Paolo Albani
IL METODO SPERIMENTALE



A Paolo Pergola,
scrittore e scienziato




Il metodo scientifico consiste nella raccolta di dati empirici sotto la guida delle ipotesi teoriche da vagliare e nell’analisi rigorosa, logico-razionale e matematica, di questi dati. È un principio enunciato per primo da Galileo Galilei, che prescrive allo studioso di associare le «sensate esperienze» alle «necessarie dimostrazioni».
    Al metodo scientifico, e alle «sensate esperienze» di cui parlerò più avanti, si sono attenuti il medico giapponese Kyūsaku Ogino (1882-1975) e il ginecologo austriaco Hermann Knaus (1892-1970), i cui studi hanno portato alla definizione del cosiddetto metodo Ogino-Knaus, detto anche «ritmico» o «ciclico», una pratica anticoncezionale, che si basa sull’osservazione statistica del ciclo di fertilità della donna, per individuare i giorni fecondi.
    Nel 1924 il ginecologo giapponese, le cui osservazioni escono l’anno prima sull’«Hokuetsu Medical Journal», scopre la legge fisiologica che porta il suo cognome (Legge di Ogino), secondo la quale nella donna l’ovulazione (liberazione dell’ovulo dall’ovaia) avviene di solito una sola volta nell’arco del ciclo mestruale, ossia fra il dodicesimo e il sedicesimo giorno dall’inizio della mestruazione. Ciò permette di prevedere di volta in volta, mediante un calcolo statistico dei precedenti cicli mestruali, il periodo dell’ovulazione, quello cioè in cui la fecondazione è possibile, se si vuole avere un figlio o, al contrario, se si vuole evitare di averne.
    Il metodo Ogino-Knaus, praticato in tutto il mondo con risultati confortanti, anche se lascia margini di incertezza dovuti all’irregolarità dei cicli mestruali, è ormai riconosciuto in ambito medico a livello internazionale, persino la Chiesa l’ha ammesso nel 1951.


Kyūsaku Ogino (1882-1975)


    Un fatto poco conosciuto, almeno dai più, è come Ogino sia arrivato a determinare le stime riguardanti il ciclo di fertilità della donna. Alcuni elementi sono emersi dopo la pubblicazione in inglese, avvenuta postuma nel 1979, grazie alla collaborazione della moglie Sawako, del diario di Ogino, in cui il medico giapponese registra, in modo capillare, gli esperimenti eseguiti durante la sua ricerca, spalmati in circa trent’anni.(1)
  Cosa significa adottare il metodo scientifico, cioè sperimentale, quando si affronta la determinazione dei giorni fecondi di una donna?
    Nel suo diario Ogino racconta che, dopo aver sottoposto a meticolosa analisi i suoi spermatozoi, per testarne l’efficacia riproduttiva (già conosciuta, avendo Ogino messo al mondo otto figli), ha ingaggiato 25 donne, volontarie in età fertile e di sana costituzione, il che significa senza patologie invalidanti, di un’età compresa fra i 25-29 anni, di cui ha studiato per anni l’andamento del ciclo mestruale. Il protocollo dell’esperimento è stato sottoposto alla valutazione di una commissione istituita alla Gynaecological Section del Takeyama Hospital di Niigata, dove lavora Ogino.
    Una volta effettuati i calcoli statistici della comparsa delle mestruazioni, per essere sicuro che i calcoli stessi fossero corretti, a Ogino non è restato che percorrere la via più sicura: avere rapporti sessuali non protetti e consensuali con le singole cavie.
    Ci si domanderà: perché non usare donatori di sperma o l’inseminazione artificiale?
    Il dubbio è sciolto nelle pagine del diario di Ogino. Il medico giapponese, noto nell’ambiente ospedaliero per la sua meticolosità professionale, scrive in data 13 ottobre 1921:

Ho deciso di testare personalmente la mia teoria sulla periodicità dell’ovulazione femminile (josei no hairan shūki ni tsuite no watashi no riron o mizukara kenshō suru) e l’ho fatto, per scrupolo e serietà del controllo (chi meglio di me, sul campo, può verificare l’attendibilità dell’esperimento?), con il solo strumento scientifico a mia disposizione: avere rapporti sessuali diretti con le volontarie presentatesi in laboratorio, dopo aver fatto firmare loro una liberatoria in cui acconsentivano alla messa in opera della pratica sessuale.

    Negli anni in cui la sperimentazione nel laboratorio di Ogino va avanti, si stima che il medico giapponese abbia avuto più di 500 rapporti sessuali, volutamente non protetti, realizzati nel suo studio al secondo piano dell’ospedale Takeyama di Niigata, una stanzetta, ribattezzata dai colleghi di Ogino «alcova del piacere (kairaku no neya)», che ha su una parete la xilografia di Katsushika Hokusai La grande onda di Kanagawa. Secondo alcune testimonianze, durante i rapporti sessuali con le volontarie, Ogino ama ascoltare brani di musica classica occidentale, Beethoven, Mozart, Chopin.
    La durata media dei rapporti sessuali, consumati a scopo scientifico, come si deduce da quanto scritto nel diario dallo stesso Ogino, è di 27 minuti circa. La percentuale dei concepimenti, cioè dello stato di gravidanza ottenuto in base al calcolo del ciclo mestruale delle donne con cui Ogino si accoppia, è dell’89%, una percentuale decisamente alta, che decreta il successo del suo metodo, in seguito chiamato metodo Ogino-Knaus, dato che il ginecologo austriaco Knaus ricava un criterio contraccettivo naturale dalla teoria di Ogino basata sui periodi di fertilità della donna (bisogna aggiungere che all’epoca Ogino respinge i risultati della ricerca del collega austriaco, in ragione della scarsa affidabilità del metodo, nonostante i positivi risultati in termini percentuali raggiunti dallo stesso Ogino con le sue «sensate esperienze»).
    Le donne selezionate per partecipare all’esperimento di Ogino, una volta rimaste incinte (avvalorando così i calcoli compiuti dal medico giapponese sul loro periodo di fertilità), hanno per contratto due opzioni: tenere il figlio o la figlia concepiti oppure interrompere la gravidanza.
    Sembra che negli anni in cui Ogino ha condotto il suo esperimento, ossia all’incirca nel periodo 1922-1925, il nome di Kyūsaku, fra i maschietti, abbia avuto una notevole diffusione nei registri dell’anagrafe della città di Niigata.
    Che il principio sperimentale di Galileo sia stato messo alla prova e convalidato da una serie di scopate, ovvero di «sensate esperienze» in campo ginecologico, costituisce ancora una volta un valido motivo per celebrarne la straordinaria fondatezza scientifica.


(1) Kyūsaku Ogino, Diary 1922-1975, edited by Koharu Sasaki and Charles Cooper, Allison & Busby, London 1979.
   

agosto 2024

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