Secondo il canone estetico
dominante, i cui criteri sono stabiliti da noi maschetti, la mia
fidanzatina rientra nella categoria delle ragazze cosiddette “bruttine”.
Qualcuno, calcando la mano, non esiterebbe a definirla “racchia”, senza
mezzi termini. A conti fatti, la descrizione corrisponde a verità. Non
ho nulla da eccepire.
Francesca, detta “Franci”, la mia fidanzatina, è
bruttacchia forte. Ha i lineamenti irregolari, il naso leggermente
grosso, gli orecchi sporgenti, per fortuna nascosti quasi sempre dai
capelli lunghi, salvo quando fa il bagno in mare o in piscina senza la
cuffia. I capelli sono lisci, oleosi, appiccicati alla testa; le danno
un che di sciatto, di trasandato come se non si lavasse mai. La fronte è
alta, spaziosa; le sopracciglia rade e una leggera peluria le corre
lungo le guance bianche e sopra le labbra.
È magra, magrissima, la mia Franci, tutta pelle e
ossa. A vederla in costume da bagno, al mare o in piscina, sembra
anoressica. Fa impressione. La gente si volta a guardarla, pensano sia
malata, io me ne accorgo, ma faccio finta di nulla. Anche se, d’istinto,
vorrei protestare: Che avete da guardare? Fatevi gli affari vostri,
stronzi. Ma sto zitto, desisto, per non mettere in difficoltà Franci,
che non ha certo bisogno si faccia clamore intorno al suo corpo
rinsecchito. Meglio evitare risse.
Mangia come un grillo, Franci, molta insalata, niente
pane, niente pasta, niente carne, non beve alcolici, certi giorni
digiuna. Non mi stupisce che sia uno stecchino, un fuscello di ragazza
che un colpo di vento, durante un temporale, potrebbe portarsi via,
sollevare in aria come Mary Poppins.
Ciò che piace in una ragazzina a quelli della mia età
(ma non solo), cioè seno e sedere, alla mia fidanzatina difettano.
Zero. Davanti è piatta, un campo arato nella Pianura Padana, al pari del
sedere, piatto anche quello; quando porta i pantaloni, dietro non c’è
la minima sporgenza, le natiche non esistono; i pantaloni, se la guardi
da dietro, le cascano in una serie di grinze impietose.
Una volta presento Franci a un amico, lui le chiede:
– Giochi a calcio? Mi sembra di averti visto nel
ruolo di terzino destro l’altra domenica nel campo della Buggianese. Sei
bravo, accidenti.
Nonostante i capelli lunghi, e un filo di trucco,
l’aveva scambiata per un maschietto, per dirvi quanto sia “femminile” la
mia Franci.
Quando ci concediamo delle tenerezze, Franci non
scalpita, è rigida come un salame, chiude gli occhi, non un gemito, le
mani abbandonate lungo il corpicino magro, non mi abbraccia mai, non mi
accarezza mai la nuca, non vuole mai che la prenda da dietro. Niente
baci sulla bocca, con o senza la lingua. Non inarca il bacino per
agevolare la penetrazione, resta immobile. Un sacco di patate. Chissà
cosa le passa per la mente, quando ci tocchiamo. Bloccata anche mentre
le succhio i capezzoli, minuscoli, che a trovarli ho difficoltà (specie
al buio, che lei m’impone). Non sono sicuro le piaccia fare l’amore.
Sarebbe più eccitante, per me, accoppiarmi con una bambola
gonfiabile, almeno una bambola gonfiabile non ti punge le costole e le
ossa del bacino, come Franci, la mia fidanzatina, quando mi struscio su
di lei.
Un giorno il discorso cade sulle nostre fantasie
erotiche, le confesso le mie, innocenti voglie di un adolescente, poi le
chiedo se si masturbi, e cosa la ecciti quando si tocca; lei mi guarda
storto, diventa rossa e cambia discorso. Da allora, non sono più tornato
sull’argomento, ho capito che s’imbarazza. Viene da una famiglia
religiosa, padre impiegato di banca, madre bacchettona e due fratelli
senza cervello, menefreghisti, due inutili fessi, cui piacciono solo le
pastasciutte e la lotta greco-romana, oltre al calcio (sono tifosi
sfegati della Roma, an vedi).
Quando ci siamo fidanzati, con l’approvazione della
famiglia, le ho regalato un anello che lei ha perso quasi subito,
sfilato dalle dita, scivolato giù dagli gli artigli del suo corpo
denutrito. Ho dovuto comprarne un altro, più stretto, che lei, c’era da
aspettarselo, ha perso di nuovo, dimenticato nel bagno di un ristorante.
La sua magrezza, insieme alla sbadataggine, mi sono costate una cifra,
vado ancora a scuola e faccio lavoretti saltuari, mica sono un fighetto
con i soldi, come i suoi fratelli coatti.
Se devo essere sincero, Franci, oltre che sbadata (lo
dimostra la storia dell’anello), è “mentalmente pigra”, o, per usare un
eufemismo, “non sveglia”. D’altronde non legge, non ha curiosità, non
s’interessa di politica, non ama l’arte, si appassiona solo alle serie
tv, non ne perde una, come le ragazzine della sua età. Conosce i
pettegolezzi sulla vita delle attrici e degli attori, i loro amori,
tradimenti, passioni, intrighi familiari, anche perché Franci è
un’assidua frequentatrice dei social (che per me sono una rottura di
scatole).
Un’altra cosa, già che sono in vena di confidenze. Mi
spiace dirlo, ma la mia fidanzatina è cattiva d’animo, un tipo
vendicativo. Credo che la sua cattiveria sia in qualche modo legata alla
magrezza. A differenza dei magri, i grassi sono simpatici, affettuosi,
sensibili. A parte questa (non dimostrabile) generalizzazione, giuro che
la mia fidanzatina è perfida e aggressiva.
Quando la vedi, mingherlina com’è, fa tenerezza,
sembra indifesa, una gattina in un mondo di bestie fameliche, non
sospetti che dietro quel mucchietto di ossa, la carnagione pallida, gli
occhi languidi e l’aria melanconica, si nasconda una vipera.
Vi racconto un episodio che la dice lunga sulla sua
malvagità. Un giorno festeggiamo il mio compleanno, c’è un sacco di
gente, tutti amici miei (lei praticamente non ne ha, con il caratterino
che si ritrova). È venuto anche l’amico che l’ha scambiata per un
maschio. Franci si ricorda bene della gaffe, non l’ha mandata giù. Le
rode ancora. Nella confusione, cosa s’inventa? Scioglie una polverina
lassativa, una dose da cavalli, nel bicchiere di quell’amico, lui beve
ignaro e passa tutto il resto della serata a contorcersi, correndo in
bagno ogni dieci minuti (me l’ha confidato lei).
Nel bene e nel male, questa è Franci, la mia fidanzatina “racchia”.
Si dice che l’amore sia cieco (Love Is Blind è
il titolo di una serie tv del 2022, una delle preferite da Franci).
Nonostante la mia giovane età, e la poca esperienza, credo sia vero
perché ammetto che, malgrado i difetti fisici, la limitatezza
intellettuale, la goffaggine, l’aridità, la perfidia, io amo Franci. Ne
sono invaghito, la adoro da morire, adoro il suo fascino “crudele”,
adoro persino la sua magrezza a perdifiato, eccessiva, che mi ha
stregato, un pregio paragonabile a quello di un levriero, che sembra
malnutrito, ma invece no, è così di natura, non sarebbe un levriero, un
esemplare da esposizione, proprio perché esile, scheletrico.
Non riesco a vivere lontano da lei, separarmene sarebbe un dolore atroce, insopportabile.
Alla fine, per averla vicina e tutta per me, ho
dovuto combattere e sono arrivato a un compromesso. L’ho fatta a pezzi e
messa dentro un congelatore, che tengo in cantina, comprato apposta per
custodire i resti del suo corpicino esile. Nel frattempo, mi sono
iscritto all’associazione internazionale «Sagawa’s Friends» (di cui sono
uno dei membri più giovani).
Ma non spaventatevi, non ho intenzione di mangiarla,
come fece Sagawa con la sua compagna di studi. No, non ci sarebbe gusto,
Franci è troppo magra. La tengo lì al fresco, nel ghiaccio, fra i
surgelati del supermercato, confezioni di piselli, merluzzo, risotti di
mare, cozze, ecc., perché l’amore, quello vero, come il mio, non ha
scadenza, non si esaurisce. È per sempre.
Ogni tanto, quando ho nostalgia di lei, scendo giù in
cantina, apro il congelatore e sto lì a guardarla, ho tutto il tempo
che voglio, nessuno mi disturba. È uno spettacolo Franci, intirizzita
nel congelatore, un filo di brina che le ricopre le parti del corpo
sezionate (la testa, il tronco, il bacino e le gambe), come una bambola
scomposta di Bellmer. Le getto un po’ d’acqua calda sul viso, per
liberarla dalla brina. Poi mi siedo su uno sgabello e me la mangio con
gli occhi.
agosto 2023
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