non a giocare a bridge e a segnare lo
spartiacque
tra chi conta e chi cerca di apparire.
Allora, tanto vale sognare. Attività per la quale consigliamo
di iscriversi alla Società degli Onironauti, laboratorio
internazionale
per la materializzazione dei sogni, fondato il 9 marzo 1973 a Firenze
da
Antonino Bove sulla base dell’incontestabile affermazione secondo la
quale
«Se i sogni sono energia cerebrale e l’energia è un
aspetto
della materia, questi sono dotati di una massa, sia pure
infinitesimale».
La dimostrazione a-scientifica che anche gli incubi peggiori, in
particolare
quelli intellettuali, prima o poi finiscono per materializzarsi.
Il Giornale, 24 giugno
2009, p. 31.
ANOMALI DI TUTTO IL MONDO
di
Goffredo Fofi
In una bella collana chiamata
Compagnia Extra sono apparsi
libri di
Kafka, Perec, Fellini, Celati, Cornia e Basara. Una compagnia di
lunatici
o di stralunati in cui Albani figura, con questo libro [Dizionario
degli
istituti anomali nel mondo, Quodlibet, pagg. 286, € 14,50], come
un portavoce o un archivista, già autore di spessi repertori e
dizionari
di “scienze anomale”, “lingue immaginarie”, “libri introvabili” e
membro
emerito dell’Oplepo, un istituto che si occupa di letteratura
potenziale.
Albani ha cercato e trovato (ma c’è ancora molto da trovare)
in una bibliografia marginale e fantasiosa che ha i suoi perni nei
surrealisti
e post, in Borges, Calvino, Chesterton, Hašek, Delfini, Vila-Matas,
Wilcock,
in tutti i letterati fortemente attratti dall’invenzione fuori dai
presunti
canoni del reale.
Il catalogo che Albani ci offre è dei più godibili, va
dal Club dei mestieri stravaganti alla Società per la
resurrezione
dei morti, dal Partito del progresso moderato nei limiti della legge al
Partito conservatore e comunista in Italia, dall’Istituto scientifico
per
il regresso umano al Club dei parenticidi, dall’Ente autonomo
sfaccendati
e sfaccendate alla Scuola elementare per diventare malati di mente.
Alcuni
sono frutto di fantasia, altri sono esistiti, esistono. Ogni bizzarria
ha i suoi cultori, e non è sempre detto che essi siano
più
matti dei cosiddetti savi.
Internazionale, 26 giugno
2009.
IL CATALOGO DELLE
FOLLIE
DEL MONDO
di
Davide Morganti
Il libro di Paolo Albani, poeta
visivo, è una sequenza
di deliri
ironici e grotteschi messi in bell’ordine, una guida all’insensato o
all’improbabile.
Il libro, Dizionario degli istituti anomali nel mondo
(Quodlibet
Compagnia Extra, pagg. 286, euro 14.50) raccoglie scuole, club,
associazioni,
leghe, circoli, accademie di cui è andato alla ricerca il poeta
toscano, annusandoli tra i testi di scrittori, artisti, uomini
bizzarri.
Invenzioni, forse, ma anche postulati di probabilità, dal
momento
che il tempo ha realizzato l’impossibile e sostiene l’assurdo, senza
deriderlo.
I nomi sono a decine, si va dalla Società per la Resurrezione
dei
Morti alla Camera di Scrittura per Inoperosi. La Scuola Elementare per
malati di mente, per esempio, educa i matti a rendere la propria
malattia
definitiva e irreversibile. Il Museo degli Avanzi, invece, fa incetta
di
tutto il materiale di scarto umano per rendere visibile
l’inutilità
della vita. Il libro si presenta come una ironica enciclopedia che
prende
di mira il proliferare, spesso insensato e truffaldino, di associazioni
in difesa di qualunque cosa, dal Big Ben alle lucciole. Ne viene fuori
una summa che racchiude in sé la follia del mondo,
catalogandola.
La Facoltà delle Scienze Inutili, nata dalla fantasia di due
spagnoli,
ha tra i suoi corsi quelli di Pleonasmismo, Complimentologia,
Cacobarzettologia,
cioè l’illustrazione di barzellette che non fanno ridere
nessuno.
Si rasenta, e in certi casi ci si sta dentro, la demenza, il più
ma, alla fine, è invece un burlesque colto, giocoso, anche irato
ma sempre in maniera sardonica, che lascia la sua più forte
traccia
sulla pagina. L’insieme di questi frammenti compositi ricorda il
dispositivo
inventato da quel matto di Wilhelm Reich: il cloud buster
(acchiappanuvole).
Lo psicologo austriaco era convinto che potesse creare un flusso di
orgone
- l’energia cosmica primordiale - capace di creare o dissolvere le
nuvole.
Ecco, le invenzioni più o meno bislacche che si trovano nel
libro
di Albani appartengono ai tentativi degli uomini di inseguire le nubi
del
cielo, ma con le sole mani.
Il Mattino, 14 luglio
2009, p. 21.
Un dizionario anomalo
ISCRIVITI ALLE SCIENZE
INUTILI
Dopo un Dizionario delle
lingue immaginarie, una Enciclopedia
delle Scienze anomale e un Catalogo ragionato di libri
introvabili,
editi da Zanichelli, Paolo Albani ha compilato con la sua fantastica
acribia
un Dizionario degli istituti anomali nel mondo (Quodlibet, pp.
286,
€ 14,50). Alcuni reali, altri immaginari, ma possibili, forse anche
utili e necessari: come l'Accademia della Stupidità, l'Agenzia
Preoccupazioni,
la Facoltà di Scienze Inutili, la Camera di scrittura per
inoperosi,
l'Istituto di Protesi Letteraria, il Partito groucho-marxista d'Italia,
la Scuola dell'irragionevolezza. Guida divertente per una vacanza
sedentaria
e mentale.
Tuttolibri-La Stampa, 1
agosto 2009, p. IV.
MEGA SHORTS.
SPECIALE VACANZE
di
Matteo B. Bianchi
L'università
dell'Omicidio, la Scuola elementare per
diventare
malati di mente, la Facoltà di irrilevanza comparata, l'Ente
autonomo
animali sfaccendati, il Club dei nemici del sabato... ne esistono di
istituti
nel mondo. Per fortuna che Paolo Albani si è preso la briga di
studiarli
e catalogarli in questo stravagante dizionario. Non sempre si tratta di
società reali: Albani si diverte a mescolare enti effettivamente
in attività (come l'Opificio di Letteratura Potenziale) con
altri
nati dalla fantasia di narratori e romanzieri, pescando dai libri di
Swift,
Borges, Perec, H.C. Wells e tutti quegli autori che nelle loro opere si
sono sbizzarriti a inventare gli istituti dagli scopi scientifici
più
improbabili. Un colto divertissement letterario.
Linus, agosto 2009, p. 52.
RISERVATO AI SOCI
di
G.P.S.
[Gian Paolo Serino]
Fare errori in società
è il vostro incubo?
Sappiate che
in Inghilterra dal '76 c'è un club di gentleman per cui le
gaffes
sono trofei. Avete acquistato una biblioteca per fare arredamento ma
non
riuscirete mai a leggere i volumi? Il "Club degli sgualcitori di libri"
darà loro un'aria vissuta sottolineandoli e usurando le
copertine
con ogni mezzo (anche morsi di cane). Se invece trovate monotona la
vostra
vita, l'"Agenzia delle Avventure romanzesche" saprà farvi vivere
emozioni forti: essere al centro d'un complotto o ricevere lettere
misteriose.
Ma se siete logorati dallo stress, non potete non iscrivervi
all'"Agenzia
delle Preoccupazioni e Affini" i cui funzionari, come le antiche
prefiche,
pagate per piangere ai funerali, si occuperanno delle vostre pene.
Dall'"Ente
Autonomo Sfaccendati&Sfaccendate" alla "Lega per i diritti dei
Vegetali",
nel Dizionario degli istituti anomali nel mondo il poeta visivo
e scrittore Paolo Albani ha catalogato le società più
bizzarre
per consegnarci un libro che, tra realtà e finzione, conduce
abilmente
in un gioco letterario colto ma godibilissimo. Non solo club inventati
tratti dalla fantasia dei più grandi scrittori del '900, ma
anche
vere istituzioni come la Fondazione americana che da decenni si ostina
a cercare una sostanza in grado di annullare la forza di
gravità.
D - la Repubblica delle Donne,
658, 8 agosto 2009, p.
32.
LA FORZA DEL REGRESSO
di
Nello Ajello
Esiste un Istituto Scientifico
per il Regresso Umano. Scopo
sociale:
ridurre gli uomini al rango di bestie, contribuendo in tal modo alla
«diminuzione
dell’umana infelicità». A obiettivi non meno filantropici
mira l’Istituto delle Malversazioni, che tutelando la corruzione, tende
a neutralizzare l’azione di quella minoranza di onesti che ancora
sussiste
nella nostra società. Benefica, soprattutto per i giovani,
è
l'iscrizione alla Scuola Elementare per Diventare Malati di Mente;
un'alternativa
meno drastica offre il Sanatorio di Rieducazione, che propugna un
ritorno
generalizzato alla condizione dell’«idiota», considerato
«il
prototipo umano primitivo», di cui noi «siamo soltanto la
versione
corrotta, e perciò soggetta a disturbi, passioni e smanie contro
natura, che al vero cretino sono felicemente risparmiati». Chi
avverta
l’esigenza di inquadrarsi in un sodalizio operativo aderirà al
Partito
del Tubo (PT), operante a Roma. Al seguito di uno slogan raffinato -
Tubi
or nor Tubi - esso punta a opporre «al vuoto della politica una
politica
del vuoto». Si potrebbe abbondare nelle citazioni, sfogliando il
"Dizionario degli istituti anomali del mondo", redatto con abnegazione
filologica da Paolo Albani (Quodlibet editore, pp. 290, € 14,50).
Il lettore che ne sorseggi il testo potrà scoprire angoli
imprevisti
dell'assurdo. Gli risulterà insopprimibile l'ansia degli uomini
a riunirsi in istituzioni ufficiali sia pure per negare i principi
basilari
(ovvi) del vivere civile. Ciò che si usa chiamare la Ragione
lascia
dietro di sé residui di malcontento. L'antidoto è
lanciare
messaggi, sentirsi rivoluzionari. Chissà se, e quando, un libro
come questo potrà ispirare la carta costituzionale di uno Stato.
Ci sarebbe da sorridere.
L’espresso, 33, 20 agosto
2009, p. 109.
SCELTI DA
Giulia Borgese
Prima che un libro questo
è un gioco, un quiz, un nuovo
divertimento
da scartabellare con curiosità. Per esempio, chi ha una qualche
preoccupazione e non riesce a sopportarne il peso, può
rivolgersi
all'Agpa (Agenzia preoccupazioni e affini) voluta da Achille Campanile:
un bravo impiegato si addosserà la pena del cliente per il
periodo
di tempo richiesto. Poi c'è l'istituto russo per l'Armonioso
sviluppo
umano, il club inglese del Non terribilmente buono che ha creato per i
soci artisti il Salone degli incompetenti, il Club dei parenticidi
riservato
agli assassini di uno o entrambi i genitori... Per spassarsela tra un
club
e l'altro.
Io donna del Corriere
della sera, 37, 12
settembre 2009,
p. 58.
Paolo Albani, autore del
«Dizionario
degli Istituti anomali nel mondo»,
racconta il genere umano. Da una
prospettiva
insolita.
CHE FOLLIA IL MIO CLUB
Enti autonomi, centri, società,
anche
partiti.
Tutti uniti dalla stranezza. E dalla genialità.
di
Chiara Dino
Non prendetelo sottogamba:
perché, come in ogni
divertissement
che si rispetti, nel Dizionario degli Istituti anomali nel mondo
troverete, sotteso, un ragionamento più che serio sulla natura
del
genere umano. Lo ha scritto Paolo Albani, poeta, direttore di Tèchne,
autore di altre opere altrettanto surreali (Aga magéra
difùra.
Dizionario delle lingue immaginarie e Mirabiblia. Catalogo
ragionato
dei libri introvabili, solo per citare un paio). La sua ultima
fatica,
che presenterà oggi pomeriggio alla libreria La Cité,
contiene un catalogo delle più strampalate associazioni, club,
partiti,
accademie, scuole e affini. Istituzioni che mettono insieme un po’ di
persone
sulla scorta di un interesse comune. A volte vere, a volte immaginarie.
Sfogliarlo ed entrare in contatto con le stranezze, la
curiosità,
l’arguzia e l’ironia dell’animale uomo è un tutt’uno. Altrimenti
come spiegarsi la ragione per cui, leggendo tra le righe, veniamo a
conoscenza
dell’esistenza del «Centro per la diffusione delle cognizioni
inutili»,
dell’«Ente autonomo animali sfaccendati », del
«Partito
del Tubo », e ancora, della «Lega per l’eutanasia
inavvertita»,
della «Società Nazionale per la vuotatura
pneumatica»
e della «Società delle scarpe dei morti?».
La domanda la giriamo all’autore, riformulata. Scusi ma queste
associazioni
cosa sono, da dove nascono e perché? Lei cosa ha scoperto
catalogandole?
«Intanto mi sono divertito. E poi ho trovato la conferma a quanto
diceva Queneau e cioé che ‘‘l’uomo discende da una scimmia
impazzita’’.
Questi club, questi partiti assurdi mettono in evidenza un campione di
umanità anomalo ma interessante. Sono degli sfiatatoi degli
aspetti
irregolari e anticonformisti della società».
Uno spazio di libertà?
«Sì, in un mondo dove vige la regola dell’omologazione,
sono anche quello. Uno spazio di libertà e di fantasia. Tenga
conto,
che alcune delle realtà citate sono realmente esistite o
esistenti,
altre sono istituzioni immaginifiche nate su input di scrittori, poeti,
intellettuali. Uno per tutti Borges, campione di questa forza creativa
oltre gli schemi».
Esercizi di stile. Divertissement, giochi d’artista mi fa
qualche
esempio?
«Certo, prenda ad esempio l’‘‘Associazione di quelli che non
han voglia di fare niente’’. Non è mai esistita, è
un’invenzione
letteraria di Achille Campanile che interpreta il sentire di tanti. E
che
oggi sarebbe la risposta giusta alle smanie performative di
Brunetta».
Me ne cita una strampalata ma non solo immaginaria?
«‘‘La fondazione per la ricerca sulla gravità’’, ad
esempio.
Creata da Rogert Babson, un americano che, nel 1948, si era messo in
testa
di abolire la forza di gravità. Ma mi faccia citare un’altra
realtà
che mi sta particolarmente a cuore...».
Faccia pure.
«‘‘Il partito conservatore e comunista in Italia’’. Non è
mai esistito e anche il manifesto per la sua fondazione (del 1951)
è
solo un esercizio retorico e un ragionamento politico di Antonio
Delfini,
ma in qualche modo è precursore di quanto proverà a fare
negli anni ’70 Enrico Berlinguer».
Visionari e antesignani, dunque. Perché le interessano
tanti
questi soggetti?
«Perché li trovo arguti e geniali, un po’ come i
protagonisti
delle avanguardie: mi sono sempre interessati. L’interesse dei
surrealisti
per la dimensione onirica, per la follia e la stramberia, il tentativo
dei dadaisti di inventare una lingua trascendentale che non restasse
appiattita
sul mondo, e infine quello dei futuristi di dar vita a un nuovo
linguaggio,
sono tutte sperimentazioni che vanno, in fondo. nella stessa direzione
di queste strane associazioni».
È un elogio del non-sense il suo?
«Del non-sense e della fantasia »
Corriere della sera,
edizione fiorentina, 6 ottobre
2009, p.
12.
DIZIONARI CURIOSI
Anonima Anomali
di
Anselmo Roveda
In letteratura così come
nella società le
organizzazioni
stravaganti non mancano. Talvolta quelle reali superano, per bizzarria
dei metodi e delle finalità, quelle nate tra le pagine dei libri
o nei circoli di intellettuali e artisti burloni. Artisti e
intellettuali
che nel corso del '900 si sono presi gioco di Accademie, Istituti,
Reali
Società inventandone a loro volta. Simulacri dai nomi
altisonanti
e dalle precise finalità, con tanto di manifesto, statuto,
riconoscimenti,
pubblicazioni e gerarchica. Di questo tipo si può ricordare
l'Accademia
degli Informi nata per iniziativa di Antonio Delfìni nel 1957.
Il
confine tra finzione e realtà si fa giocosamente labile, la
narrazione
lascia intendere che tali società possano esistere per davvero.
Anche perché sovente sono organizzazioni delle quali tutti
vorremmo
beneficiare: l'Agenzia Preoccupazioni e Affini proposta da Achille
Campanile,
ad esempio, si farebbe carico dei nostri affanni cedendoli a impiegati
disposti a lamentarsi, sbuffare, crucciarsi, adirarsi per conto nostro;
l'Agenzia di Avventure Romanzesche, proposta da Gilbert K. Chesterton,
invece offre, anche alla vita più anonimamente condotta, la
possibilità
di intrighi, inseguimenti, sparatorie. Questa messe di strampalati
istituti,
agenzie, associazioni, facoltà, società vengono ordinati
con serio e divertito rigore da Paolo Albani nel Dizionario degli
istituti
animali nel mondo (pp. 288, euro 14,50, Quodlibet, Macerata 2009),
Nel catalogo non mancano neppure i partiti e i movimenti politici, e
qui
troviamo anche il Balenismo e le varie organizzazioni create negli anni
da Gualtiero Schiaffino.
Andersen, libri & idee
– scuola & biblioteca,
264, novembre
2009, p. 41.
[Scheda senza titolo]
di
Antonio Castronuovo
Un principio sia accademico sia
umoristico guida la catalogazione dei tanti istituti anomali che Albani
ha realizzato nel suo recente dizionario. Si tratta di decine di enti
nati dalla fervida fantasia di scrittori e scienziati strampalati, uno
stimolo che oggi non rischia più di perdersi grazie all'Istituto di Studi Immaginativi,
dedicato proprio alla salvaguardia della fantasticheria. Non manca tra
queste pagine la follia, che circola come prodotto pedagogico nella Scuola elementare per diventare malati di
mente: affiliata al Centro
Studi Patologie Inapparenti, essa si pone il fine di dare senso
e dignità al matto, valorizzando atteggiamenti di carattere
depressivo e vissuti emozionati di inadeguatezza. Se il volume
può sembrare un mero prontuario di enti minori (come la Società per la Difesa del Pedone
o il Club dei Nemici del Sabato),
è invero un ottimo manuale sui grandi istituti storici che
appartengono all'area della fantasia calcolante (o pensiero poetante
che dir si voglia), come il Collegio
di Patafisica o l’Opificio di
Letteratura Potenziale (OPLEPO). E giunge come ultima puntata di
un annoso lavoro che Albani sta conducendo quale autore di rigorosi
manuali ludici, raccolti nella triade zanichelliana composta dal Dizionario delle lingue immaginarie,
dall'Enciclopedia delle scienze
anomale e dal Catalogo
ragionato di libri introvabili.
Belfagor, 4, 31
luglio 2010.
_________________________________________
[Una recensione di Martino Baldi]
Martino Baldi, bibliotecario della biblioteca San Giorgio di Pistoia, ha scritto un pezzo sul mio Dizionario degli Istituti anomali nel mondo,
in quanto libro del giorno consigliato dalla Biblioteca San Giorgio; la
recensione di Baldi è uscita lunedì 24 luglio 2017; per leggerla cliccate qui.
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