DIALOGO CON LE MIE SCARPE NUOVE Questa
mattina, nel bel mezzo della colazione, le mie scarpe nuove, comprate
una settimana fa, lucide e luccicanti come due palle da biliardo, mi
apostrofano in questo modo sgarbato:
– Ehi pigrone, – hanno detto parlando all’unisono (la scarpa destra e la scarpa sinistra si esprimono così, insieme, con lo stesso timbro di voce, un po’ come il Duo Fasano, per chi se lo ricorda, due gemelle torinesi famose negli anni Cinquanta) – perché non ci calzi e ce ne andiamo a fare una bella passeggiatina da qualche parte, magari in campagna? Faccio finta di non aver sentito. Ascolto la radio e continuo a girare il cucchiaino dentro la tazza del caffelatte. Sto per inzuppare un biscotto integrale, ma le mie scarpe nuove tornano all’attacco. Insistono. Non demordono, le pusillanimi. – Insomma, brav’uomo, – il tono è decisamente canzonatorio, si percepisce lontano un miglio – ci hai messo gli allarga scarpe in legno di cedro di una marca tedesca per tre giorni di fila, ci hai tenuto quegli infernali strumenti di tortura per ammorbidirci la pelle e non farti venire le galle nei calcagni, che per te è una sofferenza insopportabile, e ora che fai? ci snobbi, te ne stai seduto tranquillo? Non ti passa per la testa che noi, in quanto scarpe [e qui, sulla parola scarpe calcano la voce], vogliamo scarpinare, camminare, deambulare. Ti è chiaro il messaggio? Non so che rispondere. Lì per lì prendo tempo. Devo inventarmi una via d’uscita. Non avevo mai avuto delle scarpe così insistenti e insolenti. Delle stalker in piena regola. La prossima volta che ci vado, devo protestare con il proprietario del negozio di calzature da cui mi servo. – Ho capito bene, carine, volete uscire a fare una passeggiatina? Due passi? È questo che intendete? – abbozzo spalmandomi della marmellata di more su un biscotto, mostrando la faccina dell’annoiato. Evito di guardarle in faccia (ovvero sulla fibbia sinistra e destra). – Bravo! – risponde il Duo Fasano in pelle. Le sento che ridacchiano, con l’aria strafottente di chi ha dalla sua il dono della novità, del «modello fresco» appena sfornato dalla fabbrica. Che idea balorda! Una passeggiatina. Sapeste come mi urta quel loro sfoggio linguistico da scarpe intonse, quel dire, mieloso, passeggiatina, da signorine-tu-mi-stufi, e non «passeggiata», che sarebbe più consono, più appropriato, walserianamente accettabile. ![]() Comunque, a parte il sogno di questa mattina, invece di tornare sul luogo incriminato (il letto) dove si formano le mie storie oniriche, il Duo Fasano mi sollecita un’altra scelta, vuole passeggiare, uscire di casa, magari impegnarsi in una corsetta, tanto per segnare un punto a loro favore e poter certificare che ho fatto dello sport. Le mie scarpe nuove non aspettano altro che i miei piedi entrino dentro di loro, facendo leva sul calzascarpe (ne ho uno lungo, lunghissimo, in modo da non piegarmi, una grande trovata, meritevole di un Nobel, se esistesse un Nobel delle invenzioni utili). Non ho pace con quelle due stronzette fra i piedi che mi pressano. Mi stressano. Mi arrabatto per trovare una scusa e liberarmi di loro. – Sapete chi è Jim Fixx? – chiedo alle mie scarpe nuove, confidando che ignorino chi sia. Poiché sono delle scarpe, mi guardano dal basso verso l’alto e rispondono insieme, con le fibbie che brillano di perplessità: – Jim Fixx? No, chi è? Bingo. Ho fatto centro. – James Fuller Fixx, meglio noto come Jim Fixx, è uno scrittore statunitense, autore de Il libro della corsa (The Complete Book of Running), un best seller pubblicato nel 1977, – spiego loro senza trattenere un pizzico di saccenteria. – È considerato il genio rivoluzionario del fitness in America, il divulgatore dello sport della corsa, tenace sostenitore dei benefici del jogging per la salute. – Ah, meraviglioso! – commentano le mie scarpe nuove. – Un nostro idolo. È qui che vi voglio, carine. Aspettate a sentire la fine della storia. – Drizzate bene i tacchetti, – dico loro, spudoratamente eccitato. – Il 20 luglio 1984, all’età di 52 anni, dopo la sua corsa giornaliera per le strade di Hardwick, una cittadina dello Stato del Vermont, sapete cosa accade? – No – risponde il Duo Fasano, con un timbro di voce che assomiglia al rumore del tip tap. – Fixx si accascia al suolo e crepa colpito da un infarto fulminante. Dopo una breve pausa calcolata, aggiungo: – Volete che faccia la stessa fine? Le mie scarpe nuove accusano il colpo, tacciono. Sono confuse, forse turbate dal mio racconto, ho l’impressione che se potessero girerebbero i tacchi e s’imbucherebbero zitte zitte nella scarpiera. Da parte mia, non le trattengo e torno a letto. Addio passeggiatina, anche per oggi, il pigrone, se l’è cavata bene…
gennaio 2025 ___________________________
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