Quando
leggiamo un libro, qualunque ne sia il motivo, dobbiamo essere
coscienti che si tratta di un essere vivente, di una persona di carta:
respira mentre lo sfogliamo, sogna quando lo riponiamo sullo scaffale,
prova dolore se cade dalla libreria, sente il solletico se lo grattiamo
sulla costa. E per di più possiede un’anima.
Da questo assunto antropomorfico, muove il Piccolo galateo illustrato per il corretto utilizzo dei libri,
scritto da Marco Didimo Marino, con le illustrazioni di Marco
Maldonato, per i tipi del Saggiatore. Un po’ enfaticamente, il libro
promette di risolvere tutti i dubbi che s’incontrano durante la nostra
vita di lettrici e lettori. Non pochi, davvero, quando prendiamo in mano
quell’oggetto demoniaco, pieno d’insidie, che è un libro, da manipolare
sempre con cura.
Il primo dubbio da affrontare (a chi non è mai
venuto?) è di carattere etico: fare o non fare le orecchie? Alcuni (gli
animisti che vedono nel libro una persona) considerano questa pratica un
crimine contro il genere umano, un’azione immorale che reca dolore al
corpo del libro. Altri invece, i materialisti della carta, scettici
sulla dimensione metafisica dei libri, ritengono che le orecchie siano
utili perché svolgono una funzione mnemonica. Come se ne esce? Il Piccolo galateo
se la cava citando un monaco rinascimentale, teorico dell’esatta
dimensione triangolare che deve assumere l’orecchia. Dunque, fatele pure
le orecchie, ma perfette.
Altro angoscioso dubbio riguarda le sottolineature,
con penne, pennarelli, matite. Farle o non farle? Questo è il dilemma.
Il suggerimento di buon senso è di usare strumenti (una matita HB2,
leggera) che non ferisca il libro.
Ogni lettore – ricorda il Piccolo galateo –
sviluppa sulla pagina un suo personale sistema di geroglifici: cuori,
punti interrogativi o esclamativi per esprimere stupore, sconcerto,
meraviglia. A volte vi sono notazioni critiche, pensieri,
approfondimenti che, nel caso siano scritti da persone famose, mandano
in giuggiole i collezionisti, perché il valore del libro annotato sale
alle stelle.
A proposito della possibilità di strappare le pagine dei libri, il Piccolo galateo
la ritiene accettabile in casi estremi, come quello reso pubblico da
Franco Lucentini che, durante una trasmissione televisiva, confessò di
aver tagliato a metà Il comportamento dei gatti (1956) di Paul
Leyhausen, allievo di Konrad Lorenz, portando a giustificazione del
drastico gesto, lui che leggeva circa quattro ore di notte fumando una
sigaretta, questa scusa: «Pesava troppo!». Si racconta che Dino Campana,
prima di consegnare i suoi Canti orfici a Marinetti, ne abbia strappato delle pagine, perché tanto, disse il poeta, non le avrebbe capite.
Non poteva mancare nel Piccolo galateo un
capitolo dedicato al tema di come ordinare i libri (sull’argomento ha
scritto un bel saggio Georges Perec): in modo alfabetico, cromatico, per
genere letterario, per autore, per storie predilette, seguendo l’ordine
degli acquisti, dividendo i libri letti dai non letti, o in modo
ibrido. Dalla disposizione dei libri nelle librerie (e dalle diverse
forme delle librerie stesse, che, oltre ai libri, contengono vari oggetti:
una rana di cristallo, il biglietto di un concerto, un’armonica a
bocca, ecc.) si desume l’identikit del lettore.
Per leggere un libro, tutte le posture sono
consentite: seduto, sdraiato, raggomitolato, coricato, come scrive Italo
Calvino nelle prime pagine di Se una notte d’inverno un viaggiatore (1979). Puoi anche metterti a testa in giù, in posizione yoga, aggiunge Calvino, basta che tieni il libro capovolto.
Con quali tecniche «dire grazie ai libri», che ci
regalano tanto piacere?, si domanda il Piccolo galateo. La prima è la
tecnica del ricordo, riprendendo il libro in mano, dopo che l’abbiamo
rimesso sullo scaffale, sfogliarlo di nuovo; quella del diario,
annotando le nostre impressioni sul contenuto del libro letto; e poi la
tecnica della voce, leggendo un libro a voce alta, così da far sentire
al libro stesso il suono della propria voce che altrimenti, senza il
lettore, non riuscirebbe a ascoltare.
Se c’è un arricchimento che si trae dalla lettura di
questo piccolo, ma prezioso galateo libresco, è che «meditare sul nostro
legame con i libri, su come ci comportiamo nei loro riguardi, ci
insegna ogni volta qualcosa in più su di noi».
Piccolo galateo illustrato per il corretto utilizzo dei libri
Marco Didimo Marino
Illustrazioni di Marco Maldonato
il Saggiatore, pagg. 157, € 15