GLI ABITANTI DI BILDEN Se una volta per caso
dovesse
capitarvi di passare da Bilden
nell’Austria
inferiore, una cittadina a 800 metri di altitudine, non
molto distante
dal confine sloveno, poche case con i tetti spioventi
intorno a uno
spilungone
di campanile, fate bene attenzione a non lasciarvi
ingannare dalle
apparenze:
a prima vista, dal loro strano comportamento, ovvero
sentendoli
chiacchierare
da soli per strada, avrete l’impressione che gli
abitanti di Bilden
stiano
parlando al cellulare. A Bilden tutti gli
abitanti,
indipendentemente
dall’età, dal
sesso e dal ceto sociale, tutti insomma, che poi si
tratta di poche
centinaia
di persone, parlano da soli, sono abituati a esprimersi
così,
ognuno
confabulando per conto proprio, senza che ci sia alcuna
comunicazione
stabilita
fra di loro, nessun proposito di relazionarsi l’uno con
l’altro. Nella scuola elementare di
Bilden, intitolata al filosofo
Ludwig Wittgenstein,
due ore alla settimana sono dedicate allo studio
dell’«arte di
parlare
da soli». La direttrice didattica ha fatto
stampare a cura della
scuola un Manualetto per la conversazione personale,
che ogni
anno
viene distribuito gratuitamente ai nuovi allievi. Il
bidello della
scuola
elementare, un certo Reinhard Hebbel, è sordomuto
dalla nascita,
ma ciò nonostante anche lui parla da solo, come
fanno del resto
tutti quelli che vivono nella cittadina di Bilden;
l’unica differenza
nel
caso di Hebbel è che lui parla da solo
usando la lingua
dei
segni dei sordomuti, ed è uno spettacolo
divertente vederlo in
azione
durante le sue performance solitarie. Il fenomeno del parlare
da
soli è nato a Bilden
verso
la metà circa degli anni sessanta del secolo
scorso.
Perché
si sia sviluppato proprio a Bilden, e in quel periodo,
nessuno l’ha mai
saputo spiegare. Resta il fatto che oggi il fenomeno del
parlare da
soli
è diventato un’attrazione turistica, tanto che lo
si trova
menzionato
anche nelle guide, almeno in alcune come nella quarta
edizione della
guida
all’Austria di Anthony Haywood e Kerry Walzer
uscita nel
settembre
del 2008 per conto della Lonely Planet.
Questo racconto-bonsai è stato pubblicato
sul numero 4 della rivista Psicologia Cacopedica, giugno 2009, pp. 88-89. HOME PAGE TèCHNE RACCONTI POESIA VISIVA |