LE BIZZARRE INVENZIONI SCIENTIFICHE DEGLI SCRITTORI Letteratura e scienza hanno più di un punto di tangente,
questo in barba a Schopenhauer che, come ci dice Queneau, trovava altamente
comica l’esistenza delle tangenti.
Allora, senza ulteriori indugi, entriamo subito nel merito della questione iniziando con un autore classico che, in un libro avvincente come I viaggi di Gulliver, si è divertito a prendere in giro, a satireggiare le comunicazioni della Royal Society, prestigiosa accademia inglese fondata nel 1661. Alcuni degli assurdi esperimenti messi in ridicolo da Jonathan Swift, quando il medico Gulliver visita l’Accademia di Lagado, capitale dell’isola di Balnibarbi, richiamano molto da vicino pratiche autentiche degli scienziati della Royal Society [l'attore Massimo Salvianti legge alcuni brani de "I viaggi di Gulliver" di Swift]. Nella Royal Society fu istituito un Comitato «per migliorare la lingua inglese a scopi scientifici»; John Wilkins, vescovo di Chester, uno dei fondatori della Royal Society, propose una «lingua universale» priva di suoni, fatta solo di segni grafici astrusi, una sorta di complicatissima stenografia. Ecco come Swift descrive i problemi linguistici discussi all’interno dell’Accademia di Lagado [segue lettura]. C’è un divertente racconto di Edgar Allan Poe, un racconto del Poe meno conosciuto e trascurato, ma altrettanto autentico, cioè quello del comico e del grottesco, un racconto che ha l’inequivocabile titolo di: «La bidonata considerata come una delle scienze esatte» [segue lettura]. Honoré de Balzac ha scritto una serie di trattati sulla
vita sociale del secolo XIX, un trittico confluito nel libro Patologia
della vita sociale. Un trattato l’ha scritto sulla vita elegante: l’elegantologia,
scienza delle belle maniere, è «una scienza», sostiene
Balzac, «tanto più immensa in quanto abbraccia tutte le altre
scienze e riguarda ogni occasione». Un altro trattato, sugli eccitanti
moderni, esplora i territori inquietanti dell’ebbrezza. Infine Balzac ha
studiato la gestualità dei parigini mettendo a punto una vera e
propria teoria scientifica dell’andatura, giungendo alla seguente
amara conclusione, dopo aver esaminato duecentocinquantaquattro persone
e mezza (dato che nel calcolo fa rientrare come una frazione un signore
senza gambe): «Non ne trovai nemmeno una che si muovesse con grazia
e naturalezza», mentre armoniosi e lanciati ritenne i movimenti di
una capretta, di un gattino e di un cane che lo scrittore osservava dalla
sua finestra.
Ricordate il genialissimo architetto citato da Swift, quello che aveva trovato un nuovo metodo di edificare le case cominciando dal tetto e procedendo giù giù fino alle fondamenta? Un raffinato scrittore di opere narrative fantastico-satiriche, Paul Scheerbart, nato a Danzica nel 1863, sembra nella casa di Schopenhauer (il filosofo che, come s’è già detto, trovava altamente comica l’esistenza delle tangenti), ha avanzato un’originale e stravagante teoria sull’Architettura di vetro [segue lettura]. Certo, quando si parla di scienze immaginarie inventate dagli scrittori, in primo luogo balza alla mente la ‘Patafisica di Alfred Jarry, che per altro coltivò un grande interesse per le discipline scientifiche, in particolare per le teorie sul tempo. Ecco come il professor Faustroll, alias Jarry, definisce la ‘Patafisica [segue lettura]. Un gusto per i finti «trattati», le finte «conferenze»,
le finte «operette morali», caratterizza e attraversa l’esperienza
narrativa di Tommaso Landolfi, «senza escludere», come scrive
Calvino, «che un giorno si possa stabilire che erano finte solo fino
a un certo punto».
Una serie di teorie strampalate, molto divertenti e gustose, sono sostenute da un fisico di nome de Selby, un bizzarro studioso di cui si parla diffusamente nel romanzo Il terzo poliziotto (1967) dello scrittore irlandese Flann O’Brien, autore di romanzi contrassegnati da un allarmante humour noir, surreale e iperreale, apprezzato fra gli altri da Joyce e da Dylan Thomas [segue lettura]. Per concludere, un cenno a quella vasta letteratura sugli animali inesistenti che va a definire il terreno su cui indaga la scienza nota come Zoologia fantastica. Da uno dei manuali più famosi di Zoologia fantastica, quello scritto da Borges in collaborazione con Margarita Guerriero, citiamo la voce dedicata all’Odradek, animale misterioso descritto in modo intrigante da Franz Kafka [segue lettura]. * * * Intervento alla 2a edizione del Festival Le
parole, i giorni, Poggibonsi (Siena), 17 aprile 2009.
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