Paolo Albani
SEDUTA SPIRITICA CON NIETZSCHE



    Omero Petri ha elaborato, in particolare ne Il ritorno di Federico Nietzsche (1927), una filosofia fisio-scientifica i cui principali ispiratori sono Buddha e Friedrich Nietzsche. Alla fede religiosa, Petri contrappone la conoscenza, figlia diretta della scienza e dell’osservazione, del ragionamento, del convincimento e della deduzione. L’uomo conosce il mondo esteriore attraverso le capacità che gli derivano dalla propria fisiologia e dalla biochimica particolare, in altre parole dal sistema nervoso-vegetativo. Da ogni sensazione generata dalle impressioni esterne viene tratta una rappresentazione che a sua volta viene assunta dalla subcoscienza, una sorta di eredità ancestrale fisio-psichica, che invia tale rappresentazione alla coscienza che rappresenta la funzione del cervello, dove si matura il risultato del ragionamento, frutto del particolare determinismo sviluppatosi in conseguenza di educazione, convenzione, leggi, opportunità, eccetera. Alla base della speculazione filosofica di Petri c’è un fatto importante. Nell’aprile del 1926, insieme alla moglie Filomena e a un’amica della moglie, Matilde Caccialupi, Petri, avverso inizialmente alla credenza spiritica, avvia una serie di sedute spiritiche che lo mettono in comunicazione con Nietzsche, filosofo la cui opera, a quel momento, nessuno dei tre partecipanti alle sedute conosce. Ne Il ritorno di Federico Nietzsche Petri trascrive i colloqui avuti con Nietzsche. Ad esempio il 13 maggio si svolge questa conversazione: D. Sei felice nella tua nuova vita? R. No (e il tavolo è scosso da un lungo tremito). D. Perché soffri tanto? R. Incompreso. D. L’umanità è sempre refrattaria. R. Folli. Chi mi capisce ha intelligenza. D. Non vi è rimedio per non soffrire tanto? R. Adattamento attivo. Il 15 maggio il colloquio prosegue: D. Esiste la reincarnazione? R. Nei figli. D. Di te cosa è rimasto? R. Esisto, esisterò nel pensiero degl’intelligenti. Superate voi stessi in tutte le cose. Operate utilmente e vivrete eterni. D. Puoi presentarti alle sedute senza la mia presenza? R. No, ho bisogno di affinità di mente.
    Il 1 novembre viene chiesto a Nietzsche cosa ne pensi dell’attentato all’on. Mussolini: R. Un uomo che ha un programma vastissimo e che non può svolgere da solo. Ne consegue che la parte che affida agli altri è molte volte svisata e peggio. In tale modo egli ne è ritenuto responsabile ed amaramente criticato. Il compito di governare è arduo e ci vuole una grande abnegazione per far entrare in tutti i cervelli la conoscenza. I valori fattivi devono essere rispettati, ma devono ognora mantenersi al sicuro dagli attentati dei fanatici incoscienti i quali rifuggono da ogni conoscenza, per seguire tutto ciò che è sentimento od opportunità.
    Molti dei libri di Petri portano come sottotitolo, fra parentesi, il termine Messia. È lo stesso Nietzsche che consiglia a Petri di usare quel sottotitolo. Dopo un primo attimo di titubanza, Petri acconsente all’invito: Mi accorsi, dice, come tale compito messianico non fosse che l’inizio dell’Ascesa, e che ben più ardui valichi s’imponessero alle mie forze, onde raggiungere quella Vetta eccelsa piena di seduzioni e di magnifiche promesse, verso la quale l’alito possente del Maestro, cioè Nietzsche, ostinatamente mi sospingeva.
    Per Petri il fenomeno spiritico è riconducibile all’affioramento della Subcoscienza, che ne spiega l’origine biologica. Per sottrarsi alla coscienza contemporanea, che soffoca in massima parte la Subcoscienza, è necessario ricorrere a una specie di autoipnosi o sonno ipnotico. La mia coscienza, afferma Petri, si è posta in assoluta passività, liberando l’Io intimo della Subcoscienza stessa grazie a un processo profondo di introspezione autosuggestiva. Tutto ciò si è realizzato grazie al fenomeno spiritico che ha messo in contatto Petri con Nietzsche. Petri ha progettato Un nuovo apparecchio ortopedico per la coordinazione e deambulazione (1908), è autore di un Manuale di Terapia fisica moderna (1910) e messo a punto una cura contro i foruncoli. Contrario all’eccessivo ricorso alla farmacologia, come medico si è proposto di curare le malattie con la fisiologia e la psicologia.


Bibliografia
Omero Petri, La cura naturale, Fratelli Bocca Editori, Torino, 1926; Il ritorno di Federico Nietzsche (Saggio di comunicazioni medianiche), Fratelli Bocca Editori, Torino, 1927;

Domenica - Il Sole 24 Ore, 228, 19 agosto 2012, p. 28.
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