pagina del sito di Paolo Albani

RECENSIONI A

Paolo Albani
Dizionario degli Istituti anomali
nel mondo
Quodlibet Compagnia Extra 2009




Paolo Albani ha censito in un dizionario istituti, club e gruppi assurdi


SE GLI INOPEROSI 

DIVENTANO UN PARTITO
di
Stefano Bartezzaghi


Negli anni Sessanta suonava provocatorio inventare titoli come «Fenomenologia di Mike Bongiorno», «Sistema della Moda», «Grammatica della Fantasia», abbinando una promessa di rigore scientifico a un oggetto di studio poco serio, perché effimero o volatile. Ma, come fanno certe profezie, anche gli scherzi sono capaci di avverarsi da soli. Lo stesso Umberto Eco, con la complicità di Ezio Raimondi, ha inventato un’intera Facoltà di Irrilevanza Comparata, con dipartimenti e insegnamenti come «Urbanistica tzigana», «Anatomia delle tigri africane» o «Storia delle tradizioni innovative»; ma poi ha dovuto smettere il gioco, perché si è accorto che il sapere ufficiale intanto secerneva campi di studio non meno paradossali, come il marxismo neoliberista.
Tempi duri, insomma per chi intenda scherzare con il sapere. Qualche anno fa, un convegno sullo stato dell’università, organizzato dall'ateneo salernitano, censiva insegnamenti realmente dedicati a materie come «Scienze sociali per lo Sviluppo e la pace», «Benessere del cane e del gatto» e «Scienze del fitness» (coming out: chi scrive ha insegnato per tre anni «Semiologia dei linguaggi creativi» nella serissima Università di Bergamo). Già tanti anni fa, quando Ugo Volli ricopriva al Dams l’insegnamento di «Strutture della figurazione», proprio Umberto Eco, come direttore dell'istituto, richiese al ministero di poter intitolare in modo meno fantomatico la cattedra. La risposta fu positiva, ma a patto che la materia d'insegnamento non cambiasse. 
La realtà, insomma, tiene sotto scacco la fantasia, quando si tratta di immaginare accademie e relative materie di studio. Proprio tra fantasia e realtà si muove l'ultimo libro di Paolo Albani, Dizionario degli istituti anomali nel mondo (Quodlibet, pagg. 286, € 14,50), un esilarante e in effetti anche molto utile censimento di discipline e società intellettuali bizzarre e altre fumisterie che tendono al delirio. Club di gaffeur, di idioti, di inoperosi, di suicidi, di parenticidi; società per la resurrezione dei morti e scuole elementari per diventare malati di mente; il Partito conservatore e comunista in Italia, fondato dallo scrittore Antonio Delfini, e il Partito del progresso moderato nei limiti della legge, immaginato dal ceco Jaroslav Hašek.
Il progetto di Paolo Albani non è meno bizzarro dei suoi oggetti di studio e si fonda su un'ontologia altrettanto peculiare. Albani infatti non distingue preliminarmente fra istituti realmente esistenti (come l'Istituto Orgone di Wilhelm Reich) e istituti esistenti all'interno di narrazioni (come l'Accademia di Lagado che Lemuel Gulliver visita nel terzo dei suoi viaggi narrati da Jonathan Swift). Il suo libro censisce anche, e soprattutto, esemplari intermedi, istituti esistenti in un limbo sospeso fra la Terra e la Luna, come quell'Accademia degli Informi, che raccolse Delfini, Gaio Fratini, Giambattista Vicari, Mario Tobino sotto il motto «O si fa sul serio o si muore». In realtà distinguere tra realtà e fantasia non è un affare da poco: le comunità intellettuali sono sempre entità abbondantemente mentali, anche quando la loro importanza storica (come per il Collège de Sociologie di Georges Bataille, Roger Caillois e Michel Leiris, ma anche per la Stoà di Zenone o per l'Accademia della Crusca) tenderebbe a farli ritenere compiutamente e solidamente reali. Al loro fondo c'è certamente quello spirito associativo che porta già i bambini a inventare club fantastici, con tutto il fascino dei nomi (spesso, degli pseudonimi), dei regolamenti, dei timbri e delle carte intestate: un gioco a trasformare la propria identità attraverso una collettività.
Non esiste istituto, insomma, che non sia anomalo se visto da vicino: quelli elencati da Albani sono anomali solo perché la loro materia o la loro ragione sociale non è stata mai aggregata all'ufficialità del sapere. Nel momento in cui lo stesso Albani se ne elegge enciclopedista già li rende meno anomali, perché la registrazione (fra l’altro scrupolosa: elenchi di soci, sintesi di attività e regolamenti, bibliografia) è il primo passo per la loro regolarizzazione.
Albani non è nuovo a questo tipo di imprese: assieme a diversi complici ha già compilato repertori di lingue inventate, di scienze anomale, di libri immaginari e la sua rivista Tèchne riprende e tramanda lo spirito del gioco letterario e di ogni altro paradosso della scrittura che ha animato tutto il Novecento del surrealismo, della patafisica, dell’Oulipo di Raymond Queneau e soci, del Caffè di Giambattista Vicari. Tutto ciò, senza mai badare troppo alle differenze fra il reale, il letterario e l'immaginario. Il pensiero precede queste distinzioni, come ogni altra classificazione accademica, ed è a quello che punta, sia pure con aria svagata, il lavoro di Albani: a quella regione ancora indeterminata in cui la forma del pensiero non ha ancora preso in considerazione l'essere possibile o impossibile, plausibile o implausibile, utile o inutile.
Nello scorso aprile è uscito negli Stati Uniti un libro postumo di David Foster Wallace, con il titolo di This is water (l'edizione italiana di Einaudi uscirà a settembre). Si tratta di una prolusione, bellissima, che Foster Wallace fu invitato a tenere per inaugurare l'anno scolastico 2005-2006 al Kenyon College, nell'Ohio. Preoccupato che gli studenti che lo ascoltavano potessero interpretare il suo discorso (e il fatto stesso di frequentare una scuola) come una fastidiosa indicazione su «come pensare», Foster Wallace precisò subito un punto importante: «Quello che si suppone sia possibile ottenere in un posto come questo, in termini di significativa educazione al pensiero, in realtà non riguarda la capacità di pensare ma piuttosto la scelta di ciò a cui pensare».
Alla fine è tutto lì; scegliere a cosa pensare, ripercorrere il consueto o pensare all'anomalo, che spesso è poi solo una dimensione (segreta eppure pienamente evidente) del consueto. La sua istituzione arriverà con il tempo e Paolo Albani sarà ancora lì a registrarlo.

la Repubblica, 18 giugno 2009, p. 49.



Ex Libris
W IL CLUB DEGLI STRUGATORI!
di 
Stefano Salis

Ci sono quelli che di mestiere fanno gli sgualcitori di libri, per far credere agli ospiti di passaggio che siano stati letti. Servizio molto apprezzato nelle nobili famiglie. C'è il club dei gaffeur, fondato in Inghilterra nel 1976. Per farne parte bisogna dimostrare di essere molto scadenti in qualcosa. Alla cena di inaugurazione del sodalizio, «in uno dei ristoranti più mediocri di Londra, il presidente riprese la cameriera che aveva lasciato cadere una zuppiera, e fu radiato sul campo».
La ditta Lalande fabbrica romanzi su scala industriale: del resto, secondo il fondatore-editore «anche Balzac, Alexandre Dumas, Malraux, chissà quanti impiegati avevano...». L'Istituto di Demenza Volontaria persegue l'amore per la pazzia e lo favorisce, il Partito Comunista e Conservatore per molti non è più così paradossale come voleva l’iniziatore. Dal canto suo, il Partito del Progresso Moderato nei limiti della legge, nato a Praga nel 1911, vuole più «severità verso il popolo povero».

 
Alle cronache letterarie non manca mai di far capolino il Club dei Nemici del Sabato (ideato da Malerba), «Società del tutto irresponsabile presieduta da una anziana signora e da altre vipere villane che annovera fra i suoi membri gli “strugatori". Lo strugatore (da strugare, cioè darsi da fare nel mondo delle lettere) è l’arrampicatore (o l'arrampicatrice) letterario italiano, velleitario perché da noi non ci sono montagne letterarie su cui arrampicarsi, ma soltanto modeste colline. Lo strugatore o la strugatrice incominciano la carriera entrando a far pane del Club. Gli strugatori più fortunati vengono promossi simbolo pubblicitario di un liquore dolciastro (Lo Struga), appiccicoso e nauseante come gli scrittori scelti per le sue campagne promozionali».
Questi e molti altri deliziosi club, associazioni, enti, leghe e partiti sono raccolti dal sempre ottimo Paolo Albani nella sua ultima fatica Dizionario degli istituti anomali nel mondo (Quodlibet, Macerata, pagg. 288, € 14.50). Certo molti altri ancora ne mancano, come testimonia la foto a corredo di questo articolo: rara documentazione (del 1911) di un grande club sportivo. Mi permetto di farlo notare in quanto presidente onorario della Congrega Anonima dei Rilevatori delle Irrilevanti Mancanze nei libri Altrui, per altro non censita. Protesterò.

Domenica – Il Sole 24 ore, 21 giugno 2009, p. 31.
Per vedere l'intera pagina della Domenica in pdf, cliccate qui.



Fantasia?
ISTITUTI DA RIDERE
di
L.D.F. 
[Luca Del Fra]

Tra l'Ente Autonomo degli Sfaccendati, con la sua propaggine degli Animali Sfaccendati, e il Centro Studi Malattie Inapparenti, ecco un catalogo di esilaranti e bizzarri istituti, che Albani non inventa ma trae da infinite fonti letterarie. Merita, visto che è stagione, rammentare il Club dell'Altroieri, con i suoi nemici del Sabato, addetti a selezionare gli «Strugatori». Si tratta dei fortunati concorrenti del premio Struga «dato all'arrampicatore letterario più appiccicoso e nauseante, come il liquore che sostiene il concorso». Insomma tutta roba di fantasia. O no?

l'Unità, 21 giugno 2009, p. 37.



Un saggio dedicato ai gruppi organizzati più inutili degli ultimi due secoli. 
Dagli Sfaccendati agli Idioti

I CIRCOLI DEI PERDIGIORNO

STASERA CI VEDIAMO 
AL CLUB DEGLI ONIRONAUTI
di 
Luigi Mascheroni

C’è l’Agenzia Generale del Suicidio, società di pubblica utilità attiva a Parigi agli inizi del Novecento, con succursali in mezza Europa, che forniva ai suoi clienti una «morte assicurata e immediata», a prezzi sostanzialmente modici: folgorazione 200 franchi, colpo di revolver 100 franchi, annegamento 50 franchi. La aprì, letterariamente, lo scrittore dadaista Jacques Rigaut, morto suicida nel 1929, all’età di trent’anni: si sparò al cuore, prendendo le misure con un righello per essere sicuro della traiettoria della pallottola. 
C’è la Società per la Difesa del Pedone - della quale nel 1971 redasse un celebre Manifesto lo scrittore Ennio Flaiano - nata con il proposito di eliminare le autovetture dalle nostre città, con qualsiasi mezzo, anche terroristico: dall’uso di anelli a punta retrattile per rigare le carrozzerie delle auto in sosta fino alle bombe al plastico a calamita sparse nei parcheggi. 
Poi ci sono la Ditta Lalande, la prima azienda produttrice di romanzi su scala industriale della storia che tra il 1927 e il 1942, anno della chiusura, pubblicò oltre 600 romanzi, di cui 84 portati con esiti alterni sul grande schermo, come raccontò negli anni ’70 il poeta argentino Juan Rodolfo Wilcock; e l’Opificio del Romanzo, di cui si trova traccia ne Il Libro nero (1951) di Giovanni Papini, sorto sulle rive del lago Eire negli Stati Uniti e finalizzato alla produzione di grandi quantità di romanzi in forma standard: toccò una produzione media di 200 titoli al mese, con tirature di parecchi milioni di copie e oltre cinquecento impiegati, per la massima parte giovani laureati, letterati falliti e vecchi giornalisti... 
E poi, ancora, ci sono l’Agenzia Preoccupazioni&affini, i cui funzionari, come le prefiche pagate per piangere ai funerali nell’antichità classica, hanno il compito di impensierirsi per le faccende e le disgrazie altrui (secondo Achille Campanile, che ne fu socio fondatore nel 1927, mentre i membri dell’agenzia si incupiscono mormorando fra sé frasi come «Accidenti, che pasticcio!» oppure «Come finirà questa storia?» e via dicendo, il cliente vive tranquillo sollevato da ogni peso); il Club dell’Altroieri - ideato nel 1981 dallo scrittore Luigi Malerba - promotore del celebre «Premio Struga», assegnato all’arrampicatore letterario italiano considerato dalla giuria abbastanza appiccicoso e nauseante come il liquore sponsor dell’iniziativa, il famoso Liquore Struga; e poi l’Ente Autonomo Sfaccendati&sfaccendate, benemerita istituzione immaginiamo non del tutto gradita al ministro Renato Brunetta; il Centro per la Diffusione delle cognizioni inutili, la Lega per i diritti dei Vegetali, il Museo degli Avanzi, l’Accademia della stupidità, l’Università dell’Omicidio... Una lista infinita, al cui ultimo posto - in ordine di tempo - si può trovare il Centro Studi Patologie Inapparenti, aperto nel 2006 da Matteo Prati e Patrizia Barchi a Bardalone, provincia di Pistoia, la cui missione consiste nel favorire l’espansione della malattia mentale, sia con la formazione di personale qualificato adatto a insegnarla, sia con la creazione ex novo di bizzarre patologie mentali da aggiungere a quelle già esistenti. Finora l’Istituto è riuscito nell’impresa di formulare almeno una trentina di nuove patologie, come il Disturbo di accrescimento normale, la Sindrome da Sonnolenza notturna e il Disturbo da disoccupazione mentale. 
Le persone, è noto, danno il meglio di sé, e anche il peggio, quando agiscono in gruppo. Soprattutto se lo scopo dell’aggregazione ha a che fare con i campi in cui la specie umana eccelle: l’inutilità e la stupidità. Lo dimostrano gli esempi censiti da un puntiglioso detective del bizzarro come Paolo Albani nel suo nuovo Dizionario degli istituti anomali nel mondo (Quodlibet), ossia associazioni, club, scuole, leghe, circoli, enti e società varie che «operano», nella loro inutile follia, ai margini del sapere accademico. Albani, intellettuale «anomalo» dalle vaste e varie letture, specialista di lingue immaginarie e libri introvabili, ha pescato nelle opere letterarie italiane e straniere degli ultimi due secoli (da Ambrose Bierce ad Antonio Delfini, da Giorgio Manganelli a Robert Louis Stevenson) e ha scandagliato la storia scientifica e filosofica più recente (dall’Istituto dell’Orgone fondato nel 1948 dallo psicanalista Wilhelm Reich alla Fondazione di Medicina Elettronica creata nel 1922 dal medico di San Francisco Albert Abrams) per redigere una preziosa enciclopedia delle conoscenze eretiche, e delle istituzioni che le hanno incarnate.
Alcune tragicamente vere, altre curiosamente false. Tra le prime, l’Istituto per lo Sviluppo Armonico dell’Uomo fondato nel 1919 dal mistico e maestro di danze armeno Georges Ivanovich Gurdjieff (1872-1949) per favorire il superamento degli automatismi psicologici ed esistenziali che condizionano l’essere umano; o le Società Fortiane sorte in vari paesi del mondo per proseguire il lavoro del leggendario Charles Hoy Fort (1874-1932), instancabile archivista di fatti strani, insoliti e inspiegabili che mettono a dura prova la scienza ufficiale; piuttosto che, tra provocazione politica e avanguardia artistica, il Partito Groucho-marxista d’Italia lanciato nel 1987 a Livorno da Pablo Echaurren. Tra le seconde, il Club degli Idioti partorito dal genio del narratore praghese Jaroslav Hašek (1883-1923); la Facoltà di Scienze Inutili nata a Barcellona negli anni Ottanta da una conversazione tra Rafael Leòn e Joseph Albaigés, dove si insegna tra l’altro «Complimentologia», «Araldica non nobiliare» e «Poesia delirante»; o l’Associazione degli antintellettuali rivoluzionari costituitasi nel 1937 attorno allo scrittore francese - e autorevole membro del Collegio di Patafisica - Raymond Queneau. E in mezzo, tra realtà e fantasia, un vasto campionario di istituti e associazioni borderline, in bilico fra immaginarie psicopatologie intellettuali e concreti incubi accademici. Reali, per quanto bizzarri.
Provando ad allungare l’elenco di per sé già abbastanza curioso di Albani, si potrebbero aggiungere alcuni dei numerosi, improponibili e inutilmente costosi corsi di laurea proliferati negli ultimi anni dentro le università italiane, come Scienze per la pace piuttosto che Tecniche di allevamento del cane di razza, Fisiologia del fitness piuttosto che l’insegnamento di Trofeistica (cioè lo studio dei trofei di caccia, attivato a Scienze faunistiche dell’Università di Firenze). Oppure il celeberrimo Magistero dei Bruscitti da Busti Grandi, un’associazione fondata nel 1975 per diffondere la conoscenza della cucina rustica bustocca, o l’esclusivo Aldus Club, il cenacolo internazionale di bibliofili presieduto da Umberto Eco e voluto nel 1990 dal giornalista-libraio Mario Scognamiglio per soddisfare le voglie libridinose dei vari collezionisti di mirabiblia. O l’iper-elitario (e anacronistico) Clubino, il circolo più esclusivo di Milano, sede nel palazzo degli Omenoni, 105 anni di storia e più di 500 soci (tutti uomini, le donne sono ammesse solo come ospiti) di altissimo status sociale e/o professionale, sul modello dei similari Boodle’s di Londra, Knickerbocker di New York, Nouveau Cercle di Parigi, Turf di Lisbona... A cosa serve? A nulla, se non a giocare a bridge e a segnare lo spartiacque tra chi conta e chi cerca di apparire. 
Allora, tanto vale sognare. Attività per la quale consigliamo di iscriversi alla Società degli Onironauti, laboratorio internazionale per la materializzazione dei sogni, fondato il 9 marzo 1973 a Firenze da Antonino Bove sulla base dell’incontestabile affermazione secondo la quale «Se i sogni sono energia cerebrale e l’energia è un aspetto della materia, questi sono dotati di una massa, sia pure infinitesimale». La dimostrazione a-scientifica che anche gli incubi peggiori, in particolare quelli intellettuali, prima o poi finiscono per materializzarsi. 

Il Giornale, 24 giugno 2009, p. 31.



ANOMALI DI TUTTO IL MONDO
di 
Goffredo Fofi

In una bella collana chiamata Compagnia Extra sono apparsi libri di Kafka, Perec, Fellini, Celati, Cornia e Basara. Una compagnia di lunatici o di stralunati in cui Albani figura, con questo libro [Dizionario degli istituti anomali nel mondo, Quodlibet, pagg. 286, € 14,50], come un portavoce o un archivista, già autore di spessi repertori e dizionari di “scienze anomale”, “lingue immaginarie”, “libri introvabili” e membro emerito dell’Oplepo, un istituto che si occupa di letteratura potenziale.
Albani ha cercato e trovato (ma c’è ancora molto da trovare) in una bibliografia marginale e fantasiosa che ha i suoi perni nei surrealisti e post, in Borges, Calvino, Chesterton, Hašek, Delfini, Vila-Matas, Wilcock, in tutti i letterati fortemente attratti dall’invenzione fuori dai presunti canoni del reale.
Il catalogo che Albani ci offre è dei più godibili, va dal Club dei mestieri stravaganti alla Società per la resurrezione dei morti, dal Partito del progresso moderato nei limiti della legge al Partito conservatore e comunista in Italia, dall’Istituto scientifico per il regresso umano al Club dei parenticidi, dall’Ente autonomo sfaccendati e sfaccendate alla Scuola elementare per diventare malati di mente. Alcuni sono frutto di fantasia, altri sono esistiti, esistono. Ogni bizzarria ha i suoi cultori, e non è sempre detto che essi siano più matti dei cosiddetti savi.

Internazionale, 26 giugno 2009.



IL CATALOGO DELLE FOLLIE 
DEL MONDO
di 
Davide Morganti

Il libro di Paolo Albani, poeta visivo, è una sequenza di deliri ironici e grotteschi messi in bell’ordine, una guida all’insensato o all’improbabile. Il libro, Dizionario degli istituti anomali nel mondo (Quodlibet Compagnia Extra, pagg. 286, euro 14.50) raccoglie scuole, club, associazioni, leghe, circoli, accademie di cui è andato alla ricerca il poeta toscano, annusandoli tra i testi di scrittori, artisti, uomini bizzarri. Invenzioni, forse, ma anche postulati di probabilità, dal momento che il tempo ha realizzato l’impossibile e sostiene l’assurdo, senza deriderlo. I nomi sono a decine, si va dalla Società per la Resurrezione dei Morti alla Camera di Scrittura per Inoperosi. La Scuola Elementare per malati di mente, per esempio, educa i matti a rendere la propria malattia definitiva e irreversibile. Il Museo degli Avanzi, invece, fa incetta di tutto il materiale di scarto umano per rendere visibile l’inutilità della vita. Il libro si presenta come una ironica enciclopedia che prende di mira il proliferare, spesso insensato e truffaldino, di associazioni in difesa di qualunque cosa, dal Big Ben alle lucciole. Ne viene fuori una summa che racchiude in sé la follia del mondo, catalogandola. La Facoltà delle Scienze Inutili, nata dalla fantasia di due spagnoli, ha tra i suoi corsi quelli di Pleonasmismo, Complimentologia, Cacobarzettologia, cioè l’illustrazione di barzellette che non fanno ridere nessuno. Si rasenta, e in certi casi ci si sta dentro, la demenza, il più ma, alla fine, è invece un burlesque colto, giocoso, anche irato ma sempre in maniera sardonica, che lascia la sua più forte traccia sulla pagina. L’insieme di questi frammenti compositi ricorda il dispositivo inventato da quel matto di Wilhelm Reich: il cloud buster (acchiappanuvole). Lo psicologo austriaco era convinto che potesse creare un flusso di orgone - l’energia cosmica primordiale - capace di creare o dissolvere le nuvole. Ecco, le invenzioni più o meno bislacche che si trovano nel libro di Albani appartengono ai tentativi degli uomini di inseguire le nubi del cielo, ma con le sole mani.

Il Mattino, 14 luglio 2009, p. 21.



Un dizionario anomalo
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Dopo un Dizionario delle lingue immaginarie, una Enciclopedia delle Scienze anomale e un Catalogo ragionato di libri introvabili, editi da Zanichelli, Paolo Albani ha compilato con la sua fantastica acribia un Dizionario degli istituti anomali nel mondo (Quodlibet, pp. 286, € 14,50). Alcuni reali, altri immaginari, ma possibili, forse anche utili e necessari: come l'Accademia della Stupidità, l'Agenzia Preoccupazioni, la Facoltà di Scienze Inutili, la Camera di scrittura per inoperosi, l'Istituto di Protesi Letteraria, il Partito groucho-marxista d'Italia, la Scuola dell'irragionevolezza. Guida divertente per una vacanza sedentaria e mentale.

Tuttolibri-La Stampa, 1 agosto 2009, p. IV.



MEGA SHORTS. 
SPECIALE VACANZE
di
Matteo B. Bianchi

L'università dell'Omicidio, la Scuola elementare per diventare malati di mente, la Facoltà di irrilevanza comparata, l'Ente autonomo animali sfaccendati, il Club dei nemici del sabato... ne esistono di istituti  nel mondo. Per fortuna che Paolo Albani si è preso la briga di studiarli e catalogarli in questo stravagante dizionario. Non sempre si tratta di società reali: Albani si diverte a mescolare enti effettivamente in attività (come l'Opificio di Letteratura Potenziale) con altri nati dalla fantasia di narratori e romanzieri, pescando dai libri di Swift, Borges, Perec, H.C. Wells e tutti quegli autori che nelle loro opere si sono sbizzarriti a inventare gli istituti dagli scopi scientifici più improbabili. Un colto divertissement letterario.

Linus, agosto 2009, p. 52.



RISERVATO AI SOCI
di
G.P.S.
[Gian Paolo Serino]

Fare errori in società è il vostro incubo? Sappiate che in Inghilterra dal '76 c'è un club di gentleman per cui le gaffes sono trofei. Avete acquistato una biblioteca per fare arredamento ma non riuscirete mai a leggere i volumi? Il "Club degli sgualcitori di libri" darà loro un'aria vissuta sottolineandoli e usurando le copertine con ogni mezzo (anche morsi di cane). Se invece trovate monotona la vostra vita, l'"Agenzia delle Avventure romanzesche" saprà farvi vivere emozioni forti: essere al centro d'un complotto o ricevere lettere misteriose. Ma se siete logorati dallo stress, non potete non iscrivervi all'"Agenzia delle Preoccupazioni e Affini" i cui funzionari, come le antiche prefiche, pagate per piangere ai funerali, si occuperanno delle vostre pene. Dall'"Ente Autonomo Sfaccendati&Sfaccendate" alla "Lega per i diritti dei Vegetali", nel Dizionario degli istituti anomali nel mondo il poeta visivo e scrittore Paolo Albani ha catalogato le società più bizzarre per consegnarci un libro che, tra realtà e finzione, conduce abilmente in un gioco letterario colto ma godibilissimo. Non solo club inventati tratti dalla fantasia dei più grandi scrittori del '900, ma anche vere istituzioni come la Fondazione americana che da decenni si ostina a cercare una sostanza in grado di annullare la forza di gravità.

D - la Repubblica delle Donne, 658, 8 agosto 2009, p. 32.



LA FORZA DEL REGRESSO
di
Nello Ajello

Esiste un Istituto Scientifico per il Regresso Umano. Scopo sociale: ridurre gli uomini al rango di bestie, contribuendo in tal modo alla «diminuzione dell’umana infelicità». A obiettivi non meno filantropici mira l’Istituto delle Malversazioni, che tutelando la corruzione, tende a neutralizzare l’azione di quella minoranza di onesti che ancora sussiste nella nostra società. Benefica, soprattutto per i giovani, è l'iscrizione alla Scuola Elementare per Diventare Malati di Mente; un'alternativa meno drastica offre il Sanatorio di Rieducazione, che propugna un ritorno generalizzato alla condizione dell’«idiota», considerato «il prototipo umano primitivo», di cui noi «siamo soltanto la versione corrotta, e perciò soggetta a disturbi, passioni e smanie contro natura, che al vero cretino sono felicemente risparmiati». Chi avverta l’esigenza di inquadrarsi in un sodalizio operativo aderirà al Partito del Tubo (PT), operante a Roma. Al seguito di uno slogan raffinato - Tubi or nor Tubi - esso punta a opporre «al vuoto della politica una politica del vuoto». Si potrebbe abbondare nelle citazioni, sfogliando il "Dizionario degli istituti anomali del mondo", redatto con abnegazione filologica da Paolo Albani (Quodlibet editore, pp. 290, € 14,50). Il lettore che ne sorseggi il testo potrà scoprire angoli imprevisti dell'assurdo. Gli risulterà insopprimibile l'ansia degli uomini a riunirsi in istituzioni ufficiali sia pure per negare i principi basilari (ovvi) del vivere civile. Ciò che si usa chiamare la Ragione lascia dietro di sé residui di malcontento. L'antidoto è lanciare messaggi, sentirsi rivoluzionari. Chissà se, e quando, un libro come questo potrà ispirare la carta costituzionale di uno Stato. Ci sarebbe da sorridere.

L’espresso, 33, 20 agosto 2009, p. 109.



SCELTI DA
Giulia Borgese

Prima che un libro questo è un gioco, un quiz, un nuovo divertimento da scartabellare con curiosità. Per esempio, chi ha una qualche preoccupazione e non riesce a sopportarne il peso, può rivolgersi all'Agpa (Agenzia preoccupazioni e affini) voluta da Achille Campanile: un bravo impiegato si addosserà la pena del cliente per il periodo di tempo richiesto. Poi c'è l'istituto russo per l'Armonioso sviluppo umano, il club inglese del Non terribilmente buono che ha creato per i soci artisti il Salone degli incompetenti, il Club dei parenticidi riservato agli assassini di uno o entrambi i genitori... Per spassarsela tra un club e l'altro.

Io donna del Corriere della sera, 37, 12 settembre 2009, p. 58.



Paolo Albani, autore del «Dizionario degli Istituti anomali nel mondo», 
racconta il genere umano. Da una prospettiva insolita.

CHE FOLLIA IL MIO CLUB

Enti autonomi, centri, società, anche partiti.
Tutti uniti dalla stranezza. E dalla genialità.

di
Chiara Dino

Non prendetelo sottogamba: perché, come in ogni divertissement che si rispetti, nel Dizionario degli Istituti anomali nel mondo troverete, sotteso, un ragionamento più che serio sulla natura del genere umano. Lo ha scritto Paolo Albani, poeta, direttore di Tèchne, autore di altre opere altrettanto surreali (Aga magéra difùra. Dizionario delle lingue immaginarie e Mirabiblia. Catalogo ragionato dei libri introvabili, solo per citare un paio). La sua ultima fatica, che presenterà oggi pomeriggio alla libreria La Cité, contiene un catalogo delle più strampalate associazioni, club, partiti, accademie, scuole e affini. Istituzioni che mettono insieme un po’ di persone sulla scorta di un interesse comune. A volte vere, a volte immaginarie. Sfogliarlo ed entrare in contatto con le stranezze, la curiosità, l’arguzia e l’ironia dell’animale uomo è un tutt’uno. Altrimenti come spiegarsi la ragione per cui, leggendo tra le righe, veniamo a conoscenza dell’esistenza del «Centro per la diffusione delle cognizioni inutili», dell’«Ente autonomo animali sfaccendati », del «Partito del Tubo », e ancora, della «Lega per l’eutanasia inavvertita», della «Società Nazionale per la vuotatura pneumatica» e della «Società delle scarpe dei morti?». 
La domanda la giriamo all’autore, riformulata. Scusi ma queste associazioni cosa sono, da dove nascono e perché? Lei cosa ha scoperto catalogandole?
«Intanto mi sono divertito. E poi ho trovato la conferma a quanto diceva Queneau e cioé che ‘‘l’uomo discende da una scimmia impazzita’’. Questi club, questi partiti assurdi mettono in evidenza un campione di umanità anomalo ma interessante. Sono degli sfiatatoi degli aspetti irregolari e anticonformisti della società». 
Uno spazio di libertà?
«Sì, in un mondo dove vige la regola dell’omologazione, sono anche quello. Uno spazio di libertà e di fantasia. Tenga conto, che alcune delle realtà citate sono realmente esistite o esistenti, altre sono istituzioni immaginifiche nate su input di scrittori, poeti, intellettuali. Uno per tutti Borges, campione di questa forza creativa oltre gli schemi».
Esercizi di stile. Divertissement, giochi d’artista mi fa qualche esempio?
«Certo, prenda ad esempio l’‘‘Associazione di quelli che non han voglia di fare niente’’. Non è mai esistita, è un’invenzione letteraria di Achille Campanile che interpreta il sentire di tanti. E che oggi sarebbe la risposta giusta alle smanie performative di Brunetta».
Me ne cita una strampalata ma non solo immaginaria?
«‘‘La fondazione per la ricerca sulla gravità’’, ad esempio. Creata da Rogert Babson, un americano che, nel 1948, si era messo in testa di abolire la forza di gravità. Ma mi faccia citare un’altra realtà che mi sta particolarmente a cuore...».
Faccia pure. 
«‘‘Il partito conservatore e comunista in Italia’’. Non è mai esistito e anche il manifesto per la sua fondazione (del 1951) è solo un esercizio retorico e un ragionamento politico di Antonio Delfini, ma in qualche modo è precursore di quanto proverà a fare negli anni ’70 Enrico Berlinguer». 
Visionari e antesignani, dunque. Perché le interessano tanti questi soggetti?
«Perché li trovo arguti e geniali, un po’ come i protagonisti delle avanguardie: mi sono sempre interessati. L’interesse dei surrealisti per la dimensione onirica, per la follia e la stramberia, il tentativo dei dadaisti di inventare una lingua trascendentale che non restasse appiattita sul mondo, e infine quello dei futuristi di dar vita a un nuovo linguaggio, sono tutte sperimentazioni che vanno, in fondo. nella stessa direzione di queste strane associazioni».
È un elogio del non-sense il suo?
«Del non-sense e della fantasia » 

Corriere della sera, edizione fiorentina, 6 ottobre 2009, p. 12.



DIZIONARI CURIOSI

Anonima Anomali
di
Anselmo Roveda

In letteratura così come nella società le organizzazioni stravaganti non mancano. Talvolta quelle reali superano, per bizzarria dei metodi e delle finalità, quelle nate tra le pagine dei libri o nei circoli di intellettuali e artisti burloni. Artisti e intellettuali che nel corso del '900 si sono presi gioco di Accademie, Istituti, Reali Società inventandone a loro volta. Simulacri dai nomi altisonanti e dalle precise finalità, con tanto di manifesto, statuto, riconoscimenti, pubblicazioni e gerarchica. Di questo tipo si può ricordare l'Accademia degli Informi nata per iniziativa di Antonio Delfìni nel 1957. Il confine tra finzione e realtà si fa giocosamente labile, la narrazione lascia intendere che tali società possano esistere per davvero. Anche perché sovente sono organizzazioni delle quali tutti vorremmo beneficiare: l'Agenzia Preoccupazioni e Affini proposta da Achille Campanile, ad esempio, si farebbe carico dei nostri affanni cedendoli a impiegati disposti a lamentarsi, sbuffare, crucciarsi, adirarsi per conto nostro; l'Agenzia di Avventure Romanzesche, proposta da Gilbert K. Chesterton, invece offre, anche alla vita più anonimamente condotta, la possibilità di intrighi, inseguimenti, sparatorie. Questa messe di strampalati istituti, agenzie, associazioni, facoltà, società vengono ordinati con serio e divertito rigore da Paolo Albani nel Dizionario degli istituti animali nel mondo (pp. 288, euro 14,50, Quodlibet, Macerata 2009), Nel catalogo non mancano neppure i partiti e i movimenti politici, e qui troviamo anche il Balenismo e le varie organizzazioni create negli anni da Gualtiero Schiaffino.

Andersen, libri & idee – scuola & biblioteca, 264, novembre 2009, p. 41.



[Scheda senza titolo]

di
Antonio Castronuovo

Un principio sia accademico sia umoristico guida la catalogazione dei tanti istituti anomali che Albani ha realizzato nel suo recente dizionario. Si tratta di decine di enti nati dalla fervida fantasia di scrittori e scienziati strampalati, uno stimolo che oggi non rischia più di perdersi grazie all'Istituto di Studi Immaginativi, dedicato proprio alla salvaguardia della fantasticheria. Non manca tra queste pagine la follia, che circola come prodotto pedagogico nella Scuola elementare per diventare malati di mente: affiliata al Centro Studi Patologie Inapparenti, essa si pone il fine di dare senso e dignità al matto, valorizzando atteggiamenti di carattere depressivo e vissuti emozionati di inadeguatezza. Se il volume può sembrare un mero prontuario di enti minori (come la Società per la Difesa del Pedone o il Club dei Nemici del Sabato), è invero un ottimo manuale sui grandi istituti storici che appartengono all'area della fantasia calcolante (o pensiero poetante che dir si voglia), come il Collegio di Patafisica o l’Opificio di Letteratura Potenziale (OPLEPO). E giunge come ultima puntata di un annoso lavoro che Albani sta conducendo quale autore di rigorosi manuali ludici, raccolti nella triade zanichelliana composta dal Dizionario delle lingue immaginarie, dall'Enciclopedia delle scienze anomale e dal Catalogo ragionato di libri introvabili.

Belfagor, 4, 31 luglio 2010.



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[Una recensione di Martino Baldi]

Martino Baldi, bibliotecario della biblioteca San Giorgio di Pistoia, ha scritto un pezzo sul mio Dizionario degli Istituti anomali nel mondo, in quanto libro del giorno consigliato dalla Biblioteca San Giorgio; la recensione di Baldi è uscita lunedì 24 luglio 2017; per leggerla cliccate qui.





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