Paolo Albani
IL LETTORE DI QUARTIERE

        Finalmente, era ora! Su iniziativa del Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, studioso di botanica di fama internazionale, fino a poco tempo fa professore ordinario di Anatomia Vegetale all’Università di Pavia, l’attuale governo in carica ha deciso l’istituzione della figura giuridica del Lettore di quartiere.

        Dopo il Poliziotto di quartiere che, lavorando nelle strade, conosce la realtà quotidiana degli abitanti della zona e rappresenta per loro, in particolare per i commercianti, un punto di riferimento e un deterrente per i cittadini poco onesti, nasce, a seguito di lunghe battaglie politiche, il Lettore di quartiere cui è delegato l’assolvimento di una funzione importante sul territorio: leggere i libri non letti.

            Una delle sventure più terribili e umilianti che può accadere a un libro è non essere letto da nessuno, passare inosservato e dunque nel tempo restare “vergine”, intonso e con ciò vedersi negata l’ebbrezza per cui è stato mandato alle stampe, ovvero la lettura. Un libro non letto è paragonabile a un pianoforte muto, a un orologio fermo, a uno stadio di calcio deserto, a un aereo mai decollato, a un ombrello chiuso durante un acquazzone.
        Il Lettore di quartiere è stato istituito con il preciso intento di porre un freno alla sciagurata prassi del non leggere e far desistere i non lettori, purtroppo sempre più numerosi, da questa loro cattiva abitudine.

          Come prescritto dalla legge numero 204 pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 7 marzo 2014, per diventare Lettore di quartiere si deve superare un concorso per titoli e esami. I titoli riguardano la certificazione − tramite dettagliato riassunto del contenuto − dei libri letti in media durante un anno e del numero di quelli materialmente acquistati (fanno fede gli scontrini fiscali rilasciati dalle librerie o da altri luoghi deputati alla vendita di libri come fiere, musei, fondazioni, ecc.), mentre l’esame consiste nel verificare in un colloquio davanti a un’apposita commissione ministeriale le modalità (tempo, dizione, colore della voce, espressività) di lettura di cui è dotato l’aspirante Lettore di quartiere.

          Qual è il compito istituzionale del Lettore di quartiere?  

         Durante l’orario di lavoro (8-13, 15-19), il Lettore di quartiere si reca, dopo un preavviso minimo di sette giorni, nelle abitazioni in cui è segnalata la presenza di uno o più non lettori. A seconda della tipologia del non lettore, ossia delle sue inclinazioni culturali e più in generale del suo stile di vita, risultanti dal monitoraggio svolto dall’Ufficio Tecnico delle Non Letture del comune, il Lettore di quartiere porta con sé una serie di libri accuratamente selezionati (e mai letti dall’utente). Dopo una scelta liberamente effettuata dal soggetto portatore di non lettura, seduta stante, il Lettore di quartiere si accinge a leggere a alta voce uno dei libri mai letti e lo fa, come prescritto dall’articolo nove della legge 204 del 7 marzo 2014, per un tempo non inferiore a quaranta minuti consecutivi.

            Nel caso in cui, per assoluta impreparazione o mancanza di volontà, il non lettore sia incapace di scegliere il libro da farsi leggere, sarà d’ufficio il Lettore di quartiere, a suo insindacabile giudizio, in virtù del ruolo attribuitogli dalla legge, a decidere il tipo di lettura da effettuarsi, disponendo altresì il luogo (salotto, cucina, terrazza, giardino, ecc.) ritenuto più consono alla realizzazione dell’obiettivo-lettura.

            In certi casi il Lettore di quartiere ha l’opportunità di utilizzare un libro non letto appartenente alla biblioteca del non lettore. Esistono infatti alcune biblioteche che sono composte di libri cosiddetti di rappresentanza, cioè comprati solo per fare arredamento, per occupare spazio e basta e non per essere sfogliati e letti. In altri termini si tratta di libri “dormienti” o, come li definisce Italo Calvino nel primo capitolo di Se una notte d’inverno un viaggiatore, di “Libri Fatti Per Altri Usi Che La Lettura”, che tuttavia, grazie all’intervento del Lettore di quartiere, possono tornare a svolgere il loro ruolo originario, quello specifico per cui sono stati creati.

          Al termine delle sedute necessarie a leggere interamente un libro mai letto, il Lettore di quartiere rilascia un attestato in cui si certifica con tanto di carta da bollo l’avvenuta lettura e il passaggio ufficiale del non lettore nella categoria, appositamente istituita dalla legge numero 204 sopra citata, di “lettore avventizio” o di “primo grado”.

          Sarà compito infine del Lettore di quartiere verificare dopo un determinato periodo di tempo (che varia, a seconda del grado di indolenza alla lettura, dai cinque ai nove mesi) se il “lettore avventizio” abbia davvero preso in mano un altro libro mai letto, pena, in caso negativo, l’imposizione di un nuovo ciclo di visite domiciliari del Lettore di quartiere per spronare con fermezza il soggetto recidivo e invogliarlo alla lettura.


aprile 2014

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