L'AMORE SOLITARIO
Sapete per quale ragione la masturbazione è detta anche «amore
solitario»? Non perché, come si potrebbe credere, è un atto che si fa da
soli, che si consuma nell’intimità. No, l’«amore solitario» è tale
perché chi lo compie – sostengono in molti – soffre di solitudine, è
solo. Maledettamente solo.
La cosa è ben diversa. È la condizione di solitudine in cui si trova il masturbatore a rendere solitario l’atto che lo induce a darsi il piacere da solo, ovvero senza la compagnia o l’assistenza di un altro soggetto, la cui presenza, va da sé, renderebbe non più solitario l’amore che si cerca, il godimento che si desidera raggiungere. La solitudine, quando non deriva da una scelta individuale, è uno stato d’animo che può portare a forme profonde e penose di depressione che, non di rado, si è tentati di combattere con l’autoerotismo. In questo senso l’«amore solitario» è stato visto negativamente come un palliativo per curare le paturnie esistenziali, tanto da indurre la scienza medica, specie fra l’inizio del Settecento e la fine dell’Ottocento, a diffondere una visione negativa della masturbazione. Secondo alcuni, alla radice di questa posizione, c’è la pubblicazione di un opuscolo intitolato Onania or, The Heinous Sin of Self-Pollution, And All its Frightful Consequences (in Both Sexes) considered: With Spiritual and Physical Adivice to those who have already injured themselves by this abominable Practise [Onania: O l’odioso peccato della masturbazione, e tutte le sue terribili conseguenze (per entrambi i sessi), con consigli morali e fisici a coloro che hanno già causato danno a se stessi da questa pratica abominevole], uscito anonimo a Londra nel 1716. ![]() L’edizione di Onania uscita a Londra nel 1756
Il libro, talvolta attribuito a un certo Dr. Bekkers, più probabilmente è opera del chirurgo londinese Johannes Marten (1692-1737), desideroso di promuovere la vendita di tinture e polveri curative di sua produzione, efficaci contro il «male solitario». L’opuscolo, che ha avuto circa venti edizioni ampliate, un best-seller per il suo tempo, con decine di migliaia di copie vendute, è in gran parte una raccolta di idee trovate in opere precedenti. Secondo alcuni studiosi, profonda è stata la sua influenza nel diffondere la nozione di masturbazione come pratica peccaminosa e causa di un’ampia diffusione di malattie fino al XIX secolo. La conclusione di Marten è che ci si dovrebbe astenere dalla «self-pollution», poiché tale insana abitudine provoca malattie e anomalie fisiche come epilessia, pallore, isteria, gambe e mascelle deboli. Inoltre, la masturbazione porta a una degradazione della razza umana causando il parto di bambini malaticci. ![]() Johannes Marten (1692-1737),
chirurgo londinese A parte le assurde farneticazioni di Marten (per quanto ancora oggi non del tutto respinte), il fatto che la masturbazione sia una conseguenza della condizione di solitudine in cui vivono molti soggetti che ne fanno un uso smodato individuale (da qui l’espressione «amore solitario») non significa che per questo l’autoerotismo sia un fenomeno da biasimare e mettere al bando. C’è chi la pensa diametralmente all’opposto del vecchio chirurgo inglese Johannes Marten, sostenendo al contrario che masturbarsi è un esercizio fisico che allunga la vita, rilassa i nervi, funziona da “ricostituente” in situazioni di stress e affaticamento mentale, che consente, in certi casi, la socializzazione delle persone che si riconoscono in questa preziosa (non lo dico per me) attività umana (altro che «amore solitario»!). È il caso, ad esempio, del dottor Franz Schneider del Community Hospital Bonn Haus St. Elisabeth che da giovane ha studiato negli Stati Uniti, presso il Kinsey Institute for Research in Sex, Gender, and Reproduction (Indiana University), fondato da Alfred Kinsey (1894-1956) nel 1947, istituto che continua a essere un punto di riferimento per la ricerca sulla sessualità umana, inclusa la masturbazione. Da anni il dottor Schneider si batte perché la masturbazione sia riconosciuta come una terapia sociale e venga somministrata gratuitamente dalla sanità pubblica, in strutture protette, dove personale specializzato – infermiere/i che hanno seguito un corso di avviamento alla masturbazione – si ponga al servizio dei pazienti che richiedono di partecipare a sedute in cui si affinano le tecniche masturbatorie più consone al loro stato fisico e mentale. ![]() Il dottor Franz Schneider (1963, Würzburg, Baviera)
del Community Hospital Bonn Haus St. Elisabeth Nel reparto diretto dal dottor Schneider, tutto il personale medico (compreso lo stesso Schneider) e infermieristico ogni giorno – mattina, pomeriggio e notte, all’inizio dei turni di lavoro – si masturba per un tempo medio di circa mezzora (controllato da un circuito interno di video-camere), cosa che, secondo lo stesso dottor Schneider, consente a quel reparto dell’ospedale di Bonn, statistiche alla mano, di mantenere un livello soddisfacente di produttività lavorativa, che resta la più alta di tutto l’ospedale. Sulla bacheca del reparto ospedaliero diretto dal dottor Schneider, insieme a vari manifestini pubblicitari e info di servizio come orari di ricevimento dei medici, c’è questo avviso: DENKE DARAN, DICH ZU MASTURBIEREN,
BEVOR DEINE SCHICHT BEGINNT. che in italiano significa: RICORDATI DI MASTURBARTI PRIMA DELL’INIZIO DEL TUO TURNO. Note (1) Marten è autore anche di un lavoro sulle malattie veneree intitolato A treatise of all the degrees and symptoms of the venereal disease, in both sexes
(1708), in cui, fra l’altro, viene citata una satira di Giovenale in
cui l’autore latino argomenta come il cattivo comportamento dei figli
sia il riflesso di quello dei loro padri. Il medico svizzero Samuel
Auguste André David Tissot (1728-1797), nel suo L’Onanisme. Dissertation sur les maladies produites par la masturbation
(1760), considerava il seme un «olio essenziale» e uno «stimolo» che,
se persi dal corpo in grandi quantità, complice la masturbazione,
causerebbe «una sensibile riduzione di forza, della memoria e persino
della ragione». Le sue argomentazioni sulla masturbazione trovarono
consensi da parte di personaggi come Kant e Voltaire.
(2) Del dottor Franz Schneider mi limito a citare il suo libro più famoso: Die positiven Auswirkungen der Masturbation [Gli effetti positivi della masturbazione], Meyer, Bonn 2001.
febbraio 2025 ___________________________
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