L'ESOTISMO
Giuseppe Ungaretti è nato a Alessandria d’Egitto l’8 febbraio
1888. È cosa risaputa. Sta scritto in tutte le antologie poetiche. Poi Ungaretti lasciò l’Egitto e trascorse
diversi anni a Parigi. Un altro nato a Alessandria d’Egitto,
esattamente il 21 dicembre 1876, è Filippo Tommaso Marinetti, il
turbolento capo del futurismo; anche lui come Ungaretti (curiosa
coincidenza) andò in seguito a vivere a Parigi dove ottenne il
Baccalaureato. Altri ce ne sarebbero di illustri italiani nati a
Alessandria d’Egitto, ma per l’economia del nostro discorso possiamo
benissimo fermarci qui.
![]() Il fatto di essere nati a Alessandria d’Egitto (la stessa cosa varrebbe se il luogo di nascita fosse Buones Aires o San Pietroburgo o che ne so Calcutta) conferisce alla biografia di questi personaggi un che di esotico, di fascinoso, che li mette sotto una luce nuova, intrigante, o almeno a me sembra così. Uno legge «nato a Alessandria d’Egitto» e subito gli scatta un flash e s'immagina Ungaretti e Marinetti ancora piccoli, in fasce con il ciuccio in bocca e vede, dietro le carrozzine dove i due candidamente dormono avvolti in una copertina di lana e con la cuffietta in testa, il profilo delle dune di sabbia bruciate dal sole e una fila di cammelli dall’andatura flemmatica che attraversa lentamente il deserto, montati da uomini con il classico copricapo che nasconde il volto lasciando libera solo una fessura per gli occhi, e sente in sottofondo una musichetta araba, una melodia incalzante, sensuale. È questo il fascino che deriva dall’essere nati a Alessandria d’Egitto, pur non essendo egiziani. In altre parole voglio dire che l’aver avuto i natali in un luogo straniero, geograficamente lontano e diverso rispetto a quello in cui poi si è vissuto il resto della vita (si pensi ancora, per fare un altro esempio famoso, a Italo Calvino nato a Santiago de Las Vegas nell’isola di Cuba), in un luogo che per di più possiede una storia avvincente alle spalle, come quello che fu testimone dell’incendio della più grande e ricca biblioteca del mondo antico, ecco l'avere avuto dei natali così, dicevo, ha un sapore esotico molto forte, eccitante, in qualche modo simile, per una sorta di traslazione mentale tutta mia, a quello che si ritrova leggendo i racconti d’avventura ambientati in città da mille e una notte, piene di vicoletti sporchi e insidiosi e di bazar pervasi dall’aroma di spezie afrodisiache e brulicanti di gente rumorosa, sempre in movimento. Non so bene spiegarmi perché, ma quando leggo nelle biografie di Ungaretti e di Marinetti «nato a Alessandria d’Egitto» mi viene da pensare a quei sapori lì, che non sono tanto usuali. ![]() La verità è che purtroppo sono nato da un’altra parte del globo terrestre, in linea d'aria a più di 3000 km a nord-ovest di Alessandria d'Egitto, più modestamente a Marina di Massa che, con tutto l'affetto verso questa piacevole e ridente località di mare a cui per altro sono ancora molto legato perché mi ha dato i natali, non ha proprio nulla di esotico, di misterioso. Anche il suono della parola - provate a scandirla lentamente: Ma-ri-na-di-Ma-ssa - è un suono incolore, banale, con tutte quelle «a» replicate su cui si appoggia il toponimo Marina di Massa, e quelle maiuscole identiche, e quel «di Massa» che sembra alludere al fenomeno, oggi imperante, della massificazione delle idee, a un qualcosa che, in quanto di massa, è comune a tutti, e perciò ordinario, maledettamente normale. ![]() Insomma è evidente che esiste una bella differenza, una differenza profonda fra l’essere nati nell’una o nell’altra città, Marina di Massa o Alessandria d’Egitto. Una sproporzione abissale. Ne deduco, e credo di non sbagliarmi su questo, che l’essere nato a Alessandria d’Egitto ha avuto una qualche influenza, non marginale, sull’andamento futuro della vita di Ungaretti e di Marinetti. La loro, ne sono convinto, è stata una vita segnata da quel luogo di nascita, senza che in questo c’entrino affatto le stupidaggini di tipo astrologico, l’influsso degli astri, l’ascendente o roba insulsa del genere. C’entra invece l’esotismo del luogo, questo sì, eccome. Perché Alessandria d’Egitto, città dallo straordinario passato storico, è stata la culla dell’alessandrinismo, ovvero di quei movimenti e tendenze artistiche e letterarie che privilegiavano la cura formale e la raffinata eleganza dei metodi espressivi e stilistici. È questo che hanno respirato, non appena aperti gli occhi, Ungaretti e Marinetti, e scusate se vi sembra poco. Io invece a Marina di Massa, per tutto il tempo in cui ci ho vissuto, cioè fino all’età di cinque anni, ho respirato soltanto salsedine, iodio e il profumo aspro della resina dei pini. Per l'indice dei racconti-bonsai apparsi fino a oggi in questo sito cliccate qui. HOME PAGE TèCHNE RACCONTI POESIA VISIVA |