Paolo Albani
MICA TUTTI I FANTASMI
HANNO SPIRITO!

 

 

 

     Che cos’è un fantasma? Sembra una domanda facile, alla quale rispondere: un fantasma è lo spirito di un individuo defunto che si manifesta dopo la sua morte. Il fenomeno in realtà è più complesso perché esistono (per chi ci crede) vari tipi di fantasmi o ectoplasmi a seconda delle culture e delle religioni che li hanno trattati.

Ad esempio ci sono «fantasmi da infestazione» o «elementali», legati a un luogo – il più delle volte rovine e vecchie costruzioni – o a un oggetto, entità trasparenti e evanescenti: sono i più diffusi; «i fantasmi dei viventi», cioè di persone avvistate in un certo luogo che però si trovano altrove; gli «spiriti», cioè le anime dei defunti che tornano sulla Terra per comunicare con i vivi, alcuni di essi appaiono nei sogni (Achille rivede nel sonno l’amato Patroclo che reclama vendetta e degna sepoltura); i «redivivi», defunti che tornano in un corpo fisico, generalmente guidati da istinti violenti (quando il redivivo assume una forma umana che si nutre del sangue dei vivi diventa un vampiro); i «demoni», fantasmi maligni; i «poltergeist», folletti o spiritelli burloni; le cosiddette «apparizioni dal letto di morte», cioè di persone che nell’istante in cui appaiono stanno morendo o sono morte da poco; i «fantasmi di animali», alcuni dei quali mostruosi; ecc.

Sono queste alcune tipologie di fantasmi classificate, fra gli altri, dal parapsicologo inglese Peter Underwood (1923-2014), uno dei più grandi «cacciatori di fantasmi».

Una delle caratteristiche più note dei fantasmi è apparire indossando un sudario o un lenzuolo bianchi, tant’è che alcuni scettici hanno obiettato: ma perché, se un fantasma è lo spirito di una persona defunta, non appare nudo?

È una legittima obiezione che traggo dal suggestivo libro della scrittrice e sceneggiatrice statunitense Lisa Morton, Fantasmi. Una storia di paura, edito da il Saggiatore (traduzione di Carlo Braccio, pp. 243, € 24,00), che ha intrapreso un viaggio affascinante e perturbante dal punto di vista storico, antropologico e letterario dentro il fenomeno dei fantasmi.

Dopo aver dato conto dei primi avvistamenti di fantasmi – una delle prime tracce è nel racconto sumero di Gilgameš, personaggio di epopee religiose mesopotamiche, risalente circa al 2000 a.C. –, la Morton conduce la sua mappatura della presenza dei fantasmi all’interno del mondo occidentale e orientale, in America Latina e nell’emisfero orientale. È una rassegna in cui s’incontrano, fra gli altri, il mistico svedese Emanuel Swedenberg che sostiene di aver ricevuto da Dio l’abilità di parlare con gli spiriti ultraterreni, alcune clamorose storie di bufale sui fantasmi imbastite da ciarlatani, tentativi di «materializzazione spiritica» e misurazione del peso dell’anima, storie di ectoplasmi che emano dalla vagina di una medium e di fantasmi che aiutano a incriminare un assassino.

Dal libro della Morton si apprende che l’ideogramma cinese che indica «fantasma» è una figura umana con una maschera sul volto, munita di zanne e occhi sporgenti. Tutte le principali religioni cinesi celebrano la Festa dei fantasmi affamati, spiriti di persone che hanno commesso atti malvagi in vita: è la festività annuale con il maggior numero di partecipanti al mondo. In Giappone si distingue tra fantasmi di chi è morto in mare, fantasmi di madri che tornano per prendersi cura dei figli viventi, fantasmi vendicatori e altri ancora.

Molti indiani d’India credono che i fantasmi possano entrare nel corpo di una persona approfittando di uno sbadiglio e essere espulsi con uno starnuto. Importanti in Messico sono i Giorni dei Morti, festività che incorporano antiche tradizioni, come quella degli Aztechi che credevano nei fantasmi, onorando in particolare quelli di guerrieri e di donne morte di parto. Nell’impero inca si praticavano sacrifici umani da cui avevano origine «fantasmi custodi». Secondo alcune tribù di aborigeni australiani ogni individuo ha sia un fantasma sia un alter ego che si manifesta poco prima della morte.

Un capitolo del libro della Morton è dedicato alla «cattura» dei fantasmi, eseguita con ingegnosi procedimenti scientifici. Dato che i fantasmi sono (sarebbero) composti da una specie di energia interna allo spettro elettromagnetico, è possibile rilevare la loro presenza con appositi misuratori di frequenze elettromagnetiche. Thomas Edison, inventore della lampadina, cercò di costruire uno strumento in grado di metterci in contatto con i fantasmi.

L’ultimo capitolo è dedicato ai fantasmi in letteratura, nel cinema e nella cultura popolare, dove troviamo, fra le altre cose, riferimenti a scrittori come Horace Walpole, Ann Radcliffe, Charles Dickens e tanti altri.

Per quanto mi riguarda, una delle storie più gustose sul fatuo mondo dei fantasmi è contenuta in ciò che – sembra – abbia detto Henry James all’amico poeta Edmund William Gosse: «L’altra notte ho dovuto correggere le bozze del mio racconto di fantasmi e, quando ebbi finito, ero così spaventato che avevo paura a salire al piano superiore».


L'immagine inserita in questo testo è Il fantasma di una pulce, tempera completata da Willim Blake tra il 1819 e il 1820, conservata alla Tate Gallery di Londra.



Domenica - Il Sole 24 Ore, 26 aprile 2020, p. XV.

Per vedere l'intera pagina della Domenica (in pdf) cliccate qui.

______________________________________________


Per andare o ritornare al menu delle mie collaborazioni
alla Domenica de Il Sole 24 Ore cliccate qui.

_________________________________________

HOME PAGE    TèCHNE  RACCONTI  POESIA VISIVA

ENCICLOPEDIE BIZZARRE  ESERCIZI RICREATIVI  NEWS