INTORNO
AL MONDO DEI SOGNI
di Paolo Albani Quello dei
sogni è un mondo affascinante. Succedono cose strane, bizzarre
nei sogni, cose che spiazzano e mettono a dura prova le nostre
connessioni logiche: ad esempio può accadere in sogno che a un
certo punto, con estrema naturalezza, uno si metta a volare e la
sensazione di volare sia decisamente «reale», plausibile,
che senta davvero il vento che gli carezza il corpo e veda
laggiù, in basso, come dal finestrino di un aereo, le case
piccole piccole, la geometria colorata dei campi, le montagne e i fiumi…
Che il mondo dei sogni sia ricco di sorprese e di significati inattesi lo sapevano bene, fra gli altri, due stravaganti medici: uno aveva lo studio al numero 19 di Berggasse a Vienna, l’altro capeggiava usando metodi tirannici un manipolo di artisti e di letterati che a Parigi ogni tanto perdevano la calma e si azzuffavano su amene questioni di linea poetica. Intorno al mondo dei sogni esistono storie singolari. Una di queste riguarda la cosiddetta «sognatrice a comando», una certa Anna Bachmann, dattilografa in una piccola fabbrica di laterizi a Graz. La donna possedeva doti speciali di sognatrice: di notte era in grado di sognare qualsiasi storia le avessero raccontato da sveglia; riusciva a riprodurla pari pari in sogno, senza dimenticarsi di nulla, mantenendo l'esatta successione degli avvenimenti così come le erano stati descritti. Periodicamente Anna Bachmann riceveva a casa sua, nel tardo pomeriggio, alcuni sfortunati «non sognatori» che le raccontavano storie fantastiche, astruse, a volte anche piccanti, con risvolti morbosi al limite della perversione, storie che avrebbero voluto sognare, ma che erano incapaci di mettere in sogno. La donna li ascoltava seduta in poltrona davanti a una tazza di tè e qualche pasticcino, memorizzandosi bene ogni particolare delle loro fantasie, anche il più piccolo. La notte stessa, poi, faceva il sogno che le avevano raccomandato. Un’altra storia intorno al mondo dei sogni ci dice che la giovane commessa ginevrina Hélène Smith, il cui caso fu studiato anche da Ferdinand de Saussure, riuscì durante le sue migrazioni spazio-temporali compiute in uno stato di sogno ipnotico a «materializzare», cioè a riprodurre graficamente, un linguaggio simile al sanscrito e alcune scritture marziane. Sempre a proposito dei sogni non va dimenticato che ci sono popolazioni primitive come i Gamuna, su cui ha scritto un bel libro Gianni Celati, che ritengono il sonno una dimensione della vita più importante di quella diurna e vivono in una sorta di perenne stato allucinatorio che ne favorisce la produzione di miraggi e di visioni. Nel sonno i Gamuna imbastiscono delle chiacchiere a bocca chiusa che insegnano questo: «Nello spazio immenso tu sei qualcuno che non è nessuno, e le notti e i giorni vengono anche senza di te». E mille ancora se ne potrebbero raccontare di storie intorno al mondo dei sogni… Come altri, Antonino Bove ha compreso l’importanza dirompente dei sogni, la loro funzione demiurgica, di stimolazione immaginativa: perciò, sfidando ogni parvenza di credibilità, ha avuto il coraggio e la sfrontatezza programmatica di costituire la Società degli Onironauti il cui obiettivo dichiarato è la materializzazione dei sogni. Si tratta, com’è facile intuire, di un compito arduo, ma lodevole, di un’impresa non impossibile che potrà aprire nuovi orizzonti conoscitivi collocandosi nel solco di una tradizione di ricerche potenziali che annovera, fra le investigazioni più significative, la Melotecnica di Tommaso Landolfi, scienza che studia il peso, il colore, il gusto, la composizione chimica e altre particolarità fisiche delle note emesse dalla gola umana. Postfazione a Antonino Bove, Oniroplasmi, Pezzini editore, Viareggio, 2010, pp. 156-157. * * *
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