PIERIDE DEL BIANCOSPINO [Aporia crataegi]
Giovanni Zaffagnini Sbarre a sollevamento manuale con contrappeso, Codigoro (Ferrara), 1989 La
«Pieride del biancospino» è un lepidottero (farfalla) inconfondibile dalla
livrea bianca con nervature scure sia sul dorso che sul rovescio delle ali. Minuscolo veliero dell’aria, la definisce
il poeta Francis Ponge. Ha un'apertura alare di 6-7 cm. A terra, in posizione
di riposo, si pone generalmente con le ali a V in modo da favorire il passaggio
del vento lateralmente e restare meglio in equilibrio. Il dimorfismo sessuale è
evidente: le nervature alari del maschio sono nere mentre quelle della femmina sono
marroni, più delicate di quelle del maschio, infatti si sbriciolano facilmente a
seguito di un eccessivo sfregamento amoroso; da qui l’espressione: «Mi hai
rotto i marroni» che nel linguaggio scientifico degli zoologici indica
l’irritazione della femmina di fronte alle pressanti avances del maschio. Gli
adulti si osservano spesso raggruppati in gran numero sul terreno umido per dissetarsi;
alcuni di loro bevono troppo e diventano dei «farfalloni» assumendo un
carattere fatuo e incostante. Diffusa in Italia, ma non in Sardegna da dove si
è ritirata poiché i sardi, gente ferma e testarda, non amano troppo gli
sfarfallamenti, la «Pieride del biancospino» vive in zone tra il livello del
mare e i 2000 metri di quota; oltre i 2000 metri le si bloccano le ali e a quel
punto sono cazzi amari poter riprendere il volo. È comune soprattutto in
collina, nei prati fioriti e nei frutteti, dove svolazza e scacazza liberamente,
senza sosta. Gli adulti di solito volano tra maggio e luglio; per tutto il
resto dell’anno si girano gli apici delle ali, annoiati. Testo scritto per la mostra Lanterne per lucciole. Lucciole per lanterne. Guida pratica alle apparenze. Fotografie di Giovanni Zaffagnini, tenutasi allo Spazio dell'Ospizio di Pistoia dal 19 gennaio all'8 febbraio 2014.
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