CHIMERE Esercizi finzionari Biblioteca Oplepiana, plaquette n. 26 (2006)
Il principio della chimera,
animale mitologico frutto di un mostruoso
assemblaggio al pari dell'ircocervo e di altre creature immaginarie,
«sembra
potersi trasporre, in più modi diversi, nelle strutture
letterarie»,
sosteneva François Le Lionnais nella sezione de La
littérature
potentielle (1973) dedicata alle manipolazioni lessicografiche,
sintattiche
o prosodiche. Paolo Albani MI ILLUDO
La chimera
è quella cosa non vera impalpabile come un'ombra di sera un'idea illusoria che lascia in memoria una scoria irrisoria. Incarrighiana di anonimo del XXI secolo Mi illudo che basti chiudere gli occhi e concentrarsi
intensamente *** Mi illudo che un giorno i marziani infiltrati fra noi si faranno riconoscere. *** Mi illudo ci siano ancora parole nell'universo linguistico *** Mi illudo che l'alternarsi del giorno e della notte *** Mi illudo che a una certa età si finisca per avvertire *** Mi illudo sia finito il tempo in cui ci si arrovella *** Mi illudo che alla fine, vista la piega che hanno preso le
cose, *** Mi illudo che i poeti non si accontentino più di fare i soliti versi. *** Mi illudo che con il passare degli anni vengano meno i falsi amici e i seccatori. *** «Mi illudo e dunque sono», Nota Il testo preso a modello per
scrivere queste poche "illusioni", cui
ognuno può aggiungere le proprie, è naturalmente Je
me
souviens. Les choses communes I (1978) di Georges Perec, a sua
volta
ispiratosi a I remember (1970) dell'artista americano Joe
Brainard. Riferimento: Oplepo, Chimere. Esercizi finzionari, Biblioteca Oplepiana N. 26, Edizioni OPLEPO, Napoli, 2006, fuori commercio, p 19. La plaquette contiene interventi di Anna Busetto Vicari, Brunella Eruli, Domenico D'Oria, Elena Addomine, Edoardo Sanguineti, Giorgio Weiss, Ermanno Cavazzoni, Giuseppe Varaldo, Maria Sebregondi, Paolo Albani, Raffaele Aragona, Sal Kierkia. * * *
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