Paolo Albani
CHE MALEDUCATO
QUEL LETTORE!

 Quando leggiamo un libro, qualunque ne sia il motivo, dobbiamo essere coscienti che si tratta di un essere vivente, di una persona di carta: respira mentre lo sfogliamo, sogna quando lo riponiamo sullo scaffale, prova dolore se cade dalla libreria, sente il solletico se lo grattiamo sulla costa. E per di più possiede un’anima.
    Da questo assunto antropomorfico, muove il Piccolo galateo illustrato per il corretto utilizzo dei libri, scritto da Marco Didimo Marino, con le illustrazioni di Marco Maldonato, per i tipi del Saggiatore. Un po’ enfaticamente, il libro promette di risolvere tutti i dubbi che s’incontrano durante la nostra vita di lettrici e lettori. Non pochi, davvero, quando prendiamo in mano quell’oggetto demoniaco, pieno d’insidie, che è un libro, da manipolare sempre con cura.
    Il primo dubbio da affrontare (a chi non è mai venuto?) è di carattere etico: fare o non fare le orecchie? Alcuni (gli animisti che vedono nel libro una persona) considerano questa pratica un crimine contro il genere umano, un’azione immorale che reca dolore al corpo del libro. Altri invece, i materialisti della carta, scettici sulla dimensione metafisica dei libri, ritengono che le orecchie siano utili perché svolgono una funzione mnemonica. Come se ne esce? Il Piccolo galateo se la cava citando un monaco rinascimentale, teorico dell’esatta dimensione triangolare che deve assumere l’orecchia. Dunque, fatele pure le orecchie, ma perfette.
    Altro angoscioso dubbio riguarda le sottolineature, con penne, pennarelli, matite. Farle o non farle? Questo è il dilemma. Il suggerimento di buon senso è di usare strumenti (una matita HB2, leggera) che non ferisca il libro.
    Ogni lettore – ricorda il Piccolo galateo – sviluppa sulla pagina un suo personale sistema di geroglifici: cuori, punti interrogativi o esclamativi per esprimere stupore, sconcerto, meraviglia. A volte vi sono notazioni critiche, pensieri, approfondimenti che, nel caso siano scritti da persone famose, mandano in giuggiole i collezionisti, perché il valore del libro annotato sale alle stelle.

       

    A proposito della possibilità di strappare le pagine dei libri, il Piccolo galateo la ritiene accettabile in casi estremi, come quello reso pubblico da Franco Lucentini che, durante una trasmissione televisiva, confessò di aver tagliato a metà Il comportamento dei gatti (1956) di Paul Leyhausen, allievo di Konrad Lorenz, portando a giustificazione del drastico gesto, lui che leggeva circa quattro ore di notte fumando una sigaretta, questa scusa: «Pesava troppo!». Si racconta che Dino Campana, prima di consegnare i suoi Canti orfici a Marinetti, ne abbia strappato delle pagine, perché tanto, disse il poeta, non le avrebbe capite.
    Non poteva mancare nel Piccolo galateo un capitolo dedicato al tema di come ordinare i libri (sull’argomento ha scritto un bel saggio Georges Perec): in modo alfabetico, cromatico, per genere letterario, per autore, per storie predilette, seguendo l’ordine degli acquisti, dividendo i libri letti dai non letti, o in modo ibrido. Dalla disposizione dei libri nelle librerie (e dalle diverse forme delle librerie stesse, che, oltre ai libri, contengono vari oggetti: una rana di cristallo, il biglietto di un concerto, un’armonica a bocca, ecc.) si desume l’identikit del lettore.
    Per leggere un libro, tutte le posture sono consentite: seduto, sdraiato, raggomitolato, coricato, come scrive Italo Calvino nelle prime pagine di Se una notte d’inverno un viaggiatore (1979). Puoi anche metterti a testa in giù, in posizione yoga, aggiunge Calvino, basta che tieni il libro capovolto.
    Con quali tecniche «dire grazie ai libri», che ci regalano tanto piacere?, si domanda il Piccolo galateo. La prima è la tecnica del ricordo, riprendendo il libro in mano, dopo che l’abbiamo rimesso sullo scaffale, sfogliarlo di nuovo; quella del diario, annotando le nostre impressioni sul contenuto del libro letto; e poi la tecnica della voce, leggendo un libro a voce alta, così da far sentire al libro stesso il suono della propria voce che altrimenti, senza il lettore, non riuscirebbe a ascoltare.
    Se c’è un arricchimento che si trae dalla lettura di questo piccolo, ma prezioso galateo libresco, è che «meditare sul nostro legame con i libri, su come ci comportiamo nei loro riguardi, ci insegna ogni volta qualcosa in più su di noi».



Piccolo galateo illustrato per il corretto utilizzo dei libri

Marco Didimo Marino
Illustrazioni di Marco Maldonato
il Saggiatore, pagg. 157, € 15




 
Domenica - Il Sole 24 Ore
, N. 28, 29 gennaio 2023, p. XX.

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