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"A questo spirito arguto si ricollega Paolo Albani (n. 1946), che lavora sulla discordanza tra titoli delle opere e loro oggettività. In Libro con pagine a litro-latte (2004-10), formato da confezioni Tetra Brik di latte pressate dentro una teca di plexiglas, omaggia con humour due pietre miliari della storia del libro d'artista italiano: il Libro bullonato realizzato da Dinamo Azari (1927), e (come l'opera di Bentivoglio già citata [Litolattine, 1998]) il poema L'anguria lirica di Tullio d'Albisola (1934) stampato su pagine di latta. Invece Libro da prendere con cautela (2007) rende concreto il linguaggio metaforico. Le pagine stampate sono sequenze di cifre 8, alternate a molle adagiate in orizzontale; queste ultime sono per un verso una continuazione tridimensionale della forma grafica suggerita dalle catene di 8 e, per altro verso, rendono esplicita la metafora di "prendere con le molle" una cosa. Impronta di libro cartaceo (sec. XXI) (2011) è una teca che reca la sagoma in negativo di un libro scomparso, come un paradossale reperto archeologico che allude alla minaccia della prossima scomparsa dei volumi cartacei" (Sergio Cortesini, "Note critiche e storiche, guardando, sfogliando, ascoltando, annusando una mostra", in In libertà. Libri d'artista. Percorsi tra esperienze storiche e ricerche contemporanee, a cura di Delio Gennai, ETS, Pisa, 2011, pp. 13-14).