Paolo
Albani
L’ESPERIMENTO
BALMER-KRESS
Il fisico statunitense James
Balmer-Kress dell’Università del
Maryland, studioso dei sistemi complessi e caotici, ha pubblicato sull’American
Journal of Turbulence un saggio intitolato «On the
Measurement
of Butterfly Effect» (3, 2000, pp. 1069-1105) in cui espone i
risultati
di un esperimento che, per l’apertura di nuovi scenari sul piano delle
previsioni metereologiche, ha richiamato l’attenzione della
comunità
scientifica.
La ricerca di Balmer-Kress è finalizzata alla verifica
del ben noto “effetto farfalla”, cioè di quel fenomeno,
così
denominato da Edward Lorenz, metereologo del MIT (Massachusetts
Institute
of Technology), secondo cui «il battito d’ali di una farfalla
nell’Iowa
potrebbe, in linea di principio, innescare una valanga di effetti che
avrebbe
come risultato finale un monsone in Indonesia» (1).
L’effetto farfalla ha un nome tecnico: «dipendenza sensibile
dalle condizioni iniziali». Ciò significa che una catena
di
eventi può avere un punto di crisi in cui piccoli mutamenti sono
suscettibili di ingrandirsi a dismisura.
Per alcuni mesi (quattro per l’esattezza) Balmer-Kress, aiutato
da due assistenti, il biologo David Pagels e la chimica Isabelle
Holton,
si preoccupa di collezionare un’ampia quantità di farfalle
diurne,
cioè attive nelle ore di luce, di sesso femminile, il cui
battito
d’ali è notoriamente più uniforme di quello delle
farfalle
diurne di sesso maschile. Durante vari soggiorni in zone
particolarmente
ricche di questo tipo di lepidotteri, come l’Amazzonia peruviana e il
nord
della Cambogia, Balmer-Kress raccoglie 4.572 farfalle diurne di sesso
femminile,
numero ritenuto minimo ai fini della significatività
dell’esperimento.
Tutti gli esemplari vengono collocati all’interno di una grande voliera
costruita nella città di Des Moines, in un campo vicino
all’Istituto
di Fisica sperimentale dell’Università dell’Iowa, finanziatrice
del progetto. A questo punto Balmer-Kress passa alla fase esecutiva del
suo esperimento.
Considerando mediamente una lunghezza di apertura alare di 11,4
cm per una larghezza di 4 cm e un peso di 3,4 milligrammi ad esemplare
e supponendo che i battiti d’ali di una farfalla diurna standard siano
all’incirca 19 al secondo, Balmer-Kress congettura che la massa d’aria
libera (cioè quella che comunemente si respira) spostabile da
ogni
soggetto in questione nell’unità di tempo di un secondo sia
uguale
a 9 cm3.
Da questi dati Balmer-Kress deduce che, facendo agitare tutti
gli esemplari di farfalle diurne all’unisono, tramite uno strumento
idoneo
di comunicazione (come un colpo di cannone a salve), è possibile
originare uno spostamento d’aria complessivo di 41.148 cm3. Da
quest’ultima
stima vanno sottratti i battiti d’ali non realizzati allo sparo, a
causa
della presenza nel gruppo esaminato di una percentuale x, compresa in
genere
tra lo 0,6% e lo 0,7%, di farfalle non udenti (si pensi alla Thecla
intricarius
o alla Papilio dubius) o di farfalle malate oppure in età
avanzata,
e quindi non ricettive, scientificamente denominate “pigre”. Inoltre
per
evitare movimenti d’aria non controllabili Balmer-Kress predispone che
il rumore del colpo di cannone sia registrato su nastro e amplificato
ad
un volume idoneo alle capacità uditive delle farfalle.
Le procedure indicate da Balmer-Kress per la corretta esecuzione
dell’esperimento sono: 1. il colpo di cannone virtuale va diffuso in
piena
notte, quando si suppone che le farfalle diurne siano in fase di
quiete,
o al massimo di dormiveglia, in una fascia oraria sempre eguale; 2. il
colpo dev’essere eseguito in un momento di totale assenza di vento e
senza
alcun preavviso; 3. prima dello sparo bisogna evitare nel modo
più
assoluto l’impiego di fonti di luce artificiale che potrebbe disturbare
il sonno delle farfalle, così da comprometterne i riflessi.
Una volta effettuato il colpo di cannone dal campo-base di Des
Moines non resta a Balmer-Kress che osservare l’eventuale formazione di
un monsone in un punto prestabilito dell’Indonesia (per una
molteplicità
di fattori climatici e turistici viene scelta la località di
Bedulu
nell’isola di Bali). Naturalmente il nesso battiti d’ali di
farfalla-creazione
del monsone, precisa Balmer-Kress, deve tenere conto delle condizioni
di
temperatura e pressione esistenti al momento dell’esperimento nella
fascia
intertropicale, della velocità media di spostamento degli alisei
che è di 5 m/s (minuti al secondo) e di altri fattori stocastici
di disturbo (ad es. flussi di uccelli migratori in ritardo o fuori
rotta,
mutamenti improvvisi nell’intensità della navigazione aerea,
ecc.),
oltre che del battito d’ali di altri volatili presenti nella zona
geografica
interessata (su quest’ultimo elemento l’analisi di Balmer-Kress
fornisce
simulazioni e calcoli correttivi basati su serie statistiche
sufficientemente
attendibili).
La conclusione cui giunge Balmer-Kress è che il tempo
mediamente necessario, in condizioni normali, per la formazione di un
monsone
registrabile a Bedulu (Indonesia) dopo il rumore di un colpo di cannone
riprodotto ai bordi della voliera nel campo di Des Moines (Iowa)
è
di 3,2 giorni.
Dal 4 febbraio al 2 settembre del 1999 Balmer-Kress effettua
27 esperimenti, quattro al mese, ad intervalli di circa 8 giorni l’uno
dall’altro, tutti regolarmente attuati nella stessa fascia oraria,
cioè
dalle 2 alle 3, con lo stesso apparecchio stereo e lo stesso
altoparlante
(2). In 21 di essi, a seguito del brusco risveglio delle farfalle
diurne
a Des Moines, registra, dopo un lasso di tempo atteso oscillante fra i
3 e i 4 giorni, la nascita di un monsone (invernale ed estivo a seconda
della stagione) nell’osservatorio di Bedulu. I riscontri negativi, 6
nel
complesso e tutti significativamente verificatisi nell’ultima fase
dell’esperimento,
sono imputabili secondo Balmer-Kress al peso decrescente del “fattore
sorpresa”
sul comportamento delle farfalle.
Nota
1. Un precedente tentativo di
misurazione dell’effetto farfalla è
descritto nell’articolo di D. Inaudi, X. Colonna de Lega, A. Di Tullio,
C. Forno, P. Jacquot, M. Lehmann, Max Monti e S. Vurpillot,
«Chaos:
demonstrated the butterfly effect», pubblicato sul numero 1/6,
novembre-dicembre
1995 degli Annals of Improbable Research.
2. Riportiamo qui di seguito una rappresentazione grafica dei risultati
dell'"esperimento di Balmer-Kress", tratta da pag. 1103 del citato
saggio
del fisico statunitense.
il Caffè illustrato, 1, giugno-luglio 2001, pp.
82-83.
Per tornare al sommario de il Caffè illustrato cliccate qui.
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