ANDERSEN
libri & idee - scuola & biblioteca
n. 263, ottobre 2009




COLLEZIONISTI DI BIZZARRIE
di 
Paolo Albani

 Definire il «bizzarro» è impresa ardua. Per lo Zingarelli l’aggettivo «bizzarro» significa: «Che non segue i comportamenti considerati comuni e abituali». In questa rubrica ci occuperemo di bizzarrie letterarie, ovvero di stramberie, di acrobazie verbo-visive sperimentate o archiviate dagli scrittori. Dapprima, però, credo sia utile gettare un rapido sguardo su alcuni lodevoli, e non sempre conosciuti, «collezionisti di bizzarrie».
Apriamo questa breve rassegna con il medico alienista Giuseppe Amadei (1854-1919) che, verso la fine del secolo XIX (molto tempo prima della ricerca sui «folli letterari», sostenitori di teorie farneticanti, iniziata da Raymond Queneau nel 1930), studia da psichiatra la «letteratura dei pazzi» raccogliendo, grazie al «generoso contributo» di Cesare Lombroso, una collezione di opere di «mattoidi scientifici», oggi consultabile presso la Biblioteca Classense di Ravenna.


  Nel 1951, sempre in quel di Ravenna, padre Anacleto Bendazzi (1883-1982), geniale palindromista, anagrammista e compilatore di centoni, licenzia le sue Bizzarrie letterarie, un libro di turbinosi giochi verbali in gran parte di argomento sacro. Ai suoi tempi fu coniato il neologismo bendazzeggiare per indicare azioni curiose e strambe. 
 In un’enciclopedia di «varia e amena erudizione» (più di 12 volumi), intitolata Et ab hic et ab hoc, di cui una prima serie esce nel 1900, Americo Scarlatti, pseudonimo di Carlo Mascaretti (1855-1928), affronta diversi temi fra cui strani quesiti avanzati in libri poco noti del cinque-seicento («Che lingua parlavano Adamo ed Eva?»), le malattie del linguaggio, i giochi linguistici, la letteratura senza senso, curiosità biologiche (la statura umana; i gobbi illustri; i sosia; gli odori umani), ecc.
 Di personaggi irregolari, non lontani dalla demenza, si è occupato J. Rodolfo Wilcock (1919-1978) ne La sinagoga degli iconoclasti (1972), antologia di singolari teorie, come quella secondo cui la razza francese è negra di origine, e di fenomeni insoliti, come la cristallizzazione del sale da cucina in forma di pollo o di altri piccoli animali.
 Alcune delle storie recensite da Wilcock sono tratte da Stranezze e errori in nome della scienza (1957) di Martin Gardner che per anni tenne la rubrica «Giochi matematici» sullo Scientific American.
 Abbiamo già accennato alla ricerca di Queneau sui «folli letterari», sviluppata dal suo allievo e amico André Blavier (1922-2001). Sull’argomento Queneau aveva curato un fascicolo di Bizarre, rivista letteraria «irrispettosa di tutto», fondata nel 1953 da Michel Laclos.
 Affascinato dalle scienze assurde, anche come collezionista di libri antichi o rari, Umberto Eco ha dedicato ai «folli letterari» alcuni saggi raccolti ne La memoria vegetale e altri scritti di bibliofilia (2006). 
 Un ultimo cenno merita il divulgatore scientifico Paul Collins autore de La follia di Banvard (2001) che ha come sottotitolo: «Tredici racconti di persone che non hanno cambiato il mondo».

Andersen, libri & idee - scuola & biblioteca, n. 263, ottobre 2009, p. 34.



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