Paolo
Albani
L’ECCEZIONE ALLA REGOLA
Da molti anni Alexander
Bjørnson, bibliotecario di Trondheim,
città norvergese che si affaccia sul fiordo omonimo, raccoglie
insieme
alla figlia Sigrid, studentessa alla facoltà di Matematica e
appassionata
di libri in miniatura, le eccezioni alla regola nei campi
più
diversi dello scibile umano.
Con grande entusiasmo e scrupolo Bjørnson ha preso a cuore
tutti quei fenomeni che, infrangendo una regola generale X per
ubbidire
a una regola più limitata Y o per contraddirla del
tutto,
si possono definire eccezioni. Lo scopo dichiarato di
Bjørnson
è ambizioso: costituire una vera e propria Scienza delle
eccezioni
o Eccezionologia (Undtagelsologi in norvegese) come
preferisce
chiamarla lui, da insegnare in un futuro non lontano
all’Università,
con tanto di manuale dei fondamenti, dispense e testi complementari.
Convinto dell’importanza che le eccezioni giocano nella storia
intellettuale,
spesso anticipando rivoluzionari sviluppi teorici e significativi
cambiamenti
nel nostro modo di vedere il mondo, Bjørnson ha deciso di
scrivere
un libro sull’argomento. Un’anticipazione della sua ricerca appare ora
sul numero 3 della rivista Fremgang (Progresso), gennaio 2002,
pp.
23-49.
Il saggio di Bjørnson prende l'avvio da una riflessione sul
«paradosso» (parà e doxa), concetto
che
illumina tutto ciò che «diverge dall’opinione
pubblica»
e più in generale ogni «affermazione o credenza contraria
a quanto ci si aspetta». Come il paradosso, anche l’eccezione
alla regola può essere definita «una verità che
sta ritta sulla propria testa per attirare l’attenzione».
All’inizio Bjørnson esamina sommariamente i vari tipi di
paradosso:
quello del barbiere, del coccodrillo, di Escher, dell’hotel infinito,
di
Anfibio, e poi ancora quello dell’avvocato, del mentitore, della
prospettiva,
della predizione, senza dimenticare i più noti, cioè il
paradosso
del prigioniero, della probabilità, del corvo, del negoziante,
dell’inversione
statistica, del tempo, dell’esame imprevisto, del voto, di Zenone e
molti
altri ancora.
Una grande fioritura di eccezioni alla regola
Bjørnson
riscontra nel campo dell’Economia. Là dove, ad esempio, si
afferma
che la domanda di un bene diminuisce al crescere del suo prezzo
Bjørnson
obietta che può accadere anche il contrario per via del noto effetto-Veblen
- dal nome dell’economista statunitense Thorstein Veblen (1857-1929) -
secondo cui «il prezzo più alto di un bene stimola una
maggiore
quantità domandata se l’aumento di prezzo rende il bene adatto a
scopi di consumo ostentativo». Un altro tipo di eccezione alle
leggi
economiche riguarda il fenomeno della cosiddetta «fuga dal
mercato».
Generalmente si ritiene che le imprese in regime di concorrenza
perfetta
con costi più alti della media siano costrette ad uscire dal
mercato.
In realtà, afferma Bjørnson, un’impresa con profitti
negativi
può continuare a produrre, spinta da ragioni extra-economiche,
ovvero
per semplice spirito di contraddizione, per incuria, disperazione,
orgoglio,
ripicca o per tutti questi motivi insieme.
Anche in Fisica, scienza esatta per antonomasia, non mancano
le eccezioni, alcune delle quali di un candore disarmante. Una pietra
lanciata
nel vuoto tende di regola a cadere in basso a conferma della
validità
della legge di gravitazione. Ma supponiamo, precisa Bjørnson con
un classico ragionamento per assurdo, esposto in uno stile aforistico,
un po’ alla Wittgensten, che la pietra colpisca un aereo in volo e si
posizioni
fortunosamente sopra un’ala, ecco allora che la pietra non cadrà
più a terra e l’efficacia della legge di gravitazione
sarà
sospesa, sia pure in via eccezionale, almeno fino a quando
l’aereo
non plani sulla terra ferma. Un altro esempio si riferisce all’opinione
consolidata che dopo il fulmine segua il tuono. In rari casi, osservati
da alcune stazioni meteorologiche, fra cui quella dell’isola di
Frøya,
si è registrata nel nord della Scandinavia, durante la fase
acuta
di temporali estivi, una successione anomala, dove prima viene
il
tuono e poi il fulmine.
Bjørnson non indugia più di tanto sulle eccezioni
che interessano le norme giuridiche, così numerose da sfuggire
ad
una rilevazione esaustiva. Frasi come «salva la facoltà
di…»,
«escluse le circostanze in cui…», «all’infuori
del…»,
«fatta eccezione delle categorie che…», «sempre che
non
si tratti di…», sono ricorrenti in ogni tipo di codice.
Sull’argomento
si limita a riportare un esempio bizzarro di eccezione giuridica: nel
codice
stradale di Suriname, piccolo stato dell’America meridionale, è
severamente proibito il sorpasso in curva, a meno che, si legge
nel terzo comma dell’art. 432, il conducente dell’auto che compie il
sorpasso
non sia un indovino, qualifica attestabile da un diploma rilasciato
dall’Autorità
Pubblica competente dopo severi esami.
Altro campo sterminato di eccezioni è quello linguistico.
Si pensi ad esempio, suggerisce Bjørnson, conosciuto in Norvegia
anche per il suo attivismo anticomunista, ad alcune parole italiane
terminanti
in -co, come porco o sovietico, che hanno il
plurale
in -i invece che in -chi, come vorrebbe la regola
generale
secondo la quale [o] diventa [i] senza che la consonante precedente
subisca
modificazioni rispetto a quella della forma singolare.
L’analisi bjørnsoniana considera anche le eccezioni alle
leggi della Storia. In particolare Bjørnson si sofferma su
quella
che smentisce l’asserzione hegeliano-marxiana secondo cui «tutti
i grandi fatti e i grandi personaggi della storia universale si
presentano
due volte, la prima volta come tragedia, la seconda volta come
farsa».
Non di rado è accaduto il contrario, sentenzia caustico lo
studioso
norvegese, riportando a tale proposito numerosi esempi.
Fra le eccezioni catalogate da Bjørnson nel settore degli studi
etologici, relative al comportamento insolito degli animali, vi sono
amori
documentati fra cani e gatti, fra pesce e pescatore, formica e
formichiere,
rospo e principessa.
il Caffè illustrato, 5, marzo/aprile 2002, pp.
6-7.
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