Elaborazione fotografica di Vanni Zani.
Sul cancello di ferro battuto di Villa Bartoli, in località Le
Ginestre, qualche chilometro fuori città, in piena campagna dove spesso
vado a camminare da solo, c’è un cartello che dice letteralmente, papale
papale, non quello che ci si potrebbe aspettare: ATTENTI AL CANE oppure
VIETATO L’INGRESSO AGLI ESTRANEI o ancora ATTENZIONE CANCELLO
AUTOMATICO, DIVIETO DI SOSTA LASCIARE LIBERO IL PASSAGGIO. Cartelli così
se ne vedono tanti in giro. Sono normali. Non meravigliano.
Il cartello plastificato che spicca sul cancello di
Villa Bartoli, scritto in caratteri neri su fondo bianco, non riporta
nessuno degli avvisi appena citati; nossignori, riporta invece questo
messaggio sintetico, abbastanza insolito: VI AVVERTO.
Tante volte, passando a piedi davanti a Villa
Bartoli, una bella villa con una scalinata che si biforca a destra e a
sinistra sul davanti, circondata da un grande parco dentro il quale
s’intravedono, anche da fuori, delle panchine in pietra e una vasca,
credo piena di pesci rossi come in molte ville di campagna, con una
colonnina al centro che irradia spruzzi d’acqua tutt’intorno, mi è
venuta voglia di suonare e chiedere al signor Bartoli (immagino si
chiami così il proprietario della villa), se lo trovo in casa, o a
qualche persona che abita lì – un domestico, un parente –, del perché di
quel cartello strano e inquietante.
Prima o poi lo faccio, suono e domando, impertinente, così mi levo la curiosità.
Di che cosa siamo avvertiti? C’è qualche pericolo che
non vediamo, una minaccia che ci sfugge, incombente nei pressi della
villa, una trappola che possiamo far scattare a nostra insaputa, magari
mettendo un piede in fallo, in un punto pericoloso, non segnalato,
davanti al cancello d’ingresso?
Che modo bizzarro di accogliere il visitatore che si avvicina alla villa: VI AVVERTO.
Mi chiedo: VI AVVERTO di che cosa? Il fatto di
lasciare in sospeso, indeterminato, l’oggetto dell’ammonimento lo rende
ancor più allarmante. Poteva scrivere il signor Bartoli, o chi per lui,
una frase come VI AVVERTO CHE…, e già il messaggio sarebbe stato meno
inflessibile, perentorio, per quanto l’informazione resti sempre
inesorabilmente sospesa nell’aria, abbia la forza espressiva di un
ghirigoro incomprensibile. L’aggiunta della congiunzione “che” e dei
puntini sarebbe servita comunque a mitigare la glaciale vaghezza
dell’avvertenza.
Ad ogni buon conto è un cartello che mette paura a
chi non conosce il senso di quella intimidazione. Suona aggressivo, un
po’ come STATE IN CAMPANA, DA UN MOMENTO ALL’ALTRO PUÒ ACCADERVI
QUALCOSA DI SPIACEVOLE. Forse è proprio questo l’effetto che si vuole
ottenere, gettare il visitatore nel panico, disorientarlo, farlo
riflettere sul comportamento da tenere davanti al cancello di Villa
Bartoli.
Non ho mai visto un cartello del genere, da nessuna
parte. L’avranno commissionato a un grafico di fiducia, un artigiano
compiacente, un amico pubblicitario. Per soldi si scrive di tutto, anche
insulsaggini e fesserie. Quelle due parole VI AVVERTO hanno un che di
insolente, di provocatorio, nella loro impalpabile, calcolata
astrattezza, che sgomenta chiunque le legga.
Devo dare atto a chi ha ideato il cartello di essere
originale, e allo stesso tempo perverso. Se lo scopo era quello di
intimorire, ci è riuscito perfettamente. Forse anche il ladro più
esperto e spericolato, il più attrezzato dei malviventi, di fronte a
quel VI AVVERTO lasciato intenzionalmente inconcluso, suppongo avrà una
reazione che lo spinge alla cautela, sarà pervaso da un attimo di
perplessità, di titubanza mai provata prima di allora.
Da parte mia, ogni volta che vedo quel cartello,
passando davanti a Villa Bartoli, provo un senso di apprensione, di
agitazione per un qualcosa di indefinito, di non chiaro, che può
determinarsi da lì a poco, di certo un qualcosa di non edificante, di
disturbante.
È come se quel cartello, rivolto a me, alla mia
singola persona, volesse farmi riflettere e inchiodarmi, smarrito,
davanti al cancello di Villa Bartoli, volesse mettermi in guardia su un
qualche avvenimento, una disgrazia che potrebbe accadermi, e che
tuttavia non so che cos’è, e questo alla fine, quasi per un’attrazione
più forte del mio lato razionale, contribuisce a rendere ancora più
misterioso, impenetrabile il significato nascosto di quel VI AVVERTO.
luglio 2020
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