ECOLALÌA Omaggio a Umberto Eco alla maniera di Toti Scialoja con tre incarrighiane finali
Libreria Laterza 27 ottobre 2017 in occasione della presentazione Ho scritto un breve omaggio fonico-verbale _____________________________________ Tre incarrighiane per Umberto Eco:
Umberto Eco è quella cosa che la vita ha disegnato da semiologo acclamato poi ha scritto dei romanz Umberto Eco è quella cosa che di segni si è nutrito l’umorismo l’ha gradito e ne ha scritto a più ripres Umberto Eco è quella cosa che di libri aveva a iosa scrive Il nome della rosa e per questo
era famos
L'ingarrichiana (o anacreontica ingarrichiana)
è una tipologia di composizione poetica introdotta nella prima
metà dell'Ottocento da Ferdinando Ingarrica, giudice della Napoli
borbonica e poeta per diletto, che la rese celebre nel 1834, quando
diede alle stampe un opuscolo, in cui, ispirandosi, almeno secondo le
sue intenzioni, al De Rerum Natura di Lucrezio, raccolse cento poesie didascaliche (da lui definite anacreontiche) su disparati argomenti e soggetti, tra cui scienze e belle arti, ma anche vizi e virtù dell'umanità.
A dispetto della bislacca e modestissima tempra di versificatore, e anzi, proprio per queste caratteristiche, la sua scalcinata arte poetica riusciva a raggiungere vertici di inconsapevole nonsense che gli garantirono un "successo strepitoso", testimoniato sia dalle vendite dell'unico opuscolo da lui dato a stampa, sia dall'immediato pullulare di imitatori e epigoni, anonimi o apocrifi, tra cui è stato individuato anche Francesco Paolo Ruggiero, che trasformarono l'ingarrichiana in fenomeno culturale e poi in un vero e proprio genere letterario, dapprima napoletano, poi italiano. La versificazione à la Ingarrica, uscita dai confini dei circoli napoletani, passò attraverso la stagione del Futurismo, impegnando una pletora di poeti futuristi della cerchia fiorentina di Lacerba (tra cui Papini, Soffici, Marinetti), che si ispirarono proprio alla stramba maniera poetica ingarrichiana quando si cimentarono nella scrittura dei cosiddetti Versi maltusiani. Il successo delle ingarrichiane si è prolungato, poi, nel XX secolo: tra coloro che si dilettarono nella composizione di versi ispirati alle ingarrichiane vi furono il comico Ettore Petrolini, il biblista Paolo De Benedetti, Stefano Bartezzaghi ai tempi in cui dirigeva la rivista "Golem" e lo stesso Eco. Ecco un esempio di ingarrichiana dedicata all'Astronomia: «Stronomia è scienza amena | che l'uom porta a misurare | Stelle, Sol e 'l Glob Lunare, | e a veder che vi è là sù. Quivi giunto tu scandagli | ben le fiaccole del Mondo. | L'armonia di questo tondo | riserbata a Dio sol'è. » Nel libro curato da Stefano Tonietto Poesia demenziale da Ferdinando Ingarrica a oggi (Quodlibet Compagnia Extra 2024) sono riportate le tre ingarrichiane da me scritte per Umberto Eco. _____________________________________ Alcune foto della serata alla Libreria Laterza di Bari Di spalle in piedi l'oplepiano Domenico D'Oria, presidente dell'Oplepo Qui sono con l'oplepiano Paolo Pergola
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