Paolo Albani
GLI ABITANTI DI BILDEN




Se una volta per caso dovesse capitarvi di passare da Bilden nell’Austria inferiore, una cittadina a 800 metri di altitudine, non molto distante dal confine sloveno, poche case con i tetti spioventi intorno a uno spilungone di campanile, fate bene attenzione a non lasciarvi ingannare dalle apparenze: a prima vista, dal loro strano comportamento, ovvero sentendoli chiacchierare da soli per strada, avrete l’impressione che gli abitanti di Bilden stiano parlando al cellulare. 
È una scena abbastanza comune, oggigiorno, quella di vedere per strada degli individui che parlano da soli, ad alta voce. All’inizio, incrociando per strada un tizio che parla da solo, ti viene da pensare: «Questo è un po’ svitato», poi, osservandolo meglio, ti accorgi che il tizio ha un auricolare e allora ti rendi conto che sta parlando al cellulare con qualcuno, e che il cellulare ce l’ha infilato in un taschino della giacca.
Gli abitanti di Bilden invece parlano davvero da soli e ad alta voce, è un loro modo di essere, una caratteristica che, suppongo, non ha riscontri in nessun’altra parte del mondo. Il cellulare non c’entra niente con l’abitudine bizzarra che hanno gli abitanti di Bilden di parlare da soli, fra sé e sé, ovunque si trovino.
Questa cosa del parlare da soli - se si esclude il cellulare, che poi, riflettendoci, non è un paragone appropriato perché uno al cellulare non parla da solo, bensì con qualcuno in carne e ossa, per quanto distante - questa cosa del parlare da soli, dicevo, normalmente è tipica delle persone anziane, specie delle vecchiette rimaste vedove che vivono in solitudine e non hanno occasione di scambiare due parole con nessuno a giornate intere. 
Fra coloro che parlano da soli con una certa frequenza, c’è addirittura chi s’ingegna, in maniera teatrale, ad imitare la voce dell’immaginario interlocutore con cui sta dialogando, e allora succede che, mentre il soggetto in questione ragiona da solo e accompagna lo scambio di idee con varie espressioni - euforiche, tristi, disgustate, ammiccanti, furbesche, ecc. - del volto, senti che la sua voce a un certo punto cambia di tono, si modifica, si fa improvvisamente stridula, cupa, arrabbiata, sensuale, ecc., insomma diventa un’altra voce.

A Bilden tutti gli abitanti, indipendentemente dall’età, dal sesso e dal ceto sociale, tutti insomma, che poi si tratta di poche centinaia di persone, parlano da soli, sono abituati a esprimersi così, ognuno confabulando per conto proprio, senza che ci sia alcuna comunicazione stabilita fra di loro, nessun proposito di relazionarsi l’uno con l’altro. 
Accade perciò nella cittadina di Bilden che se uno, ad esempio, vuole ordinare un caffè nell’unico bar del paese, che si chiama Die Mörin (La mora), i cui tavolini d’estate si affacciano sul verde di un giardino pubblico che ha al centro un busto di Metternich, non si rivolgerà direttamente al barista, no, non ci penserà proprio a fare una scelta del genere, la sua indole lo spingerà a un comportamento autoreferenziale. Se uno a Bilden vuole ordinare un caffè seguirà semplicemente questa procedura: si avvicinerà al bancone e con l’aria indifferente, quasi soprapensiero, parlottando fra sé, dirà ad alta voce dando le spalle al barista:
«Mi piacerebbe prendere un caffè corretto con un po’ di cognac».
Quando due persone litigano a Bilden, lo fanno senza che il loro sguardo s’incontri mai. Fingendo d’ignorarsi i due litiganti si lanciano insulti e minacce a distanza tramite frasi allusive, battutine indirette, giri di parole sarcastici, evitando ad ogni buon conto di affrontarsi in modo aperto, faccia a faccia.
Le offese sono formulate come se uno stesse parlando da solo, rivolto a se stesso e non alla persona che fisicamente gli sta davanti e verso la quale nutre, a ragione o a torto, del risentimento. Ne consegue che, all’interno di un’area di parcheggio, un abitante di Bilden non oserebbe mai apostrofare un uomo appena sceso dalla sua vettura, dopo aver compiuto una manovra imprevidente, con la frase:
«Lei è un cretino, un disadatto! Non vede come mi ha graffiato la fiancata della macchina?»
No, si comporterebbe altrimenti. Si limiterebbe piuttosto a dire a se stesso, alzando la voce quel tanto che basta in modo da farsi intendere dall’altro: 
«Qui c’è un cretino, un disadatto che mi ha graffiato la fiancata della macchina!»

Nella scuola elementare di Bilden, intitolata al filosofo Ludwig Wittgenstein, due ore alla settimana sono dedicate allo studio dell’«arte di parlare da soli». La direttrice didattica ha fatto stampare a cura della scuola un Manualetto per la conversazione personale, che ogni anno viene distribuito gratuitamente ai nuovi allievi. Il bidello della scuola elementare, un certo Reinhard Hebbel, è sordomuto dalla nascita, ma ciò nonostante anche lui parla da solo, come fanno del resto tutti quelli che vivono nella cittadina di Bilden; l’unica differenza nel caso di  Hebbel è che lui parla da solo usando la lingua dei segni dei sordomuti, ed è uno spettacolo divertente vederlo in azione durante le sue performance solitarie.

Il fenomeno del parlare da soli è nato a Bilden verso la metà circa degli anni sessanta del secolo scorso. Perché si sia sviluppato proprio a Bilden, e in quel periodo, nessuno l’ha mai saputo spiegare. Resta il fatto che oggi il fenomeno del parlare da soli è diventato un’attrazione turistica, tanto che lo si trova menzionato anche nelle guide, almeno in alcune come nella quarta edizione della guida all’Austria di Anthony Haywood e Kerry Walzer uscita nel settembre del 2008 per conto della Lonely Planet. 
C’è chi sospetta che gli abitanti di Bilden ormai lo facciano a posta a parlare da soli, che sia tutta una finta, una recita, la loro, dettata da un puro calcolo economico per attrarre i turisti, che altrimenti nessuno ci passerebbe dalle parti di Bilden.




Questo racconto-bonsai è stato pubblicato
sul numero 4 della rivista Psicologia Cacopedica,
giugno 2009, pp. 88-89.




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