Paolo Albani
L'ILLUSIONISTA GENTILE
FA MAGIE CON LA CARTA

   
   
Esiste davvero Mariano Tomatis, l’autore del libro che sto recensendo, Il mio libro di magia (Edizioni Tlon)? La domanda non è peregrina: qualcuno, anni fa, avanzò il sospetto che Mariano Tomatis fosse un’invenzione di Umberto Eco, camuffato dietro il personaggio di Milo Temesvar (entrambi hanno le stesse iniziali: M. T.), un albanese accusato di deviazionismo di sinistra che si ritira in Unione Sovietica dove conduce studi sulle macchine pensanti, e scrive un libro intitolato I venditori di Apocalisse (Eco lo cita in Apocalittici e integrati). Anche ne Il nome della rosa, all’inizio, Eco racconta di aver trovato a Buenos Aires, curiosando sui banchi di un piccolo libraio antiquario, un libretto di Milo Temesvar, Dell’uso degli specchi nel gioco degli scacchi, ispirato a Borges (sempre Eco racconta che Arnoldo Mondadori, uno dei più grandi editori italiani, aveva fatto ritagliare il suo articolo su Milo Temesvar con un appunto in rosso: «Comprare a qualsiasi prezzo»).
    A questo punto, sveliamo l’arcano e ristabiliamo i legittimi ruoli: Milo Temesvar è un personaggio di fantasia, una creazione di Eco, mentre Mariano Tomatis è (udite! udite!) un Wonder Injector, «colui che infonde meraviglia», o un tecnico dello stupore, come lui stesso ama definirsi, insomma in parole povere, che poi tanto povere non lo sono mai, un illusionista.


Una locandina per un illusionista degli anni 20

    Nella sua piccola guida, Il mio libro di magia, Tomatis ci regala dieci lezioni suddivise in varie “ricreazioni” (termine che richiama gli esercizi dell’Oulipo, anch’essi presentati come ricreativi), e lo fa «con gentilezza», un ingrediente che non guasta sulla tavola di chi si esibisce in pubblico (spesso i maghi sono aggressivi e supponenti, incutono paura e si avvalgono della paura per imbrogliare gli spettatori). Tomatis illustra, con efficaci disegni fatti a mano, una serie di «prestigi gentili» effettuati con carte da gioco, dadi, caramelle, fiammiferi, calamite, puzzle, origami, ecc.
    Sono lezioni tratte da antichi libri di prestigiazione, meritevoli di tornare in auge, come ad esempio Anatomia della prestigiazione (1635) del mago inglese Hocus Pocus Junior (probabile pseudonimo, dato che hocus pocus è una frase senza senso, usata durante gli spettacoli nelle fiere, una «formula magica» per «fare accadere qualcosa», al pari di abracadabra), o il cosiddetto «manoscritto IT» (1545?) (IT come il nome del romanzo horror di Stephen King), custodito alla Biblioteca Nazionale di Firenze, che parla del gioco degli scacchi (di cui, abbiamo visto, il fantomatico Milo Temesvar è un esperto); in fondo al manoscritto ci sono due pagine bianche su cui un anonimo ha scritto a penna la spiegazione di alcuni giochi di prestigio.
    Altri testi citati da Tomatis sono l’Experimentarius (XII sec.), uno dei libri più bizzarri del Medioevo, traduzione di un manuale arabo di geomanzia (tecnica divinatoria), che dietro la copertina ha due ruote dentate che forniscono combinazioni di numeri in grado di rispondere a domande tipo: «Incontrerò l’amore della mia vita?», «Guarirò dalla malattia?», e Le sottili e piacevoli invenzioni (1584) di Jean Prévost, dove sono spiegati trucchi che consentono di sapere quanti oggetti si nascondono in un pugno chiuso (nel libro, fra l’altro, Prévost suggerisce di abbandonare in un cimitero una tartaruga con una candela accesa sul dorso e di godersi gli sguardi di terrore di chi, di notte, crede di avvistare dei fuochi fatui).
Un classico della magia è il «libro che si colora», un libro che all’inizio appare bianco, ma che poi, sfogliandolo, cambia aspetto, mostrando, non solo pagine di colori diversi, ma immagini di uccelli, bestie feroci, serpenti, angeli e così via. Il trucco è chiarito nel trattato La scoperta della stregoneria (1584) del parlamentare inglese Reginald Scot (1538 c.-1599). Il libro di Scot è un «nobile gesto politico», poiché denuncia la superstizione di chi attribuisce alle “streghe” poteri occulti, svelando decine di trucchi per smascherare diavolerie fasulle.
    Nel congedarsi dal lettore, Tomatis sottolinea che le sue lezioni intendono mettere in discussione l’idea dominante della figura del maschio: l’attitudine al dominio, al machismo e alla sopraffazione che contamina anche gli spettacoli di magia. Abbracciare un illusionismo gentile, afferma Tomatis, può renderci più consapevoli, liberarci da norme asfissianti e incoraggiare relazioni basate sulla cura e il rispetto.
    È il pensiero magico di un «illusionista antifascista», oggigiorno una vera rarità.


Mariano Tomatis

Il mio libro di magia.
Una guida pratica con 10
lezioni, 30 giuochi

Edizioni Tlon,
pagg. 140, € 15

  


«Domenica - Il Sole 24 Ore», N. 46,
  16 febbraio 2025, p. XVIII.


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