INFLUENCER
Poi ho guardato su Google, perché sono curioso, e ho
scoperto che influencer significa
un’altra cosa, è un individuo che, essendo determinante nell’influenza
dell’opinione pubblica, costituisce un target importante cui indirizzare
messaggi pubblicitari, al fine di accelerare l’accettazione di prodotti
commerciali presso un pubblico più vasto. Ho scoperto anche che esiste una laurea
triennale che ti fornisce – come recita l’annuncio di una certa università – tutti
gli strumenti tecnici e strategici per diventare «un influencer di successo, consapevole e preparato». L’influencer è diventata ormai una vera e
propria figura professionale. Conoscete Mariano Di Vaio? Vi dice
qualcosa questo nome? No? Per me è un perfetto sconosciuto. Ebbene: Mariano Di
Vaio, umbro, 30 anni, ex modello, è il fashion blogger italiano più famoso al
mondo con oltre 10 milioni di follower (seguaci) divisi tra i vari social
network (un fashion blogger è il creatore o
curatore di un blog dedicato alla moda). Attenzione: ho detto «più
famoso al mondo», no a Canicattì o nella periferia di Domodossola, stiamo
navigando sull’onda di cifre strepitose, da capogiro, se pensate che il
presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump ha 15 milioni di follower. Da
par suo Di Vaio non fa sconti a nessuno, ha un gran bel profilo e si guadagna
un sacco di soldi. La domanda delle domande è: come si
diventa influencer? Per prima cosa devi avere un profilo
Instagram, che è un social network che permette agli utenti di postare foto con
filtri in alta definizione e video di una certa durata (fino a 60 secondi mi
sembra) e di condividerli in Rete. Più aumenta il numero di follower, di like
(= mi piace), di commenti e visualizzazioni che uno riesce a raccogliere sul
proprio profilo Instagram più la sua reputazione si rafforza e più diventa appetibile
la sua immagine per le imprese. Tutto qui in sintesi il meccanismo che presiede
al ruolo della figura dell’influencer. Perciò il segreto per diventare influencer è di avere il maggior numero
di seguaci, di catturare più gente possibile nelle maglie della Rete, e questo
si ottiene diventando famosi. Le principali regole per acquisire
una certa visibilità nella Rete (è un elenco che ho trovato in Rete) sono: 1. aumentare i follower su Instagram (che si possono anche comprare); 2. essere presente nelle community (una «community» è un insieme
di persone che, mosse dal comune interesse nei confronti di un argomento,
condividono informazioni su di esso sfruttando vari strumenti che la tecnologia
mette loro a disposizione); 3. commentare e lasciare contributi di qualità; 4. usare i like per apprezzare persone che ammiri; 5. inserire la località nelle foto; 6. usare i migliori hashtag per il tuo scatto (un hashtag è un
tipo di etichetta utilizzato su alcuni servizi web e social network come
aggregatore tematico, la cui funzione è rendere più facile per gli utenti
trovare messaggi su un tema o contenuto specifico); 7. interagire con il tuo target (fascia dei potenziali
acquirenti di un prodotto); 8. pubblicare con continuità. Parlo di queste cose, sebbene sia ancora
un novellino riguardo ai segreti della Rete, perché ho deciso di fare l’influencer e per distinguermi dagli
altri – che è importante nel mestiere che voglio intraprendere – ho scelto una
strategia mirata: non disperdermi in troppi argomenti, non divagare o vagare
nel generico, ma concentrarmi su un tema, su quello e basta, e seguire un mio
stile narrativo. Sarà questa l’arma vincente del mio successo come influencer. Il tema che ho selezionato per la
mia nuova attività di influencer è la
GALLINA, animale domestico per antonomasia, notoriamente legata all’uomo e sua
affezionata «collaboratrice», specie sul tavolo da pranzo, che tuttavia non
voglio affrontare in quanto cibo per l’alimentazione. Il mio obiettivo è ben
diverso: riscoprire una qualità poco conosciuta, e perciò più attraente in
senso spirituale, della gallina. Per far questo ho pensato di
avvalermi degli studi di un personaggio che merita di essere riscoperto e
rivalutato, facendolo uscire dalla gattabuia del dimenticatoio delle teorie
scientifiche in cui l’hanno rinchiuso per anni: Francesco Becherucci, cultore
di scienze fisiche e naturali, oltre che fisiologo, vissuto a Firenze nella
seconda metà dell’800. Becherucci studia all’Università di Pisa; in un lungo
soggiorno a Parigi si costruisce un gabinetto di fisiologia dove fa moltissime
esperienze sul modo di trasfondere la vitalità organica nell’atto in cui esala
da animali morenti sani espressamente uccisi, ottenendo su se stesso splendidi
risultati. In una Memoria del 1887 (Tip. Coppini e
Bocconi, Firenze), indirizzata a Michele Coppino (1822-1901), Ministro
dell’Istruzione Pubblica nel governo di Agostino Depretis, Becherucci rivela
alle Accademie di Scienze d’Europa di aver scoperto un efficace ricostituente
che consiste nel sorbire le uova delle galline prima che queste le facciano,
ovvero quando le uova si trovano ancora dentro il corpo delle galline. A tutti è
facile sapere quando nel seno di una gallina c’è un uovo con il guscio, afferma
Becherucci. In tal caso si prende la gallina e si avvolge in una salvietta, in
modo che non possa muoversi. Quindi con una cannula vuota e di piccolo
diametro, lunga 20 o 30 centimetri, di argento o di altro metallo, di avorio o
altra sostanza, avente a una estremità una forma piramidale, ma non tagliente,
e dall’altra un bocchino, così che, introdotta la cannula dalla parte
piramidale fino a rompere il guscio, sarà facile all’individuo dal lato del
bocchino aspirare «a sorso a sorso» l’uovo che si trova dentro la gallina e
protrarre l’operazione succhiando lentamente l’uovo per cinque e più minuti.
Egualmente si può ripetere a volontà la stessa operazione sopra una seconda e
più galline per nutrirsi di più uova di seguito. Il guscio dell’uovo che rimane
nella gallina verrà espulso poi naturalmente dalla gallina stessa lasciata libera.
Con vera soddisfazione, dice Becherucci, posso confermare che il sorbire le
uova direttamente dalle galline è un piacere delizioso e vantaggiosissimo,
avendolo gustato a lungo lui stesso di persona (p. 9). Nel rendere
pubblico il suo «eroico ricostituente», Becherucci ci tiene a precisare di non
essere mosso da interesse, né da sete di guadagno, ma che a spingerlo, con rara
generosità, è il desiderio di procurare ai suoi simili un mezzo efficace e
pratico grazie al quale possano raggiungere il bene che tutti gli uomini
indistintamente desiderano e bramano di ottenere con fondamento di scienza,
cioè una prospera e lunga vita (p. 10). Per maggiori
chiarimenti su questo ricostituente, Becherucci invita gli interessati a
recarsi a Firenze al secondo piano di via Guelfa numero 103 dalle 10 alle 12
del mattino, tutti i giorni eccettuato le feste, con una lettera affrancata.
Qualora si volesse aprire a Firenze o altrove uno Stabilimento igienico
curativo per generalizzare il beneficio del suo ricostituente, Becherucci si dice disponibile a prenderne la
direzione in virtù della sua esperienza in modo da contribuire efficacemente a
procurare il bene dell’umanità (p. 11). In un altro opuscolo
di sole 8 pagine del 1871, Trasfusione
del fluido vitale nell’uomo (Tip. Tofani, Firenze), indirizzato a S.E. il Ministro dell'Istruzione Pubblica On. Comm. Cesare
Correnti (1815-1888) e a altri scienziati, Becherucci preannuncia
la sua scoperta, sostenendo che, mediante un metodo speciale, è possibile
trasfondere nell’uomo il fluido vitale
che esala da animali morenti sani espressamente uccisi. Tale trasfusione va
praticata più volte l’anno a individui in salute, ma anche a coloro che nascono
con un’organizzazione malaticcia, alle donne spossate dai parti e ugualmente agli
annegati e in altri simili casi, quando il medico si trovi nella possibilità di
richiamare in vita l’individuo. A conclusione del suo scritto, Becherucci
avverte di aver tenuto in assoluto segreto il metodo per l’applicazione della
sua scoperta, di conseguenza invita a diffidare di coloro che per avventura si
presentassero nel Regno o all’estero spacciandosi per suoi inviati e volessero
operare la trasfusione. Dato che la sua scoperta è d’interesse internazionale,
come il vaccino, Becherucci annuncia che non tarderà a comunicarla ai singoli
Governi affinché sia universalmente applicata per il bene pubblico. Da
parte mia ho fiducia che la divulgazione in Rete del «metodo
Becherucci», il cui fine, grazie all’uovo sorbito direttamente dal
sedere della gallina, è il rinvigorimento delle facoltà
fisico-intellettuali dell’uomo e una sua maggiore longevità, sarà un
viatico importante alla mia carriera di influencer.
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