La più povera casa editrice del mondo a cura di Afro Somenzari Secondo volume antologico Introduzione di Ernesto Ferrero Tavole di Guido Scarabottolo Viadana 2012 Scritti di: Camillo Cuneo, Paolo Colagrande, Vittorio Orsenigo, Marzio Sergio Bini, Ugo Nespolo, Sandro Montalto, Antonio Castronuovo, Anonimo, Max Blue Berni, Mario Aldovini, Armando Adolgiso, Miklos N. Varga, Roberto Barbolini, Giovanni Maccari, Cristina Minelli, Lorenza Amadasi, Maurizio Maggiani, Pupi Avati, Massimo Gatta. ________________________________ INTRODUZIONE Il diluvio è già cominciato da un pezzo, e probabilmente è solo all’inizio. Per questo Afro Somenzari sta imbarcando sull’arca di FUOCOfuochino alcuni campioni di specie da portare a salvamento. Sono tutte rigorosamente lontane e anzi opposte ai modelli imperanti, quelli che hanno propiziato il disastro e lo assecondano con una protervia pari soltanto alla loro insipienza, voracità, mafiosità e cecità. A bordo non possono salire gli omologati d’ogni categoria, i praticoni dei romanzi di genere, i venditori di patacche filosofiche, i pensatori da talk-show, gli insaccatori di wurstel culturali, gli arpisti dei buoni sentimenti, i retori istituzionali, i manieristi travestiti da sperimentali, i faccendieri dell’organico e del monumentale, gli appiattiti del ribasso, i frequentatori di social network, i preziosi ridicoli di un’accademia ingessata e incipriata. Ammessi invece oulipiani ruspanti, patafisici casual, metafisici portatili, amletici leggeri, surrealisti non griffati, giocolieri e frombolieri verbali, artigiani del nonsense, del limerick e del wit, aforisti ben temperati, clown autodidatti, collezionisti di frammenti apocrifi, equilibristi del paradosso, scienziati di soluzioni immaginarie e rigorosamente improduttive oltreché manifestamente e gustosamente impossibili, acrobati del volo rovesciato, teorici dell’eccezione e della marginalità, irregolari & irriducibili, teneri misantropi che si ostinano a difendere le ultime ragioni dell’umano come nessun altro. Tutta gente che “vive alla nottata”, cioè nella zona franca di una creatività combinatoria che esplora i liberi territori delle associazioni mentali. Che rifiuta la logica del branco e non desidera assomigliare ad alcuno, e al massimo si riconosce vaghe parentele liberamente scelte. Chi rende visita all’arca
di Afro sappia di essere esposto ai rischi del contagio. Volevo scrivere
“risate con retrogusto amaro” e mi è capitato di digitare “rosate”, che provo a
definire come “colpi sferzanti inferti con una rosa (meglio se antica o almeno
inglese, opportunamente deprivata delle spine onde poterla meglio maneggiare)”.
Cento, mille di queste “rosate”, Afro, e voi tutti amici di FUOCOfuochino.
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