Paolo Albani
L'ISOLA
DEGLI
UOMINI SOLITARI
Navigando a largo delle
coste orientali della Nuova
Mirnao, non
lontano dall'Arcipelago delle Grotriand, s'incontra un'isoletta
verdeggiante,
a forma di arachide, sovrastata dal cono grigiastro di un vulcano che
si
erge, maestoso, sopra la boscaglia fitta.
È l'Isola degli Uomini solitari. Il nome trae
origine
da un evento accaduto più di trecento anni fa, verso la fine
della
cosiddetta guerra dell'«Acqua sporca», la ventiquattresima
di ordine mondiale, quando su quell'isola sperduta dell'oceano
Periglioso
- una volta oceano Indiano - si stabilì una
comunità
di «uomini solitari».
In gran parte provenienti dai paesi centrali del Mondo
Pacificato,
gli «uomini solitari», la cui dote principale è un
forte
senso dell'autonomia e della riservatezza, vivono sull'isola - un lembo
di terra non più grande dell'attuale Repubblica di Bolgiac -
completamente
isolati, senza avere alcun rapporto diretto fra loro, nessun contatto o
legame.
La socialità nell'isola degli «uomini
solitari»
è mediata e sostituita dalla tecnica.
In apparenza tranquilla, la
vita sull'isola degli
«uomini
solitari» si fonda sulla «regola delle tre P», ovvero
sul Principio della Prenotazione Preventiva. Al fine di eludere
contatti fisici o deplorevoli interferenze, gli «uomini
solitari»
predispongono le proprie attività secondo un ferreo sistema
centralizzato
di prenotazioni, un po' come accadeva in altri tempi, quando uno
decideva
di prendere il treno o l'aereo.
Sull'isola, quando un «uomo solitario» vuole andare
al cinema, in chiesa, al ristorante, in libreria o in un centro
commerciale,
o sente il bisogno di passeggiare in pineta o su un particolare tratto
di spiaggia, o ha voglia di visitare un museo o di impegnarsi in
qualsiasi
altra faccenda fuori della propria abitazione, deve procurarsi,
redigendo
una domanda scaricabile dai siti competenti, una prenotazione, che in
pratica
è un lasciapassare che lo autorizza formalmente a eseguire
l'azione
progettata.
Nel giro di pochi secondi una posta elettronica in codice lo
informerà se la richiesta (ad esempio fare rifornimento dalle
17,03
alle 17,18 del giorno 21 del mese di luglio dell'anno x nel
distributore
automatico di carburante vicino al faro del molo sud) è stata
accolta.
In caso affermativo potrà soddisfare il desiderio
formulato
(recarsi in quel distributore di carburante, esattamente nella data e
nell'orario
stabiliti) senza correre il rischio d'incontrare qualcuno, circostanza
infelice che, tradendo la natura propria dell'«uomo
solitario»,
lo sconvolgerebbe profondamente. Al contrario, in caso di rifiuto, gli
verrà sottoposto un ampio ventaglio di soluzioni alternative fra
le quali effettuare una nuova opzione.
È così che scorre la vita sull'isola, in uno stato
permanente di solitudine, immune da fastidiose grane relazionali. Tutto
si compie nel rispetto di un ben calcolato ordine di prenotazioni, un
vincolo
che nessuno si sogna di disattendere perché la cosa più
imbarazzante
e terribile allo stesso tempo che può capitare a un «uomo
solitario» è di trovarsi a tu per tu con un altro
«uomo
solitario», di vederselo comparire davanti, senza via di scampo,
e di doversi rapportare a lui, fosse solo per scambiarsi una rapida
occhiata
o tutt'al più un breve saluto: buongiorno buonasera.
Le abitazioni degli
«uomini solitari»,
immerse nella
folta vegetazione, a un ragguardevole margine di distanza le une dalle
altre (non esistono sull'isola agglomerati simili a ciò che in
altre
parti del mondo la gente chiama città, borghi, villaggi, ecc.),
sono costruzioni prefabbricate in legno di un solo piano, progettate
per
accogliere non più di un singolo individuo, monolocali provvisti
di ogni comfort e ritrovato della tecnica, con piccoli oblò sul
tetto da cui, di notte, si ammira il cielo stellato di un blu intenso e
siepi alte, fino anche a tre metri, che girano intorno a dei
giardinetti
ben curati che si aprono davanti all'entrata.
Sull'isola degli
«uomini solitari»
l'istruzione, cui
viene attribuito un ruolo importante, è organizzata sulla base
di
un trattamento ad personam. In ogni ordine di scuola, dalle elementari
all'università, le lezioni si svolgono a distanza, on line.
Sempre
on line vengono soddisfatti i vari obblighi scolastici: interrogazioni,
esami di profitto e di laurea, test didattici, ripetizioni, collegi e
consigli
di facoltà. Agendo su un telecomando lo studente sceglie il
corso
da seguire, il docente e gli eventuali approfondimenti disciplinari, in
virtù del proprio piano di studio.
Le aule sono stanzette insonorizzate che ospitano un solo
studente
per volta, e gli orari sono combinati in modo da evitare che gli
studenti
abbiano la possibilità - riprovevole agli occhi degli abitanti
dell'isola
- di stringere legami.
Le poche merci prodotte
sull'isola - frutta esotica e
cereali
- provengono da piccoli appezzamenti di terra in zone pianeggianti dove
lavora un solo individuo, prevalentemente di sesso femminile, assistito
da mezzi tecnici avanzati (macchine raccoglitrici, trattori, pompe
idrauliche,
motoseminatrici, trinciatuberi, ecc.).
L'unica fabbrica dell'isola, la «Taylor New Glass»,
produttrice di vasetti di vetro per marmellate, succhi e conserve di
pomodoro,
è completamente robotizzata, e funziona sotto la supervisione di
un tecnico specializzato. Un uso rivoluzionario dell'informatica
consente
altresì che la parte amministrativa della fabbrica sia gestita,
a turno, da un solo impiegato.
L'estrema forma di individualismo che caratterizza la conduzione
dell'economia fa sì che sull'isola degli «uomini
solitari»
non esista la minima traccia di conflittualità, e di conseguenza
non si sia mai sentito il bisogno di mettere in piedi strutture
sindacali,
associazioni corporative, unioni o leghe a difesa dei diritti di
chicchessia.
E sempre alla stessa ragione, il completo isolamento in cui
vivono
gli «uomini solitari», si deve il fatto che non sono mai
nate
sull'isola istituzioni - come invece se ne conoscono in altre parti
periferiche
del Mondo Pacificato dall'impero - quali partiti, tribunali, camere del
lavoro, corpi di polizia e relative figure sociali ad esse legate:
uomini
politici, giudici, avvocati, gendarmi.
Il sistema dei pagamenti
vigente nell'isola degli
«uomini
solitari» è affidato all'uso di carte di credito chiamate
OBOLOCARDS che gli «uomini solitari» ricevono direttamente
a casa attraverso la posta pneumatica, una ragnatela di tubi
sotterranei
che collega le abitazioni dell'isola a un ufficio centralizzato il
quale
provvede allo smistamento della posta sospingendola dentro i tubi
grazie
all'energia prodotta da una gigantesca turbina a reazione.
Non circolano sull'isola monete metalliche o cartacee né
assegni bancari. Tanto meno sono praticabili forme di scambio basate
sul
baratto poiché ciò implicherebbe insane relazioni fisiche
fra i contraenti.
Ogni acquisto viene saldato via Alonet, sistema ultraveloce
evolutosi
dal vecchio Internet, oppure direttamente presso apposite macchinette
automatiche
di color giallo adibite alla riscossione, le OBOLOMAT, piazzate ben in
vista alle uscite di ogni self-service commerciale (cinema, ristoranti,
supermercati, farmacie, ecc.).
Ovunque siano custodite le carte di credito, nella tasca di un
pantalone, in un portafoglio o dentro una borsetta, le OBOLOMAT
riescono
a leggerne perfettamente il numero di serie; in più le OBOLOMAT
possiedono un dispositivo infallibile di foto-rilevazione di modo che
se
qualcuno dovesse dimenticarsi di pagare verrebbe subito identificato e
sanzionato con una multa salata.
Tuttavia è solo per distrazione che può verificarsi
un non pagamento perché l'idea di raggirare qualcuno, di
sottrarsi a un obbligo economico non sfiora mai la mente di un
«uomo
solitario» che si farebbe dilaniare dai pescecani piuttosto che
veder
comparire il proprio nome sul disonorevole BOLLETTINO GENERALE DEGLI
INADEMPIENTI,
consultabile on line.
Sull'isola degli
«uomini solitari» esiste un
singolare
flusso di turismo che, pur in modesta parte, contribuisce
all'incremento
delle finanze comunitarie. La legge prevede che siano ammessi, in certe
fasce orarie e dietro pagamento di una congrua tassa di soggiorno,
turisti
di ogni nazionalità, senza discriminazioni di natura politica,
religiosa
o razziale, purché il turista accetti espressamente di viaggiare
da solo (sull'isola sono infatti proibiti gli spostamenti di coppia e
in
gruppo), firmando sotto la propria responsabilità un modulo di
«transito
provvisorio».
Inoltre, per ovvie ragioni legate al mantenimento della quiete
individuale, e al fine di impedire ricongiungimenti clandestini di
singoli
turisti, magari in zone impervie nascoste dalla vegetazione, fuori dal
controllo della video-sorveglianza, la legge stabilisce che può
sbarcare sull'isola un turista alla volta.
Le visite - teleguidate - dei singoli turisti, anch'esse
stabilite
sulla base di prenotazioni preventive, avvengono con l'ausilio di una
guida
elettronica, un navigatore satellitare da polso che mostra al turista
l'itinerario
personalizzato da seguire, le bellezze naturali e i siti archeologici
da
visitare, e poi i luoghi dove dormire, cioè dei minibungalow ben
attrezzati lungo spiagge incantevoli che, in certe insenature, hanno la
sabbia color rosa e le palme curve sotto il peso delle noci di cocco a
due passi dal mare.
Su un dépliant della «New International
Travel»,
l'unica agenzia turistica che tratta offerte di viaggi per questa
lussureggiante
isoletta dell'oceano Periglioso, si legge:
VISITATE L'ISOLA DEGLI UOMINI SOLITARI:
UN'OASI APPARTATA DI PACE,
IL LUOGO IDEALE PER IL VIAGGIATTORE RIFLESSIVO
Un'antica consuetudine
vuole che, alle ultime luci del
giorno,
gli «uomini solitari» che hanno ottenuto l'autorizzazione
raggiungano
a piedi le spiaggette sfrangiate lungo la costa ovest dell'isola e
lì,
non più di uno per spiaggia, si godano lo spettacolo del
tramonto
in una quiete appagante che resiste allo sciabordio delle onde e ai
versi
striduli dei gabbiani.
Fra le numerose prenotazioni che si effettuano a un ritmo
impressionante
sull'isola, questa per la vista del tramonto in uno scenario romantico
da cartolina illustrata è una delle più richieste.
Se poi al tramonto, in quel tratto di mare che guarda verso la
costa ovest dell'isola, passa per caso una nave, gli «uomini
solitari»
si dileguano zampettando svelti come grosse iguane e vanno a
nascondersi
in mezzo alla vegetazione alta.
Neanche a dirlo,
sull'isola, le femmine e i maschi degli
«uomini
solitari» praticano l'amore solitario, consuetudine che ha
vanificato,
oltre a perverse dinamiche di coppia, gelosie, rivalità, delitti
passionali e simili pasticci, l'insorgere di malattie veneree o il
pericolo
di contrarre, attraverso un rapporto sessuale (modalità di
accoppiamento
umano tuttora diffusa nel resto del mondo), batteri, funghi, parassiti
o virus terribili che ancora imperversano fuori dell'isola come
l'attuale Neisseria
gnoccorea che ha soppiantato il vecchio devastante AIDS.
La riproduzione della vita sull'isola avviene tramite un
meccanismo
di auto-inseminazione artificiale: la donna che decide di avere un
figlio
riceve gratuitamente un «kit di pronta gravidanza»,
comprensivo
di un piccolo dispositivo che le permette d'introdursi da sola, con
estrema
facilità, il seme proveniente da un donatore anonimo.
Il parto è eseguito da due braccia meccaniche azionate
da un'ostetrica che sorveglia le varie fasi dell'intervento su un
monitor.
I neonati sono accuditi da speciali educatori, dei robot MOD. ED di
ultima
generazione programmati per affrontare qualsiasi tipo di problema
relativo
allo sviluppo fisico e mentale del bambino. Al compimento del settimo
anno,
i bambini vengono tolti dalle cure dei robot pediatrici e cominciano il
loro addestramento telematico alla solitudine che li porterà
nell'arco
di pochi anni ad acquisire in modo pieno una mentalità da
«uomini
solitari».
Da anni nell'isola degli
«uomini solitari»
c'è
un romanzo che svetta al primo posto della classifica dei libri
più
letti, un romanzo - L'Isola degli Uomini socievoli - che ha per
protagonista una comunità di uomini nuovi, estroversi e
disponibili,
che vivono d'amore e d'accordo su un'isola sconosciuta, una storia
avveniristica
dovuta alla fantasia di uno scrittore che, per restare anonimo, si
firma
con un nome fittizio.
Almanacco del Bibliofilo, 17, 1 gennaio 2007, pp. 27-38.
Questo numero dell'Almanacco, intitolato "Viaggi nel tempo alla
ricerca di nuove isole dell'utopia", a cura di Mario Scognamiglio,
contiene
testi di (in ordine di apparizione) Umberto Eco, Giulio Andreotti,
Paolo
Albani, Annalisa Bruni, Salvatore Carrubba, Gianni Cervetti, Matteo
Collura,
Gianandrea de Antonellis, Oliviero Diliberto, Gianfranco Dioguardi,
Curzio
Ferrari, Mauro Giancaspro, Giuseppe Marcenaro, Elio Palombi, Mario
Scognamiglio,
Pietro Spirito, Armando Torno.
Per ritornare al sommario dell'Almanacco del Bibliofilo cliccate
qui.
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