L'OROLOGIO ENCICLOPEDICO FUOCOfuochino, Viadana, 2016 [Introduzione di Paolo Albani]
Mentre leggevo
il racconto di Edgardo Franzosini sull’Orologio Enciclopedico, meraviglioso
marchingegno rimasto incompiuto, opera di José Simón Alemán che permette, fra l’altro,
di conoscere nello stesso istante e con la massima precisione l’ora in tutti i
luoghi del mondo, mi è venuto subito in mente ‒ per un cortocircuito delle idee o un’interconnessione
obliqua della mente per dirla con il filosofo francese Joseph Lacomme ‒ l’orologio
della città gallese di Denbigh di cui ha parlato lo scrittore anglo-indiano Noil
Bolaapa in un articolo apparso il 21 marzo 1999 sull’«Independent». Nella piazza principale della città di Denbigh nel nord del
Galles, racconta Bolaapa, c'è un campanile con un grande orologio circolare
incastonato su una sola facciata. Se uno guarda l'orologio del campanile
standogli di fronte in linea retta, ha l'ora precisa di quel momento, cioè del
momento in cui sta guardando l'orologio. Ciò significa che l'orologio,
osservato da quella posizione, e soltanto da lì, segna l'ora ufficiale in
vigore a Denbigh, e in tutto il Galles. Se però uno si sposta appena di dieci
passi a destra, e si ferma davanti al portone della casa del sindaco della
città, allora l'orologio, facendo leva sulle medesime due lancette terminanti
con una punta metallica a forma di cuore e gli stessi numeri in stile romano,
simili a quelli del più noto orologio della torre del Big Ben, mostra
distintamente l'ora di Parigi. Se poi invece uno si posiziona sul lato opposto
del campanile, cioè sulla sua sinistra, così da dare le spalle al pub più frequentato
della città, l'orologio assume uno strano profilo indicando l'ora esatta di New
York. Girando intorno alla piazza, che è rettangolare, ogni dieci passi circa
si nota che l'ora del campanile di Denbigh cambia, si trasforma, non è mai la
stessa, offrendo a seconda della visuale l'ora di una città straniera sempre
diversa, anche dell'Asia e dell'Africa. Tuttavia la vera singolarità
dell'orologio del campanile di Denbigh è un'altra: in qualunque punto della
piazza voi siate, esso mostra, se lo guardate a occhi chiusi, un'ora speciale.
Gli abitanti di Denbigh, che sono molto affezionati all'orologio del loro
campanile tanto da pagare volentieri una tassa, sia pure modesta, per la sua
manutenzione, dicono che quella è un'ora soggettiva, arbitraria, «l'ora che
ognuno si sente dentro».
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Questa introduzione compare anche, insieme al testo di Franzosini, nel volume n. 6 di FUOCOfuochino, uscito nell'aprile 2019, con la prefazione di Martina Corgnati e le tavole di Alberto Casiraghy. * * *
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