Paolo Albani
ALCUNE CONSIDERAZIONI
SUL PROBLEMA DELLA NASCITA
DELLE
IDEE
Per quanto possa sembrare strano, c’è ancora molta gente
che crede alla favoletta delle idee nate sotto i cavoli o piovute
giù
dal cielo, magari avvolte in un lenzuolo bianco legato intorno al becco
di una cicogna proveniente da un paese nordico. Qualcuno, addirittura,
è convinto che a mettere al mondo le idee sia il Caso,
entità
assimilabile per astrattezza allo Spirito Santo della tradizione
cristiana,
e ricorda, a sostegno di questa tesi, la storiella della mela caduta
sulla
testa di Newton.
In un campo delicato come questo, riteniamo ci si debba muovere
con estremo rigore, senza ingannare nessuno, poiché non
c'è
nulla d'imponderabile né tanto meno di peccaminoso nel modo in
cui
si compie il concepimento di un'idea.
D'altra parte, la stessa pedagogia insegna che nascondere la
verità
sulla nascita delle idee è pericoloso in quanto può
causare
la formazione di tabù ideologici o semiologici e provocare, in
soggetti
che da grandi facciano uso ricorrente di attività
artistico-letterarie, cattive abitudini
come una debilitante pratica solipsistica, manìe di grandezza e
tendenze schizofreniche.
Per la verità, il mistero che una volta circondava il problema
dell'ideazione si è ormai dissolto. Oggi sappiamo che un'idea
nuova
scaturisce dall'accoppiamento di due idee fisiologicamente diverse. La
dinamica di questo coito idealistico è molto semplice:
l'idea-femmina
viene fecondata da un'idea-maschio attraverso gli organi preposti alla
riproduzione delle idee, scientificamente chiamati artificium
(abilità
artistica) e portentum (invenzione fantastica). È dal
concorso
e dall'interazione naturale di entrambi questi organi che si realizza
il
processo creativo: il gamete dell'idea-maschio incontra quello
dell'idea-femmina;
essi si fondono insieme e danno vita, dopo un periodo più o meno
lungo di gestazione, a una nuova idea.
È necessario aggiungere che, di fronte a fenomeni di
sterilità
inventiva, per altro sempre più diffusi in epoca recente, la
fecondazione
delle idee può avvenire anche in provetta. In questo caso, che
richiede
una tecnica di elaborazione molto sofisticata, si avrà la
nascita
di un'idea comunemente definita sperimentale.
Se poi non si vuole ricorrere all'inseminazione artificiale, si
potrà
scegliere un'altra strada: l'adozione di un'idea già esistente,
visto che le idee disconosciute e/o abbandonate in tenera età
sono
in continuo aumento.
Purtroppo bisogna dire che il mercato delle idee non sempre ha una
struttura limpida come si crede. Un alto numero di idee viene, infatti,
creato su commissione, al solo scopo di essere venduto a soggetti
infelici
che non possono averne. Il commercio clandestino delle idee rappresenta
la piaga più aberrante della nostra società
artistico-letteraria,
insieme a quella, altrettanto crudele e dannosa, del plagio.
Dal punto di vista statistico c'è poi da registrare un notevole
incremento delle idee abortite o, come si dice in termini giuridici,
delle interruzioni volontarie
del normale svolgimento di un'idea. Oggi poi, in conseguenza della
disgregazione
del nucleo della famiglia ideale, assistiamo al preoccupante fenomeno
della
crisi demografica delle idee nuove. Malgrado ciò, pensiamo sia
ancora
valida la proposta di effettuare un controllo scrupoloso sulla nascita
delle idee, così da evitare la sovrappopolazione di quelle
banali
e scongiurare nel lungo periodo l'indebolimento della specie in seguito
alla diffusione di idee vaghe e pallide dal punto di vista organico
oltre
che fragili per contenuto.
Naturalmente occorrerà studiare bene le modalità
d'attuazione
di questo controllo affinché non si trasformi in un escamotage
per
riaffermare anacronistiche dominanze culturali o serva da velata
copertura
allo sfruttamento intellettuale, non ancora estirpato, delle idee
cosiddette
«deboli» da parte di quelle «forti».
Il vero problema sul piano strettamente sanitario-linguistico resta
tuttavia, quello di una lotta a fondo contro i pericoli di un'esagera idealizzazione
dell'agire comunicante. Prima di concepire un'idea nuova, è
sempre
consigliabile che il tessuto storico-culturale dell'idea-madre e quello
dell'idea-padre siano sottoposti a un esame clinico attento in modo da
scongiurare, o quanto meno limitare il più possibile, la nascita
di idee decisamente brutte,
deliranti, insostenibili, superficiali, ecc. Purtroppo la casistica
degli
ultimi anni è piena di simili malformazioni nelle idee appena
nate.
Un'azione preventiva contro la piaga delle malattie delle idee
infantili
costituisce un'efficace terapia per migliorare l'aspetto qualitativo
del
corpo delle idee e per mantenere a un ritmo ragionevole la loro
crescita
smisurata.
Sebbene favorevoli alla più ampia libertà di
progettazione
e di circolazione delle idee, crediamo sia giusto mettere in guardia i
futuri ideatori contro l'abuso di sostanze che potrebbero danneggiare
in
modo irreparabile l’embrione dell’idea nascente come, ad esempio, la
fumosità,
l’assuefazione alle mode, il parassitismo linguistico, l’eccessivo
ricorso
a soluzioni tranquillizzanti e a diffuse pratiche palliative di
seriosità.
Da: "TERRA del FUOCO", 34,
febbraio 1991, s.i.p.
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