Paolo Albani
ECOLALÌA
Omaggio a Umberto Eco
alla maniera di Toti Scialoja
con tre incarrighiane finali

  Libreria Laterza
Bari

27 ottobre 2017

in occasione della presentazione
della plaquette n. 41 della Biblioteca Oplepiana
intitolata Passar la lunga sera sulla terra.

Ho scritto un breve omaggio fonico-verbale
dedicato a Umberto Eco,
l’ho fatto alla maniera di Toti Scialoja
che scrive versi regolati su una combinazione
intensamente ferrea di suoni simili,
versi come questi:

Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino

tanto va la gotta al tardo che si sfascia lo scarpino

tanto va la ghetta al sardo che l’allaccia sul gradino

eccetera eccetera.

Ecco il mio omaggio a Eco:


Un inferto speco

Un erto arreco

Un referto spreco

Inverto il mio ego

Un incerto Lego

Un corto bieco

Un umbro depreco

Un inserto reco

Un certo frego

Un verso greco

Umberto Eco

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Tre incarrighiane per Umberto Eco:

Umberto Eco è quella cosa

che la vita ha disegnato

da semiologo acclamato

poi ha scritto dei romanz

 

Umberto Eco è quella cosa

che di segni si è nutrito

l’umorismo l’ha gradito

e ne ha scritto a più ripres

 

Umberto Eco è quella cosa

che di libri aveva a iosa

scrive Il nome della rosa

e per questo era famos

 

L'ingarrichiana (o anacreontica ingarrichiana) è una tipologia di composizione poetica introdotta nella prima metà dell'Ottocento da Ferdinando Ingarrica, giudice della Napoli borbonica e poeta per diletto, che la rese celebre nel 1834, quando diede alle stampe un opuscolo, in cui, ispirandosi, almeno secondo le sue intenzioni, al De Rerum Natura di Lucrezio, raccolse cento poesie didascaliche (da lui definite anacreontiche) su disparati argomenti e soggetti, tra cui scienze e belle arti, ma anche vizi e virtù dell'umanità.
A dispetto della bislacca e modestissima tempra di versificatore, e anzi, proprio per queste caratteristiche, la sua scalcinata arte poetica riusciva a raggiungere vertici di inconsapevole nonsense che gli garantirono un "successo strepitoso", testimoniato sia dalle vendite dell'unico opuscolo da lui dato a stampa, sia dall'immediato pullulare di imitatori e epigoni, anonimi o apocrifi, tra cui è stato individuato anche Francesco Paolo Ruggiero, che trasformarono l'ingarrichiana in fenomeno culturale e poi in un vero e proprio genere letterario, dapprima napoletano, poi italiano. La versificazione à la Ingarrica, uscita dai confini dei circoli napoletani, passò attraverso la stagione del Futurismo, impegnando una pletora di poeti futuristi della cerchia fiorentina di Lacerba (tra cui Papini, Soffici, Marinetti), che si ispirarono proprio alla stramba maniera poetica ingarrichiana quando si cimentarono nella scrittura dei cosiddetti Versi maltusiani.
Il successo delle ingarrichiane si è prolungato, poi, nel XX secolo: tra coloro che si dilettarono nella composizione di versi ispirati alle ingarrichiane vi furono il comico Ettore Petrolini, il biblista Paolo De Benedetti
, Stefano Bartezzaghi ai tempi in cui dirigeva la rivista "Golem" e lo stesso Eco.



Ingarrica usava comporre opere di pochi versi (sempre in una coppia di quartine, tranne due di una sola quartina) con rime bislacche, ricorrendo a forzate licenze poetiche, a buffe storpiature o troncamenti di parole, e a altre acrobazie verbali per adattare l'espressione alla metrica del verso. Si trattava di ottonari con rima AB BC. La curiosa cifra stilistica che contraddistingueva le sue composizioni era rappresentata dal primo verso, che iniziava sempre con il soggetto della composizione (per motivi mnemonici), e dall'ultimo verso di una composizione o di una quartina (l'ottavo e il quarto), quasi sempre apocopato.
Ecco un esempio di ingarrichiana dedicata all'Astronomia:

«Stronomia è scienza amena | che l'uom porta a misurare | Stelle, Sol e 'l Glob Lunare, | e a veder che vi è là sù.
Quivi giunto tu scandagli | ben le fiaccole del Mondo. | L'armonia di questo tondo | riserbata a Dio sol'è. »

Nel libro curato da Stefano Tonietto Poesia demenziale da Ferdinando Ingarrica a oggi (Quodlibet Compagnia Extra 2024) sono riportate le tre ingarrichiane da me scritte per Umberto Eco.




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Alcune foto della serata alla Libreria Laterza di Bari
dove ho letto questo omaggio a Eco


Di spalle in piedi l'oplepiano Domenico D'Oria,
presidente dell'Oplepo



Qui sono con l'oplepiano Paolo Pergola

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